lunedì 13 maggio 2013

Chi è la più “Vulva” dei cartoni animati giapponesi?






Era un po’ che la cosa mi ronzava in testa, ossia cercare di trovare, a mio modesto avviso, l’eroina dei cartoni animati giapponesi degli anni ’70 e ‘80 che risultasse la più vulva del creato animato nipponico.

Certo, passarli in rassegna tutti sarebbe stata un’impresa titanica, anche perché le serie passate in tv sono state più di qualche decina e non le ricordo tutte, oppure non tutte sono presenti, almeno con qualche video su You Tube e quindi i lettori non me ne vogliano, per le dimenticanze.

Comunque le prime analizzate sono state le creazioni di Go Nagai, con in prima fila, quasi a pari merito, Mazinga Z, Il Grande Mazinga, Atlas Ufo Robot, passando attraverso  Jegg,, Gacken , Gaiking, e Space Robot e Daikengo.

Non per questo si può dimenticare il Daitarn 3, Baldios, Danguard, Trider G7, oppure Tekkaman, Kiashian, Gundam, Ken Falco, Gordian, Starzinger, Gattiger, l’Uomo Tigre II, e Calendarman ,Lamù Ramna ½, Lupin III e Star Blazers, Hurricane Polimar e Daltanius.

Di tutte queste serie, molte erano le eroine, comprimarie, che viste con l’occhio adulto di oggi, rappresentano il non plus ultra della maialaggine e che forse hanno animato le fantasie onaniste degli adolescenti di allora e di persone e oggi come me, quasi vecchi puzzoni rincoglioniti.

Molte di queste però possono essere scartate a priori. Prime tra tutte Saika, di Mazinga z, l’isterica adolescente che oltre a farsi distruggere il robottone, altro non riusciva a combinare. Miwa di Jegg, anche se dotata di tette procaci e con il professor Dairi che si immaginava la topa la attraverso gli slip – annaspando tra bave e tre atroci dilemmi: che sia depilata? E cosa usa quando ha le sue cose: assorbenti interni o esterni? – quando collegava con la Base Antiatomica, ha l’espressone e i lineamenti troppo seri,quasi una specie di maestrina dalla penna rossa da libro cuore di De Amicis.

Non vanno tenute in considerazione né Venusia e né Maria Fleed, la sorella di Actars. Venusia, eternamente isterica, sembrava costantemente in preda ad ovulazioni orgasmiche, mentre Maria, essendo un maschiaccio, appariva più come una lesbica che si fingeva innamorata di Alcor – Kojj Kabuto, anche se questi ha sempre avuto l’idea di inzuppare il biscotto in Saiaka.

Su Danguard ci sarebbe stata Nova, ma il pel di carota, e l’acconciatura le stanno malissimo. Per Daitarn III, Reika e Beauty sono sì due bei pezzi di bernarda, entrambe portatrici di un davanzale non da poca cosa, ma la bionda è isterica quasi come Venusia e la mora seria è come la Elsa Fornero degli ultimi trent’anni del millennio passato.

 Luna di Kiashian,, mi è sempre stata antipatica con quelle due ciocche di capelli che arrivavano quasi al culo, mentre Hiromi, di Hurrricane Polimar, ha le labbra troppo carnose che la fanno assomigliare ad un Alba Pairetti, bionda al posto delle tette sembra che abbia due pere marce.

Sakura, di Ken Falco, Lamù di Lamù, Akane di Ramna ½, Sanae di Daltanius, Midori di Gaiking, Cleo di Daikengo, essendo minorenni nelle anime, non vengono tenute in considerazione, per il rispetto che è dovuto alla loro età. Ma Cleo, anche se minorenne merita una menzione particolare per l’acconciatura, che la fa sembrare una ninfetta bionda, tenuta a bada da qualche pappone a forza di eroina.

Sul Gundam, Trider GT 7, Star Blazers, le femmine erano delle autentiche “ciospe”, esclusa Nova di Star Blazers e le aliene, ma visto che qui si parla solo di terrestri, un po’ di sano razzismo intergalattico, anche se alcune sono gnocche,  visti i tempi di picconate alle sicurezze degli italiani autoctoni, e in questo caso ai terrestri il Jus Soli va applicato con estrema severità e rigore legale.

Ma non va dimenticata, tra le ultime nell’ordine delle quasi passabili, Midori de L’uomo tigre II e la Principessa Domenica di Calendarman, passabili, volubili come l’andamento sinusoidale della corrente alternata.

