domenica 2 settembre 2007

Multe ai lavavetri? Indignazione immotivata


Il Comune di Firenze ha varato un’ordinanza che prevede, per i lavavetri, la denuncia con pene fino a tre mesi di arresto o, in alternativa, una multa di 206 euro, continua a far discutere.
Naturalmente le forze politiche di sinistra si sono scagliate contro questa decisione indegna ed incivile, che non fa onore al Paese. Usando la solita retorica dei piazzisti di paccottiglie.
Il presidente della Camera Fausto Bertinotti, vuole tenersi fuori dalle polemiche ma, precisa di dubitare «sempre quando la severità interviene sugli ultimi invece che sui primi colpevoli, in questo caso il racket».
Già da qui, parte l’ipocrisia politica, e arruffa popoli. Scopre solamente ggi che esiste il racket dei lavavetri e dell’accattonaggio? È comodo scagliarsi in difesa degli ultimi, consci dell’illegalità diffusa dello sfruttamento di minori, zingari, barboni, finiti sotto le maglie di bestiali sfruttatori. Si è mai preso la briga di lanciare strali, contro i mercanti di carne umana prima di questo “contestato” provvedimento comunale?
Rimane il problema di fondo, quello del cittadino che in coda ad un semaforo, si vede aggredita l’auto dal lavavetri di turno, anche se è appena uscita dall’autolavaggio ed ha i vetri splendenti come specchi, ma gli viene lordato il parabrezza con acqua nera, e “pulito” alla meno peggio, vedendosi quasi imporre il pizzo un servizio non richiesto.
È facile blaterare, quando si viaggia con auto di Stato, scorta e autista, sirene spiegate per le vie delle città, dove i semafori rossi s’inchinano al passaggio delle auguste auto blu non venendo toccati da queste faccende plebee.
Nessun cittadino italiano vuole essere razzista per diletto, ma si è portati e costretti a diventarlo, quando la mastodontica macchina dello Stato è inerte alle istanze di sicurezza e più elementari dei cittadini.
C'è da dubitare che faccia piacere, a qualche vigile, fermare e chiedere le generalità allo zingaro, non solo straniero ma anche italiano che lavava i vetri, o accattoni, rischiando per quanto poco, primo, d'essere picchiati, secondo, spesso le generalità sono false, e tutto finirebbe in un buco nell'acqua nera delle risorse sprecate.
Esiste il racket dei lavavetri e dell’accattonaggio? Sai che novità. Sono almeno vent’anni, questi che si muovono su e giù per l’Italia, auto con frotte di bambini dentro, e sulla cappelliera posteriore dell’auto, scritte su pezzi di cartone richieste di aiuto ed elemosina, tutti con i medesimi errori ortografici standard. Basta aguzzare la vista sui vari marciapiedi o sotto i portici di qualche città storica, per osservare tutto ciò, ma non è detto, che sempre questi siano sottoposti al racket, anzi, sovente lavorano in propri come liberi professionisti della miseria, non sempre per necessità reale, ma a volte solo per apparenza.
D’altronde, indipendentemente dal polverone politico, scatenato dal buonismo a tutti i costi, in barba agli elementari diritti dei cittadini, le leggi in proposito, anche senza la delibera fiorentina, sono chiare, rimanendo inaplicate per strumentalizzazione politica.
Sarebbe bastato ai signori, che si sciacquano la bocca, navigando nell'ignoranza, dando una semplice lettura, prima di sparare – causa mancati collegamenti tra ugola e sistema nervoso centrale – a vanvera, su quello che prescrive il codice civile e penale italiano, cioè Legge dello Stato:

Art. 651 Rifiuto d'indicazioni sulla propria identità personale (codice penale)Chiunque, richiesto da un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni, rifiuta di dare indicazioni sulla propria identità personale, sul proprio stato, o su altre qualità personali, è punito con l'arresto fino a un mese o con l'ammenda fino a lire quattrocentomila.

Art. 669 Esercizio abusivo di mestieri girovaghi (codice penale)Chiunque esercita un mestiere girovago senza la licenza dell'Autorità o senza osservare le altre prescrizioni stabilite dalla legge, è punito con la sanzione amministrativa da lire ventimila a lire cinquecentomila. Alla stessa pena soggiace il genitore o il tutore che impiega in mestieri girovaghi un minore degli anni diciotto, senza che questi abbia ottenuto la licenza o abbia osservato le altre prescrizioni di legge. La pena è della sanzione amministrativa (1) da lire ventimila a lire cinquantamila e può essere ordinata la libertà vigilata: 1) se il fatto è commesso contro il divieto della legge o dell'Autorità; 2) se la persona che esercita abusivamente il mestiere di girovago ha riportato una precedente condanna a pena detentiva per delitto non colposo. (1) Sanzione così modificata dall'art. 33, L. 24 novembre 1981, n. 689.
Art. 670 Mendicità (codice penale)Chiunque mendica in luogo pubblico o aperto al pubblico è punito con l'arresto fino a tre mesi. La pena è dell'arresto da uno a sei mesi se il fatto è commesso in modo ripugnante o vessatorio, ovvero simulando deformità o malattie, o adoperando altri mezzi fraudolenti per destare l'altrui pietà.
Art. 671 Impiego di minori nell'accattonaggio (codice penale)Chiunque si vale, per mendicare, di una persona minore degli anni quattordici o, comunque, non imputabile, la quale sia sottoposta alla sua autorità o affidata alla sua custodia o vigilanza, ovvero permette che tale persona mendichi, o che altri se ne valga per mendicare, è punito con l'arresto da tre mesi a un anno. Qualora il fatto sia commesso dal genitore o dal tutore, la condanna importa la sospensione dall'esercizio della potestà dei genitori o dall'ufficio di tutore.

Tutto il cancan mediatico riguardo alla decisione della giunta fiorentina, che non è altro che un doppione inutile di leggi già esistenti nel sistema giuridico italiano, scatenante solo una ridda di inutili polemiche politiche pretestuose, che non fanno altro che agitare le acque a favore dell’illegalità stessa, a dispregio delle leggi vigenti, predicando e catechizzando contro esse, dando un pessimo esempio di falsa tolleranza e accettazione, che mal si addicono ad un moderno Stato democratico dovrebbe fare della legalità, dai ceti meno abbienti, fino ai massimi organi di governo, il suo faro guida, senza retoriche polulistiche, ma semplicemente spingendo, in tutte le direzioni, dalle forze dell'ordine, magistrati, organi inquirenti e giudicanti affinchè stronchino l'illegalità, usando come unica bibbia il codice civile e penale. Il resto è solo sabbia sugli occhi, per accecare le coscienze e per renderle buone e docili verso le situazioni di illegalità, diffuse ormai come una cancrena infetta, in troppi strati della vita “civile” del Paese.

Marco Bazzato
02.09.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/