lunedì 26 maggio 2008

Grazia per Anna Maria Franzoni?


L’Italia si sa,è un Paese strano. Un Paese dove a fatica, non si riesce a capire perché determinati delitti, a distanza di anni continuano a tenere le prime pagine dei giornali. E il caso dell’assassina di Cogne, Anna Maria Franzoni, madre snaturata, secondo la Corte di Cassazione, condannata a 16 anni di galera, ma se l’ingiustizia farà il suo corso, probabilmente potrebbe iniziare ad uscire dal carcere, grazie a permessi premio, sconti di pena, e bestialità varie, tra circa cinque o sei anni. Eppure per alcuni buonisti, amanti del perdonismo facile, questi sono ancora troppi. Accantonata l’ipotesi di una revisione del processo, alcuni comunisti, dalle pagine di Liberazione, ventilano la volgare ipotesi, non respinta dalla Franzoni , di chiedere la grazia a Napolitano. “Per far prevalere il sentimento di pietà” – dicono – nei confronti di una madre, condannata per assassinio, nei confronti dei due figli superstiti e il marito, che stanno soffrendo in m odo indicibile.

Cosa centrano le sofferenze dei figli e del marito della Franzoni, con questa situazione? Giuridicamente nulla. La signora ha avuto anni per dimostrare l’ estraneità ai fatti, ma non c’ è riuscita, anzi, l a somma delle prove a suo sfavore l’hanno soverchiata. E ora per un assurdo sentimento di pietismo, la si vorrebbe fuori, cercando di tirare il Presidente Napolitano per la giacchetta?

La condannata Franzoni, indipendentemente dal dolore del marito e dei figli, non merita né nessuno sconto d pena, né un solo giorno di permesso premio, anche se per buona condotta, poco importa se continua a dirsi innocente, è stato stabilito l’esatto opposto, ed è giusto, che sconti la condanna, senza favoritismi, come sembra stia già iniziando ad avvenire. Tant’è che le guardie carcerarie del gabbio dove l’assassina è rinchiusa mugugnano per i
favoritismi concessi al marito e ai figli, che hanno potuto entrare con l’auto nel cortile dell’istituto di pena, possibilità negata anche ai dipendenti stessi. È strano che i giornalisti sempre così accorti, quando vogliono, non si siano presi la briga d’indagare sul perché e chi ha permesso queste agevolazioni.

Può sembrare assurdo, all’orecchio dei perdonisti a tutti i costi, ma è per la gravità del delitto in cui la Franzoni è condannata, dell’ infamante valore simbolico che la vicenda ha assunto, che l’assassina, sebbene se non reoconfoessa, deve diventare un esempio, non di mollezza pelosa della giustizia, ma del rigore della stessa, in virtù del fatto, che per anni, questa “madre” di famiglia, ha impazzato, col beneplacito non si sa di chi, nelle tv nazionali, e oggi, in ragione della sentenza di colpevolezza, deve essere da monito a tutte le bravi madri, che avessero l’idea crepuscolare di prendere a mazzate i figli.

L’onda perdonista in cui si sta muovendo una certa politica, non rappresentata in parlamento, da decenni ha inquinato la giustizia italiana, creando un movimento falsamente buonista che ha reso la Legge e la giustizia italiana, il ventre molle dell’Unione Europea, dove certi tracagnotti provincialisti, dovrebbero piantarla di prendere le difese di ogni condannato, soprattutto eccellente, per il piacere di rendere ancora più melmosi i fondali, già traboccanti, come pittali pieni, di processi infiniti, reggendo il moccolo di ogni oscenità morale, nel nome di un falso perdonismo ateisiticamente cristiano, che fa passare per bestie disumane, complici anche i media, che continuano, inconsciamente, ma non troppo a parteggiare per i carnefici, addossando ai sopravissuti di qualche tragedia, quasi il senso di colpa per la giusta impossibilità umana e naturale di iniziare un processo elaborativi di perdono a nemmeno poche ore dal un evento criminoso con i cadaveri ancora sul tavolo autoptico del medico legale, in attesa di darne degna sepoltura.

La Franzoni, per qualche mistero doloroso della politica italiana, è diventata un personaggio mediatico, di cui gli italiani del volto, apparentemente affranto, avrebbero fatto volentieri a meno. Eppure è stata eletta, elevata a personaggio pubblico, non per opere meritorie ma, dopo i tre gradi di giudizio, per un omicidio in famiglia, per l’omicidio del sangue del suo sangue, del figlio, Samuele, che ha portato in grembo per nove mesi. E di questo, alcuni
comunisti, in nome di un finto buonismo, sono pronti ad muoversi a favore della domanda di grazia. Viene da chiedersi se questa è umanità, oppure una volgare copertura a favore della disumanità stessa?

Si potrebbe, in un eccesso d’umanità vera, comprendere il dolore dei figli e del marito della Franzoni, ma questo dolore, questo distacco, non deve essere mediaticamente trasformato in una richiesta di Grazia per la madre assassina. Non si possono usare marito e figli, come arieti per far leva sui sentimenti, mediaticamente ignobili, di una sofferenza, che deve essere scontata in forma privata, lontano dalle luci dei riflettori.

C’è da rilevare, che troppi amici di Caino, sostenitori dei carnefici, hanno il coraggio d’andare a dire che l’Italia, e gli italiani, a ragione, stanno diventando forcaiola e giustizialista. È vero, da tempo gli italiani, per colpa di una sinistra morta, sono diventati giustizialisti, cinici nei confronti dei colpevoli, desiderosi di vederli, non appesi a testa in giù, come fecero i comunisti con Mussolini, ma almeno di veder inflitta, fino all’ultimo giorno,la la pena, cosa che complice leggi con più buchi di un groviera, da decenni è impossibile fare.

La Franzoni è solo l’ultima carnefice in onore di beatificazione ateistica, che si vorrebbe liberata in onore dei vivi, infangando la memoria dei morti, in questo caso di un bambino, il figlio, che aveva come unica colpa, l’essere un figlio di Anna Maria Franzoni.

Marco Bazzato
26.05.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/

2 commenti:

  1. La Franzoni non va messa in carcere, ma in un istituto psichiatrico; che che ne dicono se ha veramente commesso il fatto, è una persona da curare non da punire.

    RispondiElimina
  2. la franzoni non è da curare ma da rinchiudere e buttar via la chiave! speriamo che almeno si faccia tutta la condanna. In Italia se ammazzi diventi famoso se rubi diventi intoccabile!

    RispondiElimina

.Visto il barbarismo espressivo di qualche utente anonimo, i commenti potranno essere moderati e/o rimosssi a insindacabile giudizio..
Il titolare del blog declina qualsiasi responsabilità civile, penale per i contenuti dei commenti dei lettori, in quanto unici titolari, che se ne assumono la completa paternità e con l’invio del post, dichiarano implicitamente compreso quanto sopra