I rapporti tra Italia e Romania, sono leggermente tesi. Il Presidente rumeno non è felice della piega che stanno prendendo i rapporti tra i sue Paesi, dopo l’uccisione di Giovanna Reggiani, ed il pestaggio di alcuni rumeni, nella capitale, pochi giorni fa.
I servizi giornalistici di questi giorni, stanno facendo di tutto per farci apparire il rumeno buono, il rumeno che fa attraversare i bambini la strada, la badante – in nero – sempre col sorriso sulla bocca e via discorrendo, e va bene. Fermo restando che questa realtà esiste, e non si può condannare un popolo intero, per colpa di pochi figli di cento padri, o di madri ignote, resta il fatto, che basta guardare le baraccopoli degli zingari sulle periferie delle grandi città, per rendersi conto del degrado, da Paese del Terzo Mondo, che l’Italia sta subendo Roma si sta trasformando – in periferia – in una favelas. Un enorme contenitore di etnie, usi, costumi, lingue e dialetti diversi, di diseredati.
C’è da guardare in faccia alla realtà. Questi zingari, appena arrivano in Italia, passano da nomadi – se lo sono mai stati – a stanziali, iniziando a vivere, non come persone civili, ma come bestie gettando rifiuti dappertutto, copulando come ossessi, per poi mandare i figli a fare gli accattoni sulle strade, rubando, scippando, pestando a sangue, violentando, e ammazzando senza pietà.
Sono anni che la situazione, come un cancro in fase terminale, si degrada sempre di più. Sono anni che i cittadini, denunciano una situazione insostenibile, intollerabile, ma sempre qualche cuore buono apprensivo, che non vive a stretto contatto con le bidonville, gli accampamenti abusivi, che non vive vicino alle discariche a cielo aperto, ed il fetore emanato da questi luoghi barbarici, ma facendo l’intellettuale saputello, denuncia che attaccare gli zingari, significa essere razzisti, grida al fascismo strisciante, appena l’esasperazione esce dal silenzio, e diventa un grido disperato ai microfoni di qualche tv, mentre avere le città piene di briganti, banditi, puttane, borseggiatori – come se non bastassero quelli italiani – è sinonimo di accoglienza, tolleranza, rispetto del diverso, multiculturalità, spirito d’accoglienza, carità comunista italiana, geneticamente diversa dalla vera carità comunista sovietica, che sapeva comportarsi in modo severamente giusto, con questi fulgidi figuri, profumati all’Acqua di Rose.
L’italiano sta diventando razzista?
No semplicemente ha le scatole piene di subire, ha le scatole piene di vedere zingari al Grand Hotel, condannati per omicidio colposo, per aver tirato sotto, ubriachi come somari, quattro ragazzi, e che qualche agente spregiudicato, offre al povero assassino, la possibilità di raggranellare quattro soldi, sulle spalle dei morti.
L’Italiano, non sta diventando razzista, sta solo cercando quella giustizia, che uno Stato assente , non vuole fornire ai cittadini.
Ora ci si indigna per qualche sprangata distribuita a destra e a manca? Ci si indigna perché qualche italiano si sta comportando come uno zingaro, ripagando – alla cieca – con la medesima moneta questi signori, difesi da organizzazioni non governative, che li coccolano come fossero dei discoli disobbedienti, tanto che lo stesso governo Rumeno, da una parte è preoccupato per l’eventuale espulsione degli zingari dall’Italia, e il rimpatrio in Romania, e dall’altra, chiede sicurezza per suoi cari concittadini malfattori e non, vuole, che come un pacco di uova marce scadute, vengano rispediti – a delinquere – nel loro Paese d’origine. Insomma, la Romania, non li rivuole a casa propria, ma nemmeno è disposta ad accettare, qualche forma di giustizia sommaria italiana. La Romania, vuole che l’Italia, diventi un immenso campo Rom, una discarica abusiva a cielo aperto, tanto nel bel Paese esiste la libertà di delinquere, e cambiare questo stato di cose, significa attentare alle libertà fondamentali dei criminali, e questo non è accettabile. Prima di tutto i diritti di zingari, taccheggiatori, assassini, stupratori, spacciatori e quanta altra feccia. I diritti dei cittadini, quelli che pagano le tasse, e tacciono, non contano, e non devono contare, ci sono dei diritti superiori da salvaguardare, e bisogna continuare su questa strada, fino all’abisso. Tanto l’Italiano, cornuto e mazzato, dal proprio governo, subisce e tace, e guai ad alzare la testa!
Marco Bazzato
05.11.2007
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