giovedì 3 agosto 2006

Perchè potrebbe aver ragione Milingo?


In questi giorni sono sparite dalle cronache televisive le vicende dell?arcivevescovo di Lusaka monsignor Milingo, che dopo aver fatto perdere le traccie è riapparso negli Stati Uniti, deciso a riunirsi alla moglie sposata anni fa con un rito collettivo nella Chiesa del Reverendo Moon.
L?arcivescovo, per quanto ne dicano i ben pensanti ha fatto una scelta d?amore, una scelta che proprio Dio stesso chiede all?uomo.
Possiamo vedere la scelta non come una rottura del giuraemento fatto alla Chiesa, ma come un compimento più ampio del disegno di Dio che l?uomo Milingo sente, e il suo travaglio umano, non appartiene solo a lui, ma a più di centomila sacerdoti sposati sparsi nel mondo, che amando la Chisa sentono che possono vivere il loro ministero sacerdotale rinforzato dall?amore della donna, ma che dalla stessa sono ignorati, quando sono fortunati.
È presumibile pensare che potrebbe essere un desiderio di molti vedere Piazza San Pietro colma di questi sacerdoti di Dio, con a fianco le loro consorti ascoltare l?Angelus del Santo Padre, ma i sogni, spesso anche i più belli, vengono frantumati da una realtà piatta e grigia.
Anni fà parlai con un missionario a proposito del celibato dei sacerdoti, e la risposta che diede fu ambiguamente interpretabile in molti modi e suonava pressapoco così: ?Il celibato appartiene alla tradizione della Chiesa, e i fedeli non sono pronti ad un cambiamento?.
Naturalmente era una sua opinione, ma il fedele di oggi, è sicuramente più maturo e meno indottrinato rispetto al del passato, e se venisse indetto un referndum tra i cattolici, dando par concidio televisiva ai favoreli e ai contrari, si potrebbe presumere che l?opinione e la volontà della base dei fedeli possa essere diversa da quello che pensano di conoscere le gerarchie ecclesiastiche, tanto è vero che molti privatamente si dichiarano daccordo, ma pubblicamente, forse timorosi di anatemi e scomuniche d?altri tempi, tacciono.
Ho conosciuto un sacerdote che dopo un lungo travaglio, ha deciso d?abbandonare la tonaca, perchè si sentiva oppresso dai sentimenti contrastanti che lo attanagliavano. Fu inviato anche da uno psicoterapeuta affinchè i contrasti interiori venissero a galla e tornasse all?ovile come la pecorella smarrita. Ma quell?essere umano prima d?essere sacerdote è uomo, ha preso la sua strada, non abbadonando il Dio in cui credeva e non sentendosi abbandoanto da Lui, ma lasciando quella Chiesa, che pur continuando ad amarla lo tratta come un paria.
Ogni essere umano risponde alla propria coscienza, al proprio disegno interiore che sente compiersi durante la vita. Negare questo diritto all?amore, questo diritto ad essere anche portatore di vita nell?unione coniugale, in tutti i casi è benedetta in quanto nonostante le differenti interpretazioni umane, appartiene solo a Lui l?ultimo giudizio finale.
Non sto con l?arcivescovo Milingo, sto con l?uomo divenuto arcivescovo che durante la vita ha conosciuto l?amore umano, terreno, e come la Fede insegna, l?uomo e la donna sono fatti ad immagine e somiglianza di Dio, e nel mistero di quel Dio che tanti sovente di riconscersi, impongono ad altri la negazione del naturale bisogno umano d?amore.
Non credo che il monsignore sia stato plagiato come alcuni hanno sostenuto, anzi. L?uomo Milingo ha dato prova di uno straordinario equilibrio, pianificando la partenza e l?arrivo negli Stati Uniti. È insultante che un uomo in disaccordo con le alte gerarchie di una Chiesa di cui tutt?ora fa parte, e anche se ne fosse fuoriuscito, venga fatto passare per plagiato o parzialmente in grado di intendere e volere, confidando che non si voglia proporre l?internamento forzato in qualche sanatorio per ridurlo al silenzio.
C?è da domandarsi, ma di cosa effetttivamente ha paura la Chiesa? Della libertà di Fede e d?amore? O ci sono altri tipi di interesse...di ordine meno spirituale legati a questa paura di cambiamento?
Tante domande, ma poche risposte, troppo poche, perchè non nascano dei dubbi religiosi su quanto viene continuamente martellata nella testa dei cittadini italiani. Ma alcuni non desiderano un contradditorio, ma solamente un microfono, una piazza, un pulpito anche virtuale in cui parlare, senza essere interrotti. Questo induce a pensare...e i pensieri diversi, alcuni li considerano peccato, perchè?


Marco Bazzato

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