mercoledì 14 maggio 2008

Zingari e banditi: rumeni furiosi



Ora le palle, girano abbastanza anche ai rumeni. Non tanto quelli che delinquono nel Bel Paese, ma i rumeni in patria, che oggi hanno paura, che gli italiani, finalmente stanchi di soprusi, omicidi, stupri, violenze, borseggi, tentativi di rapimento di neonate in casa, rispediscano “gli onti” dalla fedina lunga chilometri nella loro bella patria, affinché possano delinquere in casa.

Ma alla politica rumena, e alla parte sana dei rumeni, che per fortuna è la maggioranza, non piace, fa tremare le vene ai polsi, riempiendosi di scariche intestinali e/odiarrotiche, per timore che i bei fatti di cronaca nera, che imperversano nella penisola, possano ripetersi, una volta rispedito a casa il liquame, nella patria di Ceusescu.

Maroni, ministro dell’interno, si è preso proprio nei “maroni” il peso dello scoramento italiano, sta pensando ad un giro di vite, sugli ingressi, ricacciando zingari, puttane, col dispiacere dei clienti italiani, spacciatori e merda varia, che dovranno trovare accoglienza non in carri piombati e privi di luce del millennio passato, ma in più comodi e costosi mezzi di trasporto, che andranno disinfestati da pulci, zecche, parassiti e malattie venere varia, che potrebbero infettare gli italiani viaggiatori, al termine del trasporto rifiuti nella loro beneamata patria.

Il ministro ha torto? Sicuramente la sinistra, specie quella estinta, quella in doppio petto, pronta a fare cagnara a piè pari, pur di sfasciare qualcosa, dirà, sodalizzando con uno Stato Straniero, seppur membro dell’unione europea, è pronta a difendere campi nomadi, stupratori dalla fedina penale lunga un chilometro, pronti a protestare in nome di ogni presunta diversità, pur di scassare le “palle” alle persone perbene. Ma se sono così buoni di cuore, si adottino uno zingaro, uno stupratore e lo facnno dormire con le loro donne, le loro madri, fidanzate o sorelle, visto che amano ogni (de)genere di delinquente, nel nome di una multiculturalità, che complice una giustizia ingolfata e morta, ha fatto diventare l’Italia, la pattumiera della feccia straniera – come se già non avessimo abbastanza feccia e del liquame nostrano – coscienti che il Bel Paese, spalanca le braccia ad ogni genere di nequizia, poi, tanto i costi sociali gli pagano gli italiani perbene.

Di cos’hanno paura i politici rumeni? Del rientro in patria del patrio letame, dei peggiori soggetti, che sono stati felici di sbolognare fuori dal Paese, andando a far malanni e morti in casa d’altri, mentre loro garantivano la sicurezza alle imprese italiane, che producono reddito e tasse in Romania? A loro gli utili e all’Italia la feccia, le protuberanze cancerogene di determinati elementi della società rumena, che hanno nel D.N.A il virus maligno del crimine organizzato, della prostituzione, della rapina zingaresca e/o dell’accattonaggio?

Per fortuna la maggioranza dei rumeni che vive e lavora in Italia, fa il possibile per integrarsi e per tenere alta la bandiera nazionale e per assurdo, sono i primi,che si sentono infanganti e lordati escrementisticamente dalla delinquenza dilagante dei loro connazionali, che va a nutrire il pregiudizio, la paura, e il disagio degli italiani, spesso vittime di balordi, che non hanno rispetto per la vita umana.

I primi a reagire a questa ondata, sono stati i napoletani, dopo il tentativo di rapimento di un neonato da parte di una zingara sedicenne. Dove un gruppo di giovinastri, vista l’assenza dello Stato, tenendo conto anche che Napoli e regione Campania, sono già piene di mondezza, hanno optato per dar fuoco alle baracche disabitate, di un campo zingari a Ponticelli.

L’atto compiuto contro le baracche, deve essere considerato esecrabile sotto tutti i punti di vista, anche se non va dimenticato, che sono state date alle fiamme catapecchie vuote e abusive, che non dovevano né essere edificate, né tantomeno contenere “’persone?”. Senza dimenticare poi, che i Napoletani, già con la mondezza che arriva al cielo, da tempo sono esasperati e probabilmente cercano, trovando negli zingari, i capri espiatori ideali, specie dopo il tentativo di rapimento di un bambino.

Lo Stato, se esiste, deve darsi una mossa, senza farsi prendere da falsi pietismi da un buonismo pacifinto, di stampo sinistroide, che come le ultime elezioni ha dimostrato, è stato considerato fallimentare e deleterio per la sicurezza del Paese.

Naturalmente, rimane il fatto che la Romania ha il diritto di protestare, se gli viene riconsegnata la propria immondizia, ma a ben pensarci, la situazione, nella sua tragica comicità, è simile alla normo-emergenza eterna dei rifiuti campani, dove le altre regioni d’Italia, hanno a – a ragione – deciso di lasciar soffocare nei miasmi la regione presieduta da Bassolino, rifiutandosi d’accogliere l’immondizia, perché non aveva eticamente ed economicamente senso, aiutare una regione che ha preferito, grazie ad una politica connivente con cani e porci, di distruggere il tessuto sociale e naturale campano, deturpandolo con gli effetti ormai noti a tutti.

La situazione degli zingari rumeni, o del delinquente rumeno, è identica alla situazione Campana, dove la Campania non è altro che l’Italia intera, che si è riempita, peggio di una discarica abusiva a cielo aperto di banditi, accattoni, zingari, puttane e papponi, come se non ne avessimo già abbastanza di quelli italici, e che come tali, vanno rispediti, come un pacco di carne avariata al mittente, allo Paese di provenienza, in modo che, come per la munnezza Campana, si arrangi lui, a smaltire i propri rifiuti.

Il vero problema, la politica rumena, lo sa bene, è che al ritorno in patria di questi criminali, è che destabilizzino la fragile economia in crescita, senza sapere come risolversi il problema in casa propria. Ma quelli sono affaracci loro!

Rimane allora la domanda: secondo i rumeni, dovrebbe essere l’Italia a dover accollarsi l’onere di stoccaggio e smaltimento, nelle galere italiane, dei rifiuti della società rumena?

Marco Bazzato
14.05.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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