mercoledì 21 marzo 2007

Il diritto al “Puttan tour”

È inutile nascondersi dietro un’ipocrisia pelosa, una falsa facciata di perbenismo familiare e sociale, perchè sarebbe utile sapere quanti sono stati i maschi, in vita loro, non hanno mai fatto il classico “Puttan Tour”, probabilmente non sono pochi i giovani, che carichi di ormoni, partono con l’auto piena d’amici, per visitare le vie o le zone dell’amore a pagamento.
D’altronde si è giovani e curiosi, o semplicemente impertinenti, e si guida a passo d’uomo, lungo i viali battuti dalle “buone donne” si strabuzzano gli occhi, e gli occupanti nell’auto si lasciano andare a battute volgari, grevi, e fantasie erotiche più o meno spinte, ma senza fermarsi, abbassare il finestrino per iniziare una trattativa commerciale. Diverso è se il Tour” è fatto da un uomo sposato, solo in auto, padre di famiglia, con una carica politica nazionale fotografato da un paparazzo. “Certo, non si crocifigge un uomo perché una volta ha fatto una sciocchezza”. Ma chi vuole crocifiggerlo? L’opposizione politica, la stampa schierata? L’italia perbenista e ipocrita per quella sosta fatta a tarda sera in una via battuta dai trans? Siamo seri, il tapino, ha abbastanza guai in famiglia, con la moglie, presumibilmente incazzata come una faina nello scoprire che il marito, il padre dei suoi figli, l’uomo accanto al Presidente del Consiglio in Italia e all’estero, è attirato, o semplicemente incautamente incuriosito dal fascino ambiguo delle passeggiatrici transgender.
A nulla era servito l’intervento di un settimanale che aveva sborsato la bellezza di centomila euro per ritirare dal mercato gli scatti “proibiti”. Il che fa sorgere la domanda: come mai un settimanale dovrebbe pagare una cifra spropositata per tenere le foto in un cassetto? C’è da dubitare che il direttore abbia pagato le foto di tasca propria, o abbia così tanta discrezionalità di spesa, per non dover rendere conto a nessuno dell’esborso astronomico degli scatti, che da più di una settimana fanno parlare l’Italia. Oltretutto non risulta che tanta bontà di cuore, tanto amore venga riservato da parte di un direttore di settimanale, se il beccato è un operaio qualsiasi, un disoccupato, o un cassaintegrato. Certe forme di bontà d’animo, puzzano come il pecorino, come i calzettoni di lana, tenuti ai piedi d’estate, sotto la canicola rovente, per settimane.
Tante domande, troppi dubbi su questa vicenda Boccaccesca di vizi privati e pubbliche virtù di un alto esponente di governo, che quando apprese la notizia venne ricoverato per una colica addominale.
Molti si chiedono dove finisce il diritto di cronaca, e inizia il confine privato dell’inviolabilità della privacy. Il confine è labile, quasi inesistente, quando una personalità pubblica, una figura politica soprattutto, decide di combinare “marachelle?” in una strada pubblica, conscio di quello che fa, e non possono essere accusati giornalisti, media, organi d’informazione, che per gossip o speculazione politica, riportano in modo documentale il fatto, che non ha mancato di rispetto solo agli elettori, ma alla in primis moglie e alla famiglia, e non può fare altro che prendersela con se stesso per la sua scarsa avventatezza personale.

Marco Bazzato
21.03.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/