giovedì 24 dicembre 2015
Buon Natale a tutti
.
Ormai l’anno volge al
termine e come sempre sarebbe tempo di bilanci, ma non voglio farli, anche se
debbo dirlo con assoluta onestà, tante cose sono andate bene, altre non sono
andate come si avrebbe sperato. Ma la
vita è un continuo dare e avere e quando poi si mette il tutto nel piatto della
bilancia, si vede se questa pende da una parte o dall’altra. Purtroppo nella
mente dell’uomo sovente si crede di essere la bilancia, mentre alla fine solo
un piatto e raramente, peggio ancora, si riesce a comprendere quale si è.
La mia vita, ringraziando
Dio – sì, ogni tanto va nominato, non
solo per imprecarlo nei momenti di sconforto, anche se dovrebbe essere il
contrario, ma siamo esseri umani, deboli, inclini all’errore e alla superbia, quindi,
come tutti, inciampo, rischiando di ruzzolare a terra, oggi, rispetto al
passato – ha moltissime nubi, non solo
temporalesche, ma anche cariche di tempesta e venti impetuosi, sono lasciate alle spalle e l’orizzonte, al
momento terso, in un costante divenire.
Perché per ogni cosa esiste un perché. E quel perché
è la luce della speranza, la luce del cambiamento. La luce che il giorno
successivo sia sempre migliore, nonostante tutto, migliore rispetto al giorno
passato, e così oggi è.
Sono molte le persone
che vorrei ringraziare, ma visto che la lista sarebbe assai lunga mi limito all’essenziale,
non me ne vogliano tutti gli altri.
Prima di tutto mia
moglie, Ves, la quale, come sempre mi è stata vicina in ogni momento, senza
risparmiarsi mai. Anzi, dandomi il massimo di quanto un uomo potrebbe
desiderare: amore incondizionato e senza mezze misure, perché per lei, come per
me, esiste solo il bianco o il nero. Non so gli altri, ma mi reputo un uomo
fortunato. Incontrare Lei è stato essere baciato dal destino, dove anche un
ranocchio come me ha potuto sentirsi e continua a sentirsi ogni giorno un
principe. Ed essere principi in casa propria, con la propria principessa, significa
tutto, nonostante tutto.
Non posso non
menzionare i miei genitori, Bruna e Adriano. I quali, anche se in questa lista
sono al secondo posto, non sono meno importanti nella mia vita, anzi.
Dopo un lungo periodo
di oscurità ci siamo ritrovati. Non importa il come e non importa quali fossero
le motivazioni che hanno portato a quel lungo buio passato. Ciò che conta è che
con loro, oggi, il presente, nonostante la distanza, è migliore di ciò che è
stato per un lunghissimo periodo.
Purtroppo non sono mai stato una persona
affettivamente espansiva nei loro confronti, un po’ per carattere, un po’ perché
tante cose nel mio modo di essere e di pensare sono come grumi di sassi che non
riescono a passare il setaccio e rimangono intrappolati, e non posso incolpare
nessuno e forse nemmeno me stesso.
Però, oggi, forse come
mai ho fatto prima voglio dir loro che li amo in modo incondizionato, così come
sono, proprio per quello che sono, con tutti i loro difetti e sono molti, ve lo
posso assicurare, ma anche con tutti quei pregi, e non sono da meno, che non ho mai voluto vedere compiutamente ed
onestamente, perché spesso il muro della superbia tende , e questo vale per
tutti, ad oscurare i fatti, facendo così
perdere di lucidità innanzi alle persone, avvelenando il cuore, il pensiero e ottenebrando la ragione.
Non sono il tipo e non
lo sono mai stato che si guarda alle spalle avendo dei rimpianti – anche se al
momento so di averne ancora due, ma auspico che prima o poi riesca a fare pace
innanzitutto con me stesso e di riflesso anche con loro – perché sono solo un peso e un fardello che
invece di proiettarti innanzi al futuro, ti tengono legato a un passato che
viene ricordato in modo deformato e
distorto, quindi non rimpiango ciò che ho fatto, perché nei momenti che ho
fatto determinate scelte, quelle erano, in quell’attimo lì, gli orizzonti che
avevo innanzi. Peccato però che l’essere umano è un soggetto che a volte non
riesce, per miopia, ad andare oltre al proprio naso, oltre al proprio misero
giardino e così, invece di dissodarlo, lo riempie di zoppe di terra arida e
secca, diventando, come un giardiniere imbecille, rischiando di coltivare una
terra sterile che non da frutti senza rendersene
conto il primo nemico di se stesso, e di conseguenza del suo prossimo, vicino o
lontano.
Ma il tempo, se si ha
vita da vivere, è se si ha il coraggio di andare anche oltre il proprio
orgoglio sa essere galantuomo e onesto. E quest’anno ho ricevuto il dono più
grande: mia madre e mio padre, che come “Il figliol Prodigo”, come nel dipinto
di Rembrant, “L’abbraccio Benedicente”, mi hanno abbracciato e accolto, anche
se so che in cuor loro non mi avevano mai scacciato, ma mi avevano lasciato
libero di essere ciò che in quei lunghi anni di oscurità dovevo essere, perché era
un Calvario che andava affrontato e percorso fino in fondo.
