Certamente l’Italia, rispetto ad altri Paesi europei, soffre dell’anomalia teocratica del vicino Stato straniero all’interno delle mura capitoline, ed è innegabile che questo continui ad esercitare la sua influenza, non solo morale, ma anche economica, non solo nell’immaginario collettivo e nelle questioni degli italiani. La colpa principale è di una classe politica, non importa in che parte dell’emiciclo parlamentare sieda, che continua a sentirsi ombreggiata da quella millenaria presenza, che, nonostante il ridimensionamento subito da dopo l’Unità d’Italia, mantiene la sua influenza in modo più discreto, rispetto al passato, il suo potere, anche se mitigato dal fatto, che gli italiani, sebbene i politici di casa nostra fatichino ancora a comprenderlo, da tempo si sono svincolati in modo più netto di quanto all’apparenza possa sembrare, da quel servilismo non solo psicologico in cui per secoli erano stati sottomessi.
Non ci sono ricette per uscire dall’impasse, o forse l’unica e la più reattiva di tutte e quella di iniziare ad ignorare, da una parte politica e dall’altra, quello Stato dentro lo Stato, concentrandosi sulle necessità dei cittadini, escludendo, non fornendo spalla, e non commentando eventuali prese di posizione ecclesiastiche, che fanno solo da cassa di risonanza ai loro argomenti.
Anche se bisogna essere consci che il problema reale, non è effettivamente l’influenza vaticana, tanto è vero che già nel passato, i cittadini del Bel Paese, in occasione dei referendum sull’aborto e sul divorzio, hanno votato andando in netto contrasto con le direttive d’oltre Tevere, ma la radice del problema, sta nella classe politica, che forse, a destra e a sinistra, vivono all’interno di una campana di vetro preilluministica, e prerisorgimentale, continuando a fare la politica delle vuote frasi ad effetto, anziché la politica dei fatti, credendo che il popolo, le antiche masse ignoranti e analfabete debbano essere guidate paradossalmente con gli stessi proclami dogmatici che per millenni hanno guidato l’Italia nei secoli passati.
Sopra a questo bailamane di chiacchere da osteria, sia in parlamento e nelle piazze, e nelle arene televisive, balza all’occhio l’ipocrisia di tanti esponenti del centro destra paladini del cattolicesimo e della cristianità, risultano essere loro per primi pubblici peccatori e concubini, avendo divorziato dalle loro prime moglie, vivendo e convivendo, in seconde nozze civili (proibite dal Dogma) ma hanno la pretesa d’impugnare un microfono per difendere quei valori giudaico-cristiani che loro pubblicamente disattendono.Ttutto ciò è indegno nei confronti di quanto vorrebbero difendere, calpestando praticamente tutto ciò a cui si ergono come paladini senza macchie e senza paura. Complimenti per la coerenza.
Marco Bazzato
11.03.2007
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