giovedì 24 aprile 2008

Esposizione di San Pio


È poi ci siamo lamentatati per anni che nell’ex Unione Sovietica, esisteva il Mausoleo di Lenin, col cadavere esposto alla venerazione – ideologica – dei sudditi, esattamente come è avvenuto per decenni nella Cina Maoista.

Il cattolicesimo, pur usando non armi ideologiche, ma di religione diverse, ha fatto e farà in questi giorni, con l’esposizione “alla devozione dei fedeli” del cadavere, o come usa dire, delle spoglie mortali di San Pio da Petralcina.

L’evento mediatico, esattamente, anche se in misura minore rispetto al Giubileo del 2000, attirerà, stando alle stime ottimistiche, circa un milione di visitatori, in fila per ore, nell’attesa di un breve passaggio, di pochi minuti, davanti ad un cadavere.

Lo scrivente, ricorda nonostante all’epoca fosse stato poco più che bambino, quando nella Basilica di Sant’Antonio da Padova, furono esposte le ossa del santo, dove feci una coda lunga ore, camminando a passo di lumaca, manco i pellegrini fossero stati imbottigliati al rientro ferragostano, per “omaggiare” – rapidamente – le ossa di una veloce occhiata, un segno di croce, e la magra constatazione, che l’aspettativa religiosa, era una cosa, mentre la realtà pratica di quanto si osservava era miseramente diversa. Le ossa, infatti, non era dissimili a quelle che comunemente si possono trovare in un qualsiasi museo, in qualsiasi laboratorio investigativo o archeologico, lasciando al termine della visita – mordi e fuggi – l’amaro in bocca.

Lo stesso avvenne anche in occasione del Giubileo del 2000, quando, dopo essermi recato a San Pietro, al rientro chiesi ad un missionario mio amico, se nella basilica, tempio della Cristianità universale, fosse stata approntata “Una nuova giostra?”. Da poco, infatti, erano stati posti in bella vista, le spoglie di Giovanni XXIII, che si attiravano un enormità di fedeli, ma che poi, si allontanavano scuotendo la testa, forse delusi per il macabro spettacolo a cui avevano assistito.

In questi giorni si ripeterà l’ennesimo assalto dei fedeli, in nome di una religiosità, non di una Fede, che ha bisogno d’immagini forti, per essere alimentata, col rischio, di trasformare la Fede, in un mero fatto commerciale, composto di souvenir Made in Cina, di immagini sacre, acque benedette, buone per la suggestione.
Ma la Fede, se vera, è tutt’altra cosa, la Fede, non ha bisogno di queste fiere paesane per essere vissuta interiormente come momento di comunione spirituale con un Dio, qualunque esso sia.
L’uomo moderno vive di stereoti
pi medioevali, alimentandosi non del Verbo divenuto carne, ma della carne che diviene polvere, dissolvendosi per l’incidere del tempo.

Viene però naturale da chiedersi, se Padre Pio, l’uomo, il frate, che per anni è stato ghettizzato dalla Chiesa, che ha subito il tribunale del Sant’Uffizio, oggi, se guarda questa stessa Chiesa dall’alto, nel posto dedicato ai Santi, a contemplare la Luce eterna di Dio, sarebbe contento di tutto ciò? Forse no, forse risponderebbe col suo ben conosciuto caratteraccio, in modo anche sgarbato, ma guardando l’uomo, il peccatore che espone le sue spoglie, il suo cadavere, sorridendo ma piangendo, cercando di comprendere questi figli della Chiesa, non di Dio, smarriti, in coda, in attesa paziente e silenziosa, cercando di trovare una ragione, non solo divina, ma anche umana, logica, razionale, di buon senso, per tanto interesse – economico – nei confronti dei suoi resti mortali.

In molti si chiedono, se questa mercificazione del corpo di un morto, sebbene elevato alla soglia degli altari, sia necessaria, e giusta per la memoria stessa dello stigmatizzato, se sia umana, per una Chiesa che dovrebbe mettere al primo posto l’uomo dal concepimento sino alla morte, ma soprattutto oltre, evitando il mercimonio, che va per assurdo a colpire – nel portafoglio innanzitutto – soprattutto i più deboli, i poveri, coloro che hanno già nel cuore una Fede semplice, vera, istintuale, che proviene da Dio, e che in modo acritico, si mette in coda, spinta forse anche da un desiderio necroforo di vedere un cadavere, che anche se Santo, è soprattutto Santo nello spirito, e cui si dovrebbe conservare la stessa sacralità, dovuta al corpo sebbene morto, lasciandolo all’”Eterno Riposo”.

Marco Bazzato
24.04.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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