mercoledì 7 marzo 2007

Presentazione di “Progetto Emmaus” a Vigonovo (Ve)


Presentazione di “Progetto Emmaus” a Vigonovo (Ve)

di Mario Priolo

Il mio primo incontro con Marco Bazzato, avvenne nel lontano anno scolastico 82-83, in una normalissima relazione docente-alunno: subito ebbi modo di scoprire in lui uno spiccato interesse per la storia, la teologia, le scienze esoteriche, sviluppatesi in quelle remotissime aree geografiche comprese tra il Giordano, il Mar Morto, il Tigri e l’Eufrate.
I suoi interessi, piuttosto originali e “stravaganti”m hanno determinato in lui un atteggiamento deciso e piuttosto divergente, rispetto allo schematismo dei programmi scolastici, in cui gli stessi docenti dovevano attenersi.
Altresì le sue scelte e le sue prese di posizione, davano di Marco un identikit di una persona forte già allora, determinata e volitiva.
Volendo riecheggiare il linguaggio della prefazione dell’opera, Marco, già allora girava le “spalle alla folla nell’atrio del tempio, per volgere il suo sguardo “Verso i frutti proibiti”, vietati dal Dogma” o dalle regole scritte e definite da altri.
Giorni fa ho preso in mano in suo romanzo, che viene testè presentato: ho dovuto leggero in tre giorni senza pausa, e senza la necessaria sedimentazione dei suoi assi portanti.
“Progetto Emmaus è un triller dove l’azione domina sul ragionamento” dove personaggi istituzionali, professionali, limpidi e meno limpidi: capi di Stato e servizi segreti internazionali vanno a caccia di Emmanuele, inquisito, maltrattato e stigmatizzato come Gesú. un Gesú in cui non capiamo fino a che punto Emmanuele ricopre l’immagine, un “Gesú” che alla fine verrà condannato a morte da un fantomatico tribunale internazionale che ci ricorda amari processi perpetrati nel medioevo contro malcapitati frati o laici accusati d’eresia.
Le grandi gerarchie religiose ei forti delle potenze imperialistiche, inizialmente convergono nel folle progetto di restaurare l’antico potere spirituale Antico Testamentario, aiutati da frange integraliste e da Stati comandanti da Presidenti conservatori. Pertanto rispolverano le atroci tecniche degli antichi tribunali inquisitoriali, e Ferdinando Y la Forteza diventa un nuovo Bernardo Gui dell’era contemporanea.
Il ritorno di un presunto nuovo Messia, viene cinicamente progettato a tavolino dalle grandi religioni monoteistiche per la restaurazione del nuovo Tempio di Salomone che verrebbe trasferito negli Stati Uniti.
Emmanuele verrà alla luce, ripercorrere tutte le tappe della vita di Gesú, con torture, flagellazioni, stigmate nelle mani, portate a termine in Etiopia.
La fabula narrativa si apre con l’arrivo di Emmanuele a Milano, nelle vesti di un barone che inizia a fare incontri di con una varia umanità della quale si rattrista e ripercorre retrospettivamente la Passione del Primo Uomo Giusto venuto sulla Terra.
Incontra personaggi come Maddalena, Pietro, Giovanni e Paolo: un gruppo piuttosto variegato come personalità e professioni che nell’intreccio dell’opera verrà inseguito, arrestato, qualche volta fuggirà perigliosamente, alcuni di loro saranno uccisi e i Servizi Segreti delle grandi Potenze saranno sempre presi dalla spasmodica attività di arrestare Emmanuele di Paese in Paese, da una cattedrale a un aeroporto.
Tutto quanto si legge bene, dove l’intreccio narrativo si avvilupperà in situazioni di forte suspance.
Dove mi pare d’aver trovato la chiave interpretativa del romanzo, è negli ultimi capitoli, in cui con il ricorso al flash back, l’autore chiarisce quelle transazioni che al lettore sembravano poco chiare, ma che nel contempo lo tenevano legato alle righe che si susseguivano.
L’attualità del romanzo , involge nell’intreccio anche la religione Musulmana, ma non mette ma in discussione il valore della Fede, né tantomeno il rispetto spirituale dei dogmi e delle sacre scritture, qualunque esse siano, ma punta ad un’appassionata “negazione delle istituzioni religiose” a volte irrigidite dai vizi e dalle corruzioni del tempo, “portando sotto le colonne del Tempio i suoi doni antichi: Umanesimo, Fede, Tolleranza, Religione e Libero pensiero”. Questi sono il leit motiv di tutta di tutta la produzione poetica e in prosa di Marco Bazzato, in cui lui stesso, ha sempre ispirato la sua condotta umana e spirituale.

Professor Mario Priolo
Dottore in Lettere.