venerdì 16 marzo 2007

Vallettopoli e politica

Lo scandalo Vallettopoli sta facendo uscire falsità, sporcizia, il letame di un certo mondo dello spettacolo, non si tutto naturalmente, della connivenza, del desiderio d’apparire a tutti i costi, vendendo, e svendendo la propria immagine, pur di una compassata sulle copertine dei settimanali pettegolari, chiamato ora più “artisticamente” digossip.
La domanda che molti si pongono, è dove finisce la privacy e inizia l’intrusione pressante sulla vicende private dei personaggi pubblici? Il confine è labile, aleatorio, di difficile individuazione Certo che negli ultimi anni, si ha assistito ad un imbarbarimento dell’industria dello scandalo, del richiamo alle scappatelle vere o presunte di tante dive, divette del circo equestre che è il tritacarne mediatico, dove quanti prima sgomitavano per una compassata in tv o sui rotocalchi, ora scappano via, mantengono un indecoroso silenzio stampa, in attesa degli sviluppi della situazione.
In mezzo a questo mercimonio, gli schizzi di fango, hanno raggiunto anche personaggi politici, potenti, coloro che per loro autodefinizione devono essere intoccabili dagli scandali, e vanno ripresi e fotografati solo durante eventi pubblici, doveora i paladini della libertà di tutti, si spaventano se fotografati con soggetti di difficile interpretazione sessuale, e corrono ai ripari, arrivando ad imporre la censura sugli orientamenti sessuali, che non rivestono interesse pubblico.
Ma come? Si fa un gran parlare dei diritti di tutti,di omosessuali, di travestiti, di transgender, ma quanto un politicante viene beccato in una vita trafficata da queste signore? i diritti dei transessuali diventano merce sporca da non sottoporre ai flash dell’opinione pubblica? Queste persone, che non dovrebbero essere discriminate, che reclamano a pieni polmoni il pieno riconoscimento dei loro diritti individuali, sono rigettati nuovamente nel ghetto, solo perché qualche politico di rilevanza nazionale, o figlio di industriale si trastulla e sniffa droga con uno di loro?
D’altronde le 658 pagine di ordinanza del tribunale di Potenza, pubblicata giorni fa in formato pdf nel portale del settimanale Panorama, e ora tolta, fornisce un quadro abbastanza chiaro, anche se ricco di reticenze, di non ricordo, di cognomi dimenticati, bassezze morali e professionali, degne non di star, ma di prostitute d’alto bordo, dove, però nel calderone mediatico, nel lavaggio dei panni sporchi sulla piazza vengono ribattute solo loro, non chi in yacht o discoteche bramava il sogno a pagamento di una “divina” con qui solazzarsi, pagando profumatamente.
Ora per quei signori si invoca la privacy, il rispetto delle loro libertà, la non rilevanza degli orientamenti sessuali ai fini della vita pubblica.
È vero, a questo punto, solo la prostituta va messa in prima pagina, mentre chi va con loro va e tutelato e protetto nella sua privacy,, altrimenti il personaggio pubblico cade dall’ Olimpo (Bill Clinton docet).
Forse invece varrebbe l’esatto opposto: i politici, chi ci rappresenta in Italia e all’estero dovrebbero fornire nomi e cognomi delle persone che frequentano, e se fanno uso di sostanze stupefacenti, come una recente inchiesta del programma televisivo “Le Jene” ha dimostrato, facendoli ribellare, e alzando l’ennesima cortina fumogena della violazione della privacy, ma volendo costringere gli alunni delle scuole a sottoporsi ai test per vedere se fanno uso di sostanze stupefacenti.
Il popolo obbligato, il politico, in nome della loro privacy, impunito.
Al cittadino si chiede il rispetto delle istituzioni. Giusto, a patto che le istituzioni e i loro rappresentati, siano specchio completo di quanto al cittadino, tramite le leggi, si ordina, si comanda, si punisce, e si obbliga a rispettare. Altrimenti non è democrazia, ma qualcosa di più fosco,e nebuloso, sicuramente ingiusto per una nazione che vuole chiamarsi civile.

Marco Bazzato
16.03.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/