martedì 11 settembre 2007

Vaffanculo Day: I Palazzi romani tremano


Nonostante la sfortuna, che ha voluto che nel giorno del Vaffa Day, organizzato da Beppe Grillo, si tenessero anche i funerali di Luciano Pavarotti, l'evento del comico genovese, ha fatto tremare un bel pò di vene politiche. visto che i continui attacchi frontali di Grillo, sono passati dal virtuale, alla manifestazione di piazza, ed il terrore politico più grosso si è manifestato per le quasi mezzo milione di firme raccolte, a favore di un Parlamento Pulito, e una politica più attenta alle richieste dei cittadini.
Come aveva da tempo previsto il comico, i grandi media nazionali, hanno fatto il possibile per non aprire una finestra informativa, degna ad un grande successo popolare, sull'evento, questo la dice lunga sulla tanto decantata liberà, ed indipendenza degli organi d'informazione nel nostro Paese.
La politica, forse per la prima volta dopo sessant’anni, si è sentita sola, braccata dal fiato al collo dei cittadini, al centro dell’attenzione nazionale, con gli occhi puntati verso i palazzi del potere, con menti più aperti e meno disincantati, sicuramente stanchi dai privilegi che La Casta degli stipendiati, continu ad alimentare se stessa, spremendo nel contempo le tasche degli italiani.
D’altronde Grillo, non chiede altro che la politica torni ad essere materia degli italiani, che non ne possono più d'essere trattati come servi della gleba dai signori feudali, non delle segreterie di partito. Grillo chiede, esattamente come i contratti a termine della Legge 31 denominata legge Biagi, che anche i parlamentari, come i precari, non possano fare più di due legislature. Se una legge, stando a quanto afferma l’onorevole Casini,è giusta per creare nuovi posti di lavoro, seppur precari, non si capisce il perchè essa non debba essere applicata alla classe politica che dirige il Paese.
Grillo chiede anche che i rappresentanti eletti dal popolo, non dalle segreterie di partito, abbiano le fedina penale pulita, ossia nessuna macchia che possa turbare l’elettore, al momento delle elezioni, mentre oggi, secondo quanto riportato nel suo Blog ci sono ventiquattro condannati in via definitiva.
Dire che l’iniziativa del Vaffa Day, è stata populista e arruffa popolo, è un insulto da parte di un certo modo di fare politica, che non fa onore al politico stesso, che dpvovrebbeovrebbe avere l’umiltà di scusarsi, perché, costituzione alla mano, l’articolo 1, nella seconda parte è chiarissimo:
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Affermare, come poi ha sproloquiato l’onorevole Casini, che il Vaffa Day è “la più grande delle mistificazioni. Una manifestazione di cui dovremo vergognarci perché è stato attaccato Marco Biagi che invece andrebbe santificato”.
Con il pieno rispetto per la memoria del Professor Biagi, ucciso dalle Brigate Rosse, a cui lo Stato Italiano, aveva negato la scorta, come riporta l quotidiano La Repubblica del 9 agosto 2002 firmato da Paola Cascella, attaccare Beppe Grillo, perché in alcuni suoi articoli "Schiavi Moderni" denuncia i difetti della legge 31, tanto che Marco Travaglio, pubblicato sull’Unità del 10 settembre, prende le difese del comico Genovese, come del resto, l’onda anomala grillesca, sta trovando sostegno comici, come scrive il Corriere della Sera, avendo come spalla, addirittura il Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, Che dice: «E' una vecchia regola della politica, se si lasciano spazi vengono riempiti. Non prendiamocela con chi lo fa».
Attaccare un comico, che per sua natura, ha il dovere d’essere giullare e spina nel fianco del potere, come ha fatto, secondo definizione grillesca, l'onorevole Casini in Caltagirone, non fà un servizio ai cittadini italiani che reclamano trasparenza, e nemmeno all'ex presidente della Camera dal 2001 al 2006, che forse dimentica, non volendo ricostruire i fatti della morte del professor Marco Biagi, che egli è martire degli errori dello Stato, colpito dalla mano omicida delle Brigate Rosse, che non ha saputo proteggerlo, come dichiarò la vedova a suo tempo, "Lo Stato lo abbandonò", riporta La Repubblica del 19 aprile 2005 scritto da Paola Cascella.

Marco Bazzato
11.09.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/