Ma come? Fino a pochi mesi fa, la piazza era sovrana, e massima espressione di libertà dei cittadini, solo se sul palco c’era però un politico a parlare contro la parte avversa, ma ora, che in cattedra sale un giullare, un buffone, l’uomo della strada, il comico, ecco che tutto cambia: le battute nei confronti dei politici, di punto in bianco diventano insulti, e forse in un prossimo futuro, reati di lesa maestà.?
“La democrazia è in pericolo” grida “l’Italicus parlamentaris” rinchiusi nei"gabinetti” ministeriali, mentre uomini coi seni siliconati, come pervertiti, gridano il loro sdegno perchè non possono espletare le loro funzioni fisiologiche nei cessi femminili.
Ma, l’apoteosi della paura politica, ha fatto scomodare addirittura il direttore del Tg2, che oggi ha pesantemente attaccato Grillo, accusandolo, indirettamente, d'istigazione alla violenza.
Lo Stato risponde al comico nel modo più virulento possibile, cercando di far appello alla ragionevolezza, alla calma, al silenzio, in nome della democrazia, al rispetto delle sedi istituzionali, unico luogo – secondo i politici - veramente deputato alla dialettica politica – così simile da tempo a quella delle bettole di quarta categoria, piene di vecchi ubriaconi , mentre le chiacchere da bar, le Feste dell'Unità, i Palzzetti dello sport, gremiti da anni di spettatori, oggi diventano, per causa di Grillo, un luogo di rivolta sociale, d'aggregazione sediziosa di padri di famiglia, studenti, casalinghe, massaie, operai, che progettano, forse, non si sa quali attentati ai posti di lavoro dei politici italiani, dimostrando nei fatti che lessa non si regge grazie alla forza morale delle Istituzioni, ma grazie alla paura e al silenzio dei cittadini, e basta un comico, e un libro, per mettere in cortocircuito i meccanismi istituzionali, che evidentemente hanno tutti i virus maligni di un modus operandi di regalie e intrallazzi, m non ha, l'antidoto quello vero, nell'espellere frutti e comportamenti, che da decenni, come un cancro in metastasi, avvelena gli italiani, ora stanchi e alla frutta, lentamente alzano la testa, inziando a presentare il conto di decenni di sprechi e regalie, spinti dalla goliardia di un comico, visto dal potere, scaricante scariche intestinali di panico, come sedizioso attaccabrighe forcaiolo fascista da fermare con ogni inganno possibile, anche a costo d'andare contro la realtà dei fatti e della storia, pur di mantenere stipendi e prebende e appannaggi regali, che fanno invidia alla Corte di Re Sole.
Nel Pinocchio di Collodi, il “Grillo” parlante, finiva spiaccicato sulla parte, per aver detto la verità a quel bugiardo di pinocchio. Si spera, che in futuro, il “Grillo” reincarnato, possa schivare il martello, ma i segnali, che la mazzata potrebbe essere in arrivo, sono sempre più pressanti, visti i venti di tempesta, e le fosche nubi che si addensano sempre più nere sopra il capo del comico Genovese.
Marco Bazzato
19.07.2007
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