Sono sempre stato
refrattario alle Feste, a tutte le feste, Natale e Capodanno e compleanni e
questo per anni è sempre stata la croce di mia moglie, che lentamente e con
tenacia è riuscita a scalfire e far breccia dentro il mio “Lato oscuro della
Forza”, perché per me per molti lustri è esistito solo un Natale con la N
maiuscola, quello del 1994. Natale che
ho espresso nel poema “Un Mese di Gioie e dolori”! Anche se alla fine tutta la
vita di ogni singolo essere umano è un viatico di gioie e dolori senza
soluzione di continuità, fino al suo epilogo, dettato dall’entropia di tutte le
cose.
Ma oggi, come quel
Natale del 1994 qualcosa è cambiato. Anzi, tutto pur rimanendo apparentemente
come il giorno precedente non è mai come il giorno prima, anche se crediamo che
sia così, perché purtroppo l’uomo si trascina addosso, come un pesante sacco
ricolmo di carbone, i fardelli e i pesi di ciò che era, senza rendersi conto
che ciò che era già non esiste più, perché l’unico attimo esistente è ciò che
si è. E quindi oggi tutti noi siamo, perché l’eravamo è solo un’illusione che,
come un veleno che lentamente uccide, soffoca l’anima e lo spirito. Perché
tutto cambia e muta nell’Universo, ma l’unico essere che a oggi, difficilmente cambia
e muta, è l’essere umano.
Voglio ringraziare
Stefano, mio fratello e augurare a lui e a sua moglie e ai suoi figli, perché anche
con lui ci siamo ritrovati, a modo nostro, come era nostra consuetudine,
salute, serenità e pace. Dove ci si
sente, tanto o poco, ma rispetto a prima ci si sente, e questo per entrambi non
solo è molto, ma tutto. Il nostro tutto, secondo il nostro essere.
Voglio fare gli auguri
di buon Natale ad Andrea e Paolo gli altri miei due fratelli, alle loro mogli e
ai figli, ai miei nipoti, augurando, come lo è per me in questo momento, possa
essere un Natele di Pace e riconciliazione, se sentono che debbono riconciliarsi
con qualcuno. Io da parte mia so che dovrebbe essere così, ma lascio che questi
si manifestino, anche se agli eventi bisogna andarci incontro. In ogni caso a tutti loro va il mio
fraterno abbraccio.
Ai miei zii, Ester e
Vincenzo che ci sono sempre stati, fin da bambino, con “zio spucion”, perché,
da infermiere, mi faceva le iniziazioni e mia zia Ester, che, lei non lo sa, ma
l’ho sempre chiamata , come vezzeggiativo affettuoso“Superman”, perché nella
sua semplicità sa essere una super donna.
A tutti gli altri parenti
in Italia che non vedo da anni, dove con alcuni ci parlo via chat.
Alla mia famiglia qui
in Bulgaria, che non sto a nominare un per uno, ma che mi sono tutti cari nel
cuore, perché hanno aperto fin da subito
la porta della loro casa senza alcun pregiudizio e remora, accogliendomi come e
meglio di un fratello cona un sorella. Ma una persona voglio menzionare
pubblicamente: diado Anghel, Nonno Angelo, che, anche se ormai indebolito dagli
anni e dai dolori presenti e passati, quando sorride il suo volto e i suoi
occhi si illuminano, che a modo suo mi ricorda molto mio nonno Meno – Domenico!
E faccio i miei
migliori auguri a tutti voi, amici vicini e lontani, italiani e bulgari e non
solo. Amici lettori, non importa se Fedeli di un Dio diverso dal Dio dei cristiani,
o atei. Auguri anche voi, perché indipendentemente dalla divinità venerata o
negata, il 25 dicembre rappresenta, simboleggia e ricorda il Sol
Invictus. Rappresenta la nascita di un qualcosa o di un qualcuno,dove
ognuno secondo la propria cultura, dovrebbe aprirsi al cambiamento, al rinnovamento, ad un essere
testimoni del nuovo che viene alla Luce che scaccia le Tenebre, all’interno di
quel circolo eterno ma limitato dell’esistenza umana.
A tutti voi, alle vostre
famiglie, ai vostri anziani che non andrebbero mai abbandonati e lasciati soli,agli
ammalati costretti in un letto di ospedale o immobili a casa, auguro, nonostante tutto, la stessa identica
felicità e gioia che ho dentro in questo momento, perché per quanto lunga sia la
vita, per quanta oscurità ci possa essere in molti attimi, poi forse, qualcuno
o qualcosa ti pone la mano sul capo e ti dona una carezza, un abbraccio invisibile
anche se nella distanza, ma quella carezza, quell’abbraccio, quella mano sul
capo, tutto cambia e tutto trasforma.
Ed io oggi quella
carezza e quell’abbraccio da parte di mia madre e mio padre l’ho sentita fino
in fondo e per questo, come ringrazio loro per esserci, ringrazio anche i miei
fratelli e le loro famiglie, soprattutto quelli che fino ad oggi non ho
sentito, perché so che nonostante tutto ci sono.
Grazie e vi abbraccio
tutti e auspico per ognuno di voi, salute, pace e serenità,
Marco
24.12.2015
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