mercoledì 9 aprile 2008

Il cuore di Wojtyla in Polonia?





I cattolici polacchi, vorrebbero poter ricevere dal Vaticano il cuore del defunto papa: Karol Wojtyla, che in molti rivorrebbero in Polonia.
Ora, indipendentemente dal valore politico, dell’ex imperatore Vaticano, nonché unico capo di Stato di teocratico – di matrice cattolica – della vecchia Europa, la richiesta dei fedeli e/o fanatici – dipende dai punti di vista – polacchi, porta a considerare questa “devozione” come un atto feticistico, come è la lingua e il mento di
Sant’Antonio, esposti assieme ad altre “reliquie”, vecchi stracci compresi, che attirano ogni anno nella Città del Santo, milioni di fedeli, che sperano o che credono in una grazia, semplicemente toccando il marmo nero, posto dietro uno degli altari, ove sono riposte le spoglie mortali – ossa – del frate francescano, nato in Portogallo nel 1195.

Il cuore, checché ne dicano le alte gerarchie ecclesiastiche polacche, non dovrebbe essere restituito alla Polonia, in quanto il defunto imperatore, sempre che non abbia espresso diversamente le proprie volontà, dichiarando esplicitamente che da morto voleva essere smembrato e spedito – per scopi devozionali e/o promozionali in varie parti del mondo, deve rimanere nello Stato, il Vaticano, dentro la città eterna, che gli ha portato successo planetario, Roma, in quanto la città e l’Italia, hanno sostenuto, anche economicamente il Vaticano, accollandosi grazie al concordato Italia-Vaticano parete dei costi del papato stesso, cosa che continua a fare anche con l’attuale pontefice.

La restituzione del cuore, non di Karol Wojtyla, ma di Giovanni Paolo II, nome scelto quando è stato eletto al soglio pontificio, ha fatto cadere ogni diritto della patria d’origine, quandoè diventato il capo della Chiesa Cattolica, che grazie anche al suo intervento, non come Wojtyla, che come sacerdote o vescovo polacco, non sarebbe servito a nulla, ma come Sommo Pontefice Romano, ha permesso non solo l’appoggio a
Solidarność, ma anche la successiva caduta del Muro di Berlino, con la conseguente caduta dell’Unione Sovietica.

I polacchi, che piaccia o no, non hanno nessun diritto da accampare sulle spoglie mortali, non del loro ex connazionale, ma sulle spoglie di Giovanni Paolo II, in quanto questi, come Paese, hanno già ricevuto enormi finanziamenti – giunti
clandestinamente, tramite il Vaticano, dalla CIA – per il crollo del regime sovietico di cui, Wojtyla, prima come polacco, e poi Giovanni Paolo II, come Papa, è stato, secondo alcuni complice, secondo altri uno degli artefici.

Il cuore del defunto pontefice, piaccia o no, interessa ai polacchi, come all’Italia, e al Vaticano in primis, ufficialmente per la venerazione dei fedeli, perché dopo la
beatificazione, le azioni, non spirituali, ma economiche del medesimo, salirebbero enormemente, dando la possibilità al Vaticano di passare all’incasso, grazie all’enorme afflusso di fedeli, che potrebbero aumentare in modo esponenziale, dopo l’ascesa alla gloria degli altari e la Polonia, con in prima linea Cracovia, vorrebbero essere della partita.

Lo smembramento, come scrive
Repubblica, di parti del corpo del defunto pontefice, apparterebbe ad una tradizione tutta polacca, usata in passato, per secoli anche dal Vaticano, che del commercio di reliquie, aveva creato un florido mercato, anche se ufficialmente mai riconosciuto dalla medesima, in quanto considerato sacrilego, ma che non ha impedito, come per i grandi giubilei, di lucrare indulgenze, dopo il pagamento dell’obolo.

Il Vaticano, dopo i soldi spesi, pagati in massima parte dagli italiani, grazie al contributo dell’
otto per mille alla Chiesa Cattolica, dovrebbe tenere per se, ogni parte del corpo, eventualmente smembrato del defunto pontefice, in modo da poter rientrare dei costi sostenuti per il mantenimento del medesimo a Roma e gli eventuali guadagni futuri dovrebbero essere ripartiti, in primo luogo, agli italiani o al massimo dati, in misura non superiore al dieci percento ai polacchi, per lo sfruttamento dei diritti d’immagine, tolte prima naturalmente tutte le spese, come si fa per i diritti d’autore e/o le roliaty, anche se i diritti dello sfruttamento d’immagine del medesimo, appartengono di diritto allo Stato Città del Vaticano, pezzi di corpo e/o carne umana, sotto formaldeide, compresi.

Per concludere, se l’operazione andasse – sfortunatamente – a buon fine, sarebbe antieconomica, per il fatto che sebbene la Polonia è un Paese fortemente cattolico, l’operazione sarebbe quasi ad uso esclusivo del mercato interno, mentre Roma, volenti o nolenti, è il centro della Cristianità e la capitale italiana è visitata ogni anno da milioni di turisti, garantisce un tornaconto economico, con margini di guadagno più ampi, di quelli che potrebbero essere ricavati a Cracovia, che rispetto alla Città Eterna, conta circa quasi ottocentomila abitanti.


Marco Bazzato

09.04.2008

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