lunedì 14 agosto 2006

Yitzhak Frankenthal Un attivista per la pace chiede al governo israeliano di continuare le operazioni in Libano

Da quasi un mese Israele sta combattendo una guerra complicata contro il Libano. Durante questo periodo si sono susseguiti diversi appelli per convincere Israele a ritirare le proprie forze, ad accettare un cessate il fuoco e iniziare i negoziati col Libano. Appelli simili, insieme a manifestazioni, sono stati fatti anche da vari partiti all?interno del campo di pace israeliano. Sono membro del campo di pace israeliano sin dal 1973, mi batto attivamente per la pace dal 1994. Credo che sia per il fatto di essere un attivista per la pace che io debba fare appello al governo israeliano affinché continui le operazioni in Libano.

La vera pace, più che uno slogan, ingloba dei diritti e dei conseguenti doveri, fondamentali per la propria esistenza. Tale, ad esempio, è il mio diritto a) a vivere in pace e sicurezza ed è mio dovere permettere che il mio vicino faccia lo stesso; b) a vivere nel mio paese e permettere che il mio vicino faccia lo stesso. Paesi vicini non hanno bisogno di accordi di pace per se, per far sì che evitino un conflitto tra di loro. Gli stati possono esistere uno accanto all?altro senza combattere ? persino in mancanza di un accordo di pace. Tuttavia, gli stati non possono perpetrare crimini atroci tra di loro anche in assenza di un accordo di pace.
Il Libano è uno stato sovrano. Improvvisamente, per non si sa quali ragioni, qualcuno in Libano ha deciso di rapire dei soldati israeliani e lanciare missili di sbarramento in quel territorio. Perché? Cos?ha fatto Israele al libano? Quale potrebbe essere stato l?interesse del Libano nel dare inizio a questo confronto con Israele? Israele non ha il diritto di esistere in pace e prosperità insieme al Libano allo stesso modo in cui gli Stati Uniti esistono accanto al Canada? Lo stato di Israele si è svegliato una mattina scoprendo che alcuni suoi soldati erano stati rapiti e i territori del nord erano sotto il fuoco dei missili. Se Israele non avesse risposto, non avrei avuto altra scelta che lasciare Israele. Credo che un paese che non difende i propri abitanti non sia degno di avere queste persone.

Ma allora, quale dovrebbe essere una risposta adeguata a questi attacchi? In un breve articolo intitolato ?La terza Guerra mondiale? che scrissi nel 1995, notavo che ci sono gruppi attualmente esistenti i cui obiettivi sono quelli di mettere a repentaglio e infine distruggere capitalismo e democrazia. Nel mio articolo raccomandavo a tutti i paesi del mondo di coalizzarsi sotto l?egida delle Nazioni Unite per combattere insieme questi gruppi. Scrivevo anche che questo conflitto, o guerra, è tra il mondo libero come lo conosciamo noi e i gruppi terroristi. Se un qualsiasi stato dovesse proteggere tali gruppi, scrissi, sarebbe compito del mondo sostituire l?autorità di quello stato ? con la forza, se necessario.
Da quando scrissi quell?articolo ai giorni nostri, il mondo è stato scosso da centinaia di attacchi terroristici, la maggior parte dei quali nel nome dell?estremismo islamico. E? forse paradossale che ciò che questi terroristi hanno colpito è stato proprio ciò per cui stavano presumibilmente combattendo, cioè l?Islam. L?Islam è una religione con dei codici etici e dei valori molto avanzati. Una maggioranza schiacciante di musulmani rifiuta e si oppone apertamente all?estremismo. L?Islam vieta di colpire le persone innocenti. Si oppone alla corruzione, all?immoralità e alla crudeltà. Allora perché, potremmo chiedere, questi atti orrendi di violenza vengono perpetrati nel nome dell?Islam? Non dimentichiamoci che nel corso della storia, atti di violenza tremenda sono stati commessi anche nel nome della cristianità e dell?ebraismo. Anche oggi siamo testimoni dell?occupazione della popolazione palestinese nel nome dell?ebraismo. Se il leader di uno stato chiede l?annientamento di un altro stato, questi deve essere destituito. Se il leader di uno stato decide di accogliere e dare rifugio a organizzazioni terroristiche, permettendo loro di operare liberamente dai propri confini, devono essere costretti a capire che anche la loro nazione e il loro paese dovranno pagare il prezzo del terrorismo.

