sabato 31 marzo 2007

Attacco all’Iran?

Il pretesto per un attacco all’Iran sembra cosa fatta. Gli infedeli, secondo il punto di vista occidentale hanno arrestato quindici marinai inglesi, rei d’aver sconfinato il 23 marzo nelle acque territoriali iraniane, fatto smentito sia dagli americani, sia dal primo ministro del Regno Unito.
Dai filmati diffusi dalle agenzie iraniane, sembrerebbe che i prigionieri – nonostante le parole di condanna – di occidentale sgomento peloso – godano di buona salute; nelle immagini trasmesse non si vedono volti eccessivamente tirati, tesi, facce tumefatte e spaurite, occhi fuori dalle orbite per la tensione, anzi sembrerebbe, a differenza dei trattamenti usati ad Abu Irgrab e nella base di Guantanamo, che sia stata rispettata la convenzione di Ginevra.
Il paradosso è che i Paesi occidentali, in prima linea stati Uniti ed Inghilterra, dopo aver imposto all’Onu, risoluzioni di condanna e sanzioni contro uno Stato sovrano, reo di voler disporre tra minimo dieci di energia nucleare per scopi civili, al pari di molti altri Stati nel mondo, rischia d’essere strangolato dalle sanzioni economiche, perché il primario interesse iraniano, non è il nucleare, ma l’avere il pagamento del proprio petrolio, non in dollari americani, ma in Euro; ma l’Europa, pur di non imicarsi il gigante americano, invece di fare i propri interessi, con evidenti vantaggi per i cittadini europei, che al pari degli americani, potrebbe avere il prezioso oro nero (bene reale)m scambiandolo con carta moneta (di valore simbolico), continua ad essere appiattita su posizioni guerrafondaie angolo-americane, che usano l’Onu come una clava mondiale imponendo embarghi e sanzioni strozza popoli.
Non si capisce il perché di tanta esecrazione occidentale per la confessione pubblica di sconfinamento, fatta dal soldato di Sua Maestà. Il giovane soldato, al pari di tanti innocenti iracheni torturati a morte, sta solo cercando di portare a casa la pelle, forse ammettendo ciò che ufficialmente deve essere negato a tutti i costi.
Tony Blair, gli omologhi europei e americani hanno poco da indignarsi per le immagini, e la “confessione”del mariano,, se fosse vera, sarebbe un atto infamante per Inghilterra, e se fosse stata estorta con la tortura, sarebbe in linea con il memorandum, del 16.4.2003 Rumsfeld ad uso interno al generale comandante del Comando statunitense meridionale, che contiene l'elenco e la descrizione delle tecniche di tortura approvate dal segretario alla difesa statunitense e se gli iracheni avessero usato lo stesso memorandum reperibile nella rete, non avrebbero fatto altro che applicare un principio di reciprocità, che è disumano, quando a subirlo sono cittadini o soldati occidentali, mentre è giusto, umano e corretto, quando i fruitori di queste attenzioni particolari, sono mediorientali, e presunti terroristi, vedi il rapimento da parte della Cia, con il contributo italiano dell’imam Abu Omar, dove dopo esser stato condotto in Egitto e torturato, è stato rilasciato, ma lo Stato italiano, gli ha negato il visto d’ingresso per venire a testimoniare al processo milanese.
Nel gioco infame della politica internazionale gli aggressori sono le vittime, gli aggrediti sono colpevoli perché difendono la loro integrità territoriale. Il cittadino medio annebbiato dalla maggior parte del potere mediatico, che con sapiente dosaggio di parole e frasi ad effetto, inducono malafede e all’interpretazione partigiana dei fatti reali e degli eventi, manipolando l’opinione pubblica, verso un pensiero unico.
La crisi diplomatica dovrebbe essere disinnescata non da parte iraniana, ma dagli inglesi, perché ammesso e non concesso che non abbiano sconfinato, nonostante l’ingente forza militare, non sono nella condizione di poter trattare il rilascio dei loro marinai, e se le forze politiche del Regno Unito hanno quell’amplomb diplomatico di qui spavaldamente vanno fieri, dovrebbero ammettere l’errore, e chiudere la faccenda con un congruo risarcimento, ma l’aristocratica e secolare spocchia inglese, difficilmente piegherà la schiena in un gesto d’umiltà plebea, li metterebbe alla pari di quegli straccioni, che come al tempo delle colonie dell’epoca vittoriana, desiderano ancora invadere e sottomettere.
Le uniche vittime, per ora di questa desolante situazione, sono i quindici marinai inviati al fronte a combattere una guerra, non loro, che dovrebbe essere combattuta armi alla mano dai politicanti da strapazzo, Iraniani od occidentali, a cui del popolo non importa nulla, e sono semplicemente carne da macello sacrificabile sull’altare della retorica politica nazionale e internazionale.

Marco Bazzato
31.03.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/