Un discorso a parte potrebbe riguardare Fujiko/Margot di Lupin III, sì ben popputa e con tutta la carrozzeria in ottimo stato di conservazione, ma ha sempre dato l’impressione d’essere una delle tante “figlie di Maria, che sono le prime a darla via”, lasciando sovente il Lupin III arrapato come un molosso, con la fava che gli arrivava, senza flettersi di un grado, sino a Marte.

Ora dovrei essere alla fine e quindi si possono nominare le finaliste. Se dovessi averne saltate qualcuna, beh, o la memoria mi è andata momentaneamente in ferie, oppure erano così brutte che i neuroni si sono rifiutati, per evitare sindromi da stress post traumatici, di farsi eccitare, visto il disgusto che potevano causarmi. Comunque rimangono in ballo: la dottoressa Queennstain di Baldios, Koros di Daitarn III, una terrestre emigrata, non si sa se clandestinamente su marte e uccisa da Aran Banjio e Jun Hono de Il Grande Mazinga.

Diciamocelo:la Queennstain di Baldios, anche se stagionata, farebbe la sua porca figura in qualsiasi harem sbaragliando, per esperienza troionesca, qualsiasi ninfetta strafatta di coca, pur di farsi coraggio – ha sempre segretamente voluto farsi sbattere da Marin. Costei meriterebbe a pieno il titolo di donna Cougar – memorabile la scena della Quinstain mentre si fa la doccia, dove forse nella sua mente perversa si stava immaginando un’ipotetica copulata con Marin, il terrestre proveniente da un’altra dimensione.

E poi, in cima alla lista, per prima, ci sta senza ombra di dubbio Jun Hono, la giovane mulatta, nippo-africana, adottata da Kenzo Kabuto, assieme a Tetsuja Tsurugi, la prima per pilotare il robot Venus, dalle tette e dai capezzoli micidiali – anche se in molti f si sono sempre chiesti: ma dove cazzo li tiene tutti i missili popputi, che sembrano zizze quasi di settima misura? – e il secondo,  Tetsuja Tsurugi, per pilotare Il Grande Mazinga.

Non possiamo nascondercelo: Jun, a differenza di Cecilie Kyenge, è una gnocca transazionale a tutti gli effetti.

Jun ,ha due mammelllle antigravitazionali, dove si presume che i capezzoli puntino in avanti, senza paura e senza complessi di inferiorità e poi, maremma bucaiola, il culo a mandolino, dove il vedi/ non vedi  era lasciato all’immaginazione  grazie alla minigonna, dove ogni tanto gli sceneggiatori, grazie alla magia depravata dei disegnatori, hanno fatto intravvedere gli slip bianchi – con le solita ciclopica domande degli “smanettoni”: depilata o non depilata? Quando le arrivava il “marchese”, assorbente interno od esterno? – d che si abbinavano alla perfezione con le cosce di color ebano, tornite alla perfezione, probabilmente prive di smagliature e di antiestetiche bucce di arancia.

Oltre all’aspetto estetico, non va dimenticata la voce italiana: il tono basso e soffuso,teneramente dolce ma deciso,  fa apparire Jun come portatrice sana della sindrome da eccitazione sessuale permanente, sia quando favella normalmente, ma soprattutto quando gridava: “Regina delle stelle, Via”, “Venus, fuori!”,Agganciamento!” , “missili digitali”, “Venus salto”, fino al giungere delle due missilistiche tette sul volto del fortunato succhiatore dei capezzoli ricolmi di latte delle gigantesche mammellllle esplosive!

Insomma, la vera Regina delle Stelle, la donna non più ragazza, ma non certo vetusta e necessariamente troppo usurata negli organi genitali e nelle zone erogene, potrebbe essere, se non si è razzisti, proprio Jun, non per piaggeria politica verso una meticcia, un ibrido creato dalla fantasia di Go Nagai, ma perché potrebbe rappresentare l’ideale di donna che se le danzi troppo sopra le ovaie, ti spara due tette in faccia, facendoti saltare in aria, lasciandoti sbudellatamente morto a terra. Quindi credo che ormai si possa dire, oltre ogni ragionevole dubbio che è lei la grande Vulva dei cartoni animati giapponesi degli anni ’70 e ’80!

Marco Bazzato
13.05.2013

8 commenti:

  1. Non amo difendere nessuno certo, ma mi sono imbattuto per caso su questo blog per leggere un articolo su Spoladore. Un articolo pieno di giudizi senza prove alla mano se non quelle di una stampa che dovresti ben sapere pilotata in ogni sua sfacettatura. Poi vedo un articolo sulle Vulve dei Cartoni Giapponesi e ora si dico....ora capisco tutto!...Lascia stare...

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  2. Vedi gentile amico, evidentemente non sai distinguere un articolo scherzoso, anche se scritto in modo volutamente volgare, come quello di “Chi è la più vulva dei cartoni animati giapponesi” da quello più serio, fondato da esperienze dirette e quindi so bene ciò che dico e scrivo. Nessun problema, nessuno è obbligato a leggermi e come per ogni persona che scrive, il diritto di critica e di non concordare con me è sacrosanto, guai se non lo fosse. Io ti consiglierei di fare una bella cosa: prenditi l’articolo cheti interessa di Spoladore, facci copia e incolla, cancellando il nome dello stronzo che lo ha scritto, io in questo caso, e vattelo a rileggere da qui a qualche settimana, quando ti sarai dimenticato il mio nome e la mia faccia e poi, se sei una persona intelligente come pensi di essere, riflettici tu, ma questa volta senza alcuna pregiudiziale di sorta. Comunque probabilmente in ogni caso appartieni alla schiera di sgherri con la mente lavata da questo ex prete.
    A tua disposizione quando vuoi,
    Marco

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  3. Grazie lo farò, ad ogni modo posso invitarti a fare lo stesso (scrivo senza toni polemici sia chiaro) rivedendo quanto hai scritto, magari vedrai che con l'ultima frase sei caduto nel mio stesso (possibile) errore!
    Interessante l'essere umano no?
    Buona continuazione e scusa se sono stato "provocatorio"!

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  4. Non ti devi scusare per avere espresso la tua opinione, soprattutto quando è espressa con intelligenza e educazione, senza contare che la provocazione, quando è ben fatta, da parte di tutti,a iuta alla riflessione. A riguardo l’articolo di Spoladore, chiaramente non ho la pretesa di avere al verità assoluta in mano, ma ho solo espresso un opinione, condivisibile come no, in base ad esperienze personali e ad informazioni varie raccolte nel corso degli anni, e la parzialità, la mia come quella di tutti, può sempre essere in agguato.
    A rileggerti sempre con piacere.

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  5. L 'animazione robotica giapponese prodotta negli anni '70 , e le serie televisive fantascientifiche di MAZINGA Z, IL GRANDE MAZINGA, ATLAS UFO ROBOT (GOLDRAKE), SPACE ROBOT (GETTA ROBOT), JET ROBOT( GETTA ROBOT G), JEEG ROBOT UOMO D' ACCIAIO, hanno in comune la modernità e la vivezza del disegno, l' inesauribile fantasia nella concatenazione degli eventi, e la dinamicità della vicenda, tipicamente giapponesi nell' impostazione scientifica. Queste serie televisive create dai maestri giapponesi dell' animazione, consentono di vedere all' opera, in una vertiginosa serie di vicende fantascientifiche, i robot che da bambini abbiamo tanto amato. In ogni serie, i protagonisti, sono impegnati allo spasimo per salvare la Terra dall' annientamento. Episodi romantici, gentili e commoventi, temperano la dinamicità dei momenti guerreschi, e rendono umanamente credibile, la spazialità delle storie.

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  6. CIAO MARCO, MI CHIAMO GIANLUCA, ANCHE SE ONCRDO CON TE SU PARECCHIE EROINE, SECONDO ME, L'ORDINE DOVREBBE ESSERE:
    3° LA RAGAZZA DI GACKEEN MAY KAZUKI
    2° MIWA DI JEEG ROBOT D'ACCIAIO ANCHE SE CONCORDO CHE STA TROPPO SULLE SUE
    1° INARRIVABILE HAI RAGIONE SU QUESTO JUNET HONO UNA SIGNORINA INTRIGANTISSIMA

    AH DI BALDIOS ERA PIù INTRIGANTE ROSA AFRODIA DI QUINSTAIN

    CIAO GIANLUCA

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  7. CIAO MARCO, MI CHIAMO GIANLUCA, ANCHE SE CONCRDO CON TE SU PARECCHIE EROINE, SECONDO ME, L'ORDINE DOVREBBE ESSERE:
    3° LA RAGAZZA DI GACKEEN, MAY KAZUKI
    2° MIWA, DI JEEG ROBOT D'ACCIAIO, ANCHE SE CONCORDO CHE STA TROPPO SULLE SUE
    1° INARRIVABILE, HAI RAGIONE SU QUESTO, JUNET HONO UNA SIGNORINA INTRIGANTISSIMA

    AH DI BALDIOS ERA PIù INTRIGANTE ROSA AFRODIA DI QUINSTAIN

    CIAO GIANLUCA

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  8. CIAO MARCO, NON SO SE VOLUTAMENTE O PERCHè INTENDEVI SOLO I CARTONI ROBOTICI MA, OSCAR FRANSUAS DE JARJIAS (LADY OSCAR) NON MERITEREBBE UNA MENZIONE? SALUTI ALE

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