Nello scorso mese duemila missili sono caduti in suolo israeliano. Più di cento civili israeliani innocenti sono stati uccisi, migliaia i feriti. Oltre quaranta soldati, che non avevano altra scelta se non combattere contro il Libano, sono morti. So bene che centinaia sono stati uccisi anche in Libano e che altre migliaia sono rimasti feriti. Queste morti mi rattristano. Sono colpito da qualsiasi danno che ricade sugli innocenti. Nonostante ciò, finché i terroristi in Libano operano da aree densamente popolate, non abbiamo altra scelta se non quella di avvisare i cittadini della necessità di combattere i terroristi dall?interno e informarli che se non vogliono essere sorpresi nel bel mezzo del fuoco incrociato devono abbandonare le proprie città.
Per quanto tutto ciò possa sembrare orribile e crudele, non è mia intenzione ferire i cittadini libanesi e non è mia intenzione accettare il fatto che i terroristi cerchino riparo tra la popolazione civile usandoli come scudi umani dietro ai quali nascondersi e poterci attaccare. Per quanto la situazione sia o diventi intricata e complicata, le linee rosse devono rimanere chiare e ben definite. No, non ci deve essere nessuna protezione per nessun terrorista nel mondo. Sì, è mio dovere evitare lo spargimento di sangue innocente. Questo è esattamente il motivo per cui sono obbligato a informare e mettere in guardia la popolazione libanese, come ha fatto Israele.

La situazione tra Israele e Palestina non è meno complessa: gli stati arabi di Egitto, Giordania e Siria hanno attaccato Israele in passato nel tentativo di distruggerlo. Da allora, abbiamo firmato degli accordi di pace sia con l?Egitto che con la Siria. I Palestinesi, che prima di queste guerre erano parte dell?Egitto (Gaza) e della Giordania (sponda occidentale), vennero lasciati senza uno stato. L?Egitto abbandonò Gaza e la Giordania abbandonò la sponda occidentale, lasciando più di 3 milioni di palestinesi senza un paese né una cittadinanza. Di conseguenza Israele fu obbligato a decidere se adottare i Palestinesi garantendogli il diritto alla cittadinanza israeliana o permettendogli di stabilire il proprio stato sovrano, lo stato palestinese. Discutere di tutti questi eventi dall?inizio fino a oggi richiederebbe un approfondimento molto più vasto dello spazio fornito dal presente articolo. Basti dire che, tutt?ora, i palestinesi non hanno ancora il proprio stato, continuano a vivere sotto una terribile occupazione e soffrono quotidianamente. Agli occhi palestinesi, e anche ai miei, questa è la peggior forma di terrorismo.

Ma allora, qual è la differenza, se esiste, tra Israele e Hezbollah? Quali, se esistono, le differenze tra Hamas, Israele e Hezbollah? Alla fin fine, tutti e tre i partiti di cui sopra commettono atti di terrore. In effetti ci sono persone che non vedono la differenza tra l?uno e l?altro, ma non sono d?accordo. Il Libano è uno stato sovrano. L?organizzazione Hezbollah stabilì una milizia militare in Libano che rimase in guerra con Israele per tutto il periodo in cui Israele restò in Libano (1982-2000). Col ritiro delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) dal Libano nel 2000, per Hezbollah non c?era più motivo di esistere. Da quel momento in poi, soltanto l?odio di Israele fomentava il proseguimento dell?esistenza di Hezbollah. Hezbollah è attualmente al servizio delle autorità iraniane che si sono prefisse l?obiettivo religioso di distruggere Israele e dei leader siriani, il cui desiderio di colpire Israele deriva da entrambe le considerazioni militari e come proseguimento della Guerra dei Sei Giorni in cui perse le alture del Golan. Vale la pena notare che l?assurdità nel Medio Oriente ha portato un paese secolare come la Siria, la cui popolazione è in maggioranza sunnita (anche se il presidente Assad è sciita alawita, ndr.), e dunque nemica degli sciiti, ad appoggiare l?organizzazione estremista sciita di Hezbollah.
Una delle conclusioni più dolorose che dovrebbero trarsi come risultato delle migliaia di missili che sono stati (e vengono ancora) sparati su Israele è che bisogna fermare il programma nucleare iraniano con qualsiasi mezzo necessario prima che si rifornisca di armi non convenzionali. Quello che dobbiamo capire dai terribili attacchi di Hezbollah è che Israele ha ora il dovere di affrettarsi e intraprendere azioni decisive contro la possibilità che l?Iran si doti di armi nucleari.

Desiderare la pace e combattere per raggiungerla non implica il desiderio o la volontà di autodistruggersi. Dall?altro lato, la voglia di vivere non implica un?opposizione alla pace. La vita non è bianca o nera, ma la morale e l?etica sì: può solo esistere l?etico e il non etico, il morale e il non morale. Hamas combatte contro Israele allo stesso modo (e per gli stessi motivi) in cui l?OLP combatteva contro Israele in passato. Hamas non vuole riconoscere Israele come stato a meno che prima Israele non riconosca la Palestina come stato. Hamas non è un avversario facile, ma tuttavia è quello con cui potremmo raggiungere un accordo.

