martedì 13 marzo 2007

Dic.co:il ghetto eterosessuale

La battaglia sui Di.co si fa ogni giorno più accesa. Da una parte i presunti asseritori di un Italia laica, libera da dettami vaticani, dall’altra la presunta Italia baciapile, pronta a prostrarsi agli ordini d’oltre Tevere in totale asservimento alle leggi morali della chiesa.
I contendenti dimenticano che esiste una gran parte di italiani, che non si riconoscono da decenni nelle posizioni vaticane, e nella loro libertà intellettuale, davanti a questa diatriba, preferiscono rifugiarsi coraggiosamente sull’Aventino e attendere all’interno di un Ghetto eterosessuale, che le beghe di palazzo, di piazza, e di mercato, terminino.
L’aria è diventata insalubre, i gruppi politici contrapposti si scambiano colpi di fioretto verbale sotto la cintola, in modo volgare e dissoluto, senza tenere conto di quanti per orientamento personale, non condividono in alcun modo la deriva estremistica di un governo, che vuole unire sotto lo stesso tetto, ideologie e forme interpretative familiari, diverse da quelle naturali.
Si è scaduti nella volgarità dissoluta, col cittadino costretto a vedersi in tv scene da film porno eterofobico, dimenticando che esistono fasce protette, na i programmi d’informazione mandano in onda una rappresentazione diversa, non dalle leggi imposte da una chiesa, ma dalle naturali regole naturali della continuazione della specie.
La Tv di Stato, è stata ben attenta a non dar voce alle vibrate parole di protesta di genitori, educatori e famiglie, sedute in prima serata, sono state costrette a subire scene di certa indecenza.
Non si tratta di negare i diritti altrui, ma nemmeno di negare nel nome del diritto degli altri, i propri, riconoscendo che esistono sensibilità individuali, con il pieno diritto d’alzarsi, andare in bagno a dar di stomaco, vomitando la cena appena consumata, quando certe scene vengono trasmesse.
La maggioranza eterosessuale deve rifugiarsi in un ghetto maggioritario, in virtù dei numeri non indifferenti, farsi carico dei propri valori, senza lasciarsi traviare da quanti in nome della loro libertà “affettiva”, si prestano a manifestazioni di dubbio gusto.
In un vero stato laico le reali maggioranze del Paese dovrebbero dettare le regole, non quelle politiche costruite sulla comodità d’avere una poltrona parlamentare, dove l’insieme numerico delle sensibilità individuali, non dovrebbe arretrare dalle loro convinzioni, non per creare barriere ideologiche, ma per evitare di cadere nella trappola del qualunquismo, e del falso buonismo, che vede nell’anarchia la sua summa di libertà.
L’italiano non ha bisogno di asservirsi al Vaticano per affermare i propri valori, la propria cultura, il desiderio di non snaturare la società, non come diritto religioso, ma come diritto naturale, questo non significa essere contro le realtà eterofobiche, ma essere semplicemente a favore delle realtà eterosessuali, che fino a prova contraria, sono unico motore sociale che consentono, nonostante blaterazioni farneticanti, il proseguo dell’evoluzione umana e sociale della società stessa.
Il laico non deve presta spalla ad alcuna dottrina religiosa, né ad alcuna ideologia politica, perché non ne abbisogna, rinchiuderlo in una classificazione di stampo clericale, oltre che ad essere un offesa è un insulto al buon senso, e alla libertà di discernimento individuale.
Ora la parola spetta alla politica, ma non alla politica delle carnevalate di piazza, e nemmeno alla politica d’ingerenza religiosa, ma alla politica che guarda alla società con occhio aperto, sì ai suoi apparenti mutamenti sociali, dove nella sostanza, nella quotidianità essa continua a muoversi secondo leggi ben definite, non codificate dal governo di unoStato che dura lo spazio di una legislatura, ma da quelle leggi a cui anche l’eterofobico, per sua naturale venuta al mondo ha dovuto sottostare, che non può in alcun modo smentire, che ha l’illusione di voler sovvertire nel nome di una convinzione distorta, che non trova però alcun riscontro in alcun testo scientifico degno di questo nome.
In questa triste vicenda dovrebbe calare il silenzio, il laico che si ritiene tale, dovrebbe smettere di lasciarsi suggestionare, dando ascolto a quanti, privi di serie argomentazioni razionali, scientificamente vogliono condurre all’incoerenza personale, nel nome dell’interesse di una minoranza, che desidera deviare politicamente le leggi non dello Stato e della natura stessa.

Marco Bazzato
13.03.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/