venerdì 7 settembre 2007

Populismo arma impropria?



Secondo l'attuale politica dominante, l'italiano medio, sarebbe un populista forcaiolo, pronto a sbattere in galera ogni farabutto, non importa se lavavetri, o politici scafati, puttane, e puttanieri, non importa se violentatori a pagamento di minorenni, cercando giustizialismo a tutti i costi.
Per fortuna esistono i comunisti italiani, che cercano di educare il popolo, per ragioni politiche diverse, comportandosi allo stesso modo garantista di Forza Italia. I Primi per difendere tossici, puttane e spacciatori, i secondi per garantire l’impunità ad una politica ridotta all’ombra di se stessa.
In mezzo questa battaglia, non sui bisogni reali del Paese, ma infingardamente ideologica, l'estrema sinistra radicale, sta mettendo in crisi il ministro Amato, accusato di comportarsi, come forcaiolo giustizialista dell'ultima ora, provando a dare risposte alle istanze di legalità provenienti dai cittadini comuni, ma i Comunisti, dall'alto della loro spocchia, fregandosene dei bisogni della società civile, minaccia di far mancare i numeri al governo in carica, con la scusa che esso avrebbe bisogno dei loro voti, e tendolo de facto ostaggio dei desideri di anarchia, di questo partito, che dice di parlare a nome del popolo e delle masse, mentre invece, si dimostra connivente, con certi comportamenti, nemici di un libero vivere sociale.
Piaccia no, l'illegalità, diffusa, è un vizio italico d'antica data, certificata anche da molti osservatori stranieri, da anni vivono nel bel Paese.
La società civile, tanto cara alla classe politica, quindi lavoratori, impiegati, contadini, liberi professionisti, operai, manovalanze, artigiani – buona solo in tempo di elezioni politiche o amministrative – da tempo denuncia, inascoltata, che l'Italia è patria del malaffare. Che certe regioni, specie nel centro sud, sono strozzate dal raket, dove il pizzo è diventato un obbligo, un imperativo, che se nelle parole dei vari governi degli ultimi vent'anni , doveva essere debellato e vinto, ma nei fatti, sta infettando ogni giorno di più il Paese, aggredendo l'economia, come un cancro, dove nessun politico degno di tale nome, ha mai avuto la forza, complice il lassismo cronico, di porvi rimedio.
È populismo, chiedere a gran voce, che lo Stato mandi l’esercito per eliminare mafia, camorra, ndrangheta e altre associazioni, che come un pus, avvelenano l’Italia?
È populismo chiedere, un minimo di legalità, fermando il racket della prostituzione minorile, e regolamentando finalmente il meretricio, la prestazione d'utero o altro, con leggi appropriate, affinchè zoccole, non importa se escot d'alto bordo, povere disgraziate, o marchettari con voci rauche e tette di gomma, siano costretti a vivere nel terrore d'essere aggrediti da qualche infame, che dopo la prestazione, non vuole pagare il servizzietto?
È da populisti, chiedere che s’intervenga col pugno di ferro contro drogati, impasticcati, spacciatori, trafficanti nazionali ed internazionali di droghe e pastiglie sintetiche? È populista dire che esiste una parte di gioventù con i neuroni fumati da alcolici e superalcolici, viziati da genitori incapaci, che hanno rifiutato il dialogo con i figli, e preferiscono metter loro in mano banconote da cento euro, e sotto il culo bolidi da 50.000 euro, per poi piangerli ipocritamente, quando si maciullano contro un albero, o sbattono addosso ad altre auto, fatti come scimmie e rincretiniti come somari dai neuroni spappolati, coinvolgendo nei loro sfaceli notturni, persone ignare, innocenti innanzi alle colpe morali di certe "famiglie", che poi incolpano in modo pilatesco, il fato, la sfiga, la sfortuna, per la tragica perdita del loro figlio alcolizzato, tossisco o impasticcato?
È populista chiedere la confisca dei beni illeciti, sequestrati ai mafiosi, a regole più certe, per assassini e stupratori, ladri d’appartamento, che entrano nelle case degli italiani, e dopo pochi giorni sono nuovamente a piede libero?
È populista domandare che lo Stato la smetta di dare benefit a chi ha ammazzato padri, madri, fratelli e sorelle, e che dopo pochi anni di carcere, sono nuovamente liberi, mentre i corpi degli sventurati marciscono sotto due metri di terra, e nessuno, nemmeno il presunto pentimento dei colpevoli potrà riportarli in vita?
È populista pretendere, che tra le fila dei nostri eletti, non figurino figuri con fedine penali infinite, e che la nostra politica non faccia nulla per cambiare le regole del gioco, visto che ha il coltello dalla marte del manico, e la possibilità di legiferare a favore degli onesti,ma preferisce i caos legulei e normativi, alla certezza d’essere rappresentati, in tutte le sedi istituzionali da soggetti, con la fedina penale integra?
Non si può continuare a chiedere al cittadino il rispetto della legalità, quando questa è aggirata da mille cavilli, da mille virgole, che dicono tutto ed il contrario di tutto, creando una babele, dove nemmeno il più acuto degli esperti di diritto, può umanamente destreggiarsi.
Siamo un Paese alla bancarotta economica, m orale e sociale. Un Paese dove i furbi passano avanti, dove la sopraffazione ha preso il posto dei meriti, del rispetto individuale e sociale, un Pese, dove è in teoria non esiste censura, ma in pratica, molte notizie del panorama italia, vanno ricercate nei media stranieri, meno asserviti al potere, e più trasparenti quando si tratta di informazione.
L’Italia è una barca alla deriva, un Titanic che sta colando a picco, non per l’iceberg che la potrebbe colpire, ma per la zavorra d’immoralità, di etica distorta, di lassismo, perdonismo, buonismo e garantismo a tutti i costi, che si porta appresso.
Sta colando a picco, per il mostruoso deficit, che fino a pochi anni fa veniva quotidianamente aggiornato dai media, mentre oggi, è taciuto, o si omette di dirlo in cifre chiare, usando solamente vuote percentuali, che non dicono nulla al popolo, ma solo ad una manciata di pochi eletti, che ogni governo imputa, lavandosene le mani, sempre ai governi precedenti, ma in pratica non fa nulla per eliminare gli sprechi, anzi, parla solo di ridurre le spese, non privilegi regalati, ad una classe politica autoreferenziale e donati agli amici degli amici degli amici, che ricadono sulle tasche della collettività.
Un’Italia, che a differenza della Fenice, non può risorgere dalle sue ceneri, perchè i gas venefici, la cenere, il letame del malaffare diffuso, dell'impunità divenuta legge di Stato, dei diritti dei primi, contro gli obblighi degli ultimi, la uccide, snaturandola anche dalla sua essenza millenaria di creatività storico-artistico e scientifica, dove ormai siamo solo un fanalino di coda - rotto - dell'Europa, un gigante virtuale dai piedi d'argilla, che si bea dei fasti dei secoli passati, ma oggi, a fatica riesce a produrre, creare, e rendere eterne opere, e rivoluzioni culturali, facendo rivoltare i grandi del passato italico nelle loro tombe.

Marco Bazzato
07.09.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/