L?organizzazione di Hamas uccise mio figlio Arik. Dopo molti colloqui con la sua autorità, sono giunto alla conclusione che un accordo di pace vero e duraturo con Hamas sia possibile. Purtroppo gli Usa, l?Europa e, ovviamente, Israele vedono Hamas come un?organizzazione terrorista e, pertanto, non sono disposti ad alcun tipo di dialogo. Prima ho scritto che Israele, a causa dell?occupazione del popolo palestinese, sta commettendo atti di terrore giornalieri. Forse è il momento giusto di riflettere un po? su cosa sia il ?terrorismo? e presentare un metodo per distinguerne forme e tipi. Rapendo soldati e sparando missili da uno stato sovrano, ossia il Libano, Hezbollah ha un solo obiettivo: attaccare un altro stato sovrano (Israele). Questi attacchi sono volti a danneggiare e a spaventare le vittime. In questi attacchi, l?intento maligno è evidente: l?intenzione di spaventare e uccidere quanti più civili possibile per amplificare l?effetto degli attacchi su un altro stato sovrano. In questi attacchi non c?era l?intenzione di liberare il Libano dal controllo israeliano. In questi attacchi non c?era l?intenzione di combattere Israele per non aver restituito le alture del Golan alla Siria, dato che Hezbollah opera dal Libano e non dalla Siria. Come Nasrallah stesso ha affermato, l?unico obiettivo di questi attacchi era quello di eliminare Israele e il sionismo. I quotidiani atti terroristici di Israele ai danni dei palestinesi non vengono perpetrati con un?intenzione maligna, ma soltanto a causa dell?assoluta stupidità e l?apparente incapacità di porre fine a questa terribile situazione. E? contro questa stupidità che dobbiamo combattere e manifestare in modo positivo. Dobbiamo affrettare la fine dell?occupazione in un modo che non ponga fine o danneggi la vita. Questo è ciò per cui lavoro da anni ormai, troppi anni.

Quando un uomo causa la morte di un altro uomo, si apre un?inchiesta per capire il movente dell?assassino: voleva veramente uccidere la vittima o è stato un incidente? Se non c?era l?intenzione di uccidere la vittima, diventa un caso di omicidio colposo, non di omicidio. Sebbene un?ulteriore indagine possa essere effettuata per capire se la morte della vittima sia stata causata dalla negligenza da parte dell?assassino, in ogni caso non si tratta più di omicidio. Nonostante il fatto che la vittima non sia più morta nel caso di un omicidio rispetto a un caso di omicidio colposo, siamo alle prese con un omicida. In altre parole, è chiaro che è proprio il movente dell?assassino che determina la natura delle azioni e ciò serve a definire l?atto come assassinio o omicidio colposo. Pur senza dubbio commettendo atti di terrorismo, Israele non aveva intenzione di occupare la Palestina. E? stato obbligato a farlo come risultato delle guerre a cui era stato obbligato dall?Egitto e dalla Giordania. L?occupazione israeliana in Palestina continua ancora oggi a causa della stupidità e al cattivo uso dell?ebraismo come giustificazione per fare ciò (es., la promessa biblica di un Grande Israele, ecc.). Non sto giustificando l?occupazione. Sto lottando per porre fine a tutto ciò.

Per più di 2000 anni noi ebrei abbiamo vissuto in esilio. Non avevamo un paese. Alla fine, siamo riusciti a fondare lo stato di Israele nel 1948. Come nazione, abbiamo patito molta oppressione ma abbiamo anche oppresso altri paesi. Meritiamo di vivere in un nostro stato indipendente, così come americani, europei e arabi vivono nei propri territori. Anche i palestinesi meritano di vivere in un loro paese indipendente e questo è ciò per cui mi batto.
Quando lo stato d?Israele viene attaccato da un altro stato sovrano è obbligato a difendersi. Purtroppo è anche vero che molti civili innocenti vengono uccisi o feriti. Tuttavia Israele non può essere biasimato poiché colpa di quei terroristi che considerano legittima la tattica di attaccare Israele usando scudi umani. Hezbollah ha dimostrato che non solo non si preoccupa dei cittadini israeliani, ma che non si preoccupa nemmeno di quelli libanesi. Israele ha il dovere di combattere per garantire la propria sicurezza.
Sebbene io creda che i palestinesi meritino un proprio stato e che debbano lottare per raggiungere quest?obiettivo, se venisse costituito uno stato palestinese che decidesse di attaccare Israele dopo che noi abbiamo raggiunto pace e riconciliazione, sarei il primo ad andare in guerra.

I civili libanesi dovrebbero soffrire per le conseguenze dell?aggressione di Hezbollah? Questa è una questione morale fondamentale che deve essere affrontata prima che si prenda qualsiasi decisione sulla guerra israeliana in Libano. Nessuna organizzazione terroristica può crescere a tal punto senza l?aiuto dello stato in cui opera. La decisione tragica e strategica dell?autorità libanese di non fermare lo sviluppo di Hezbollah ha spianato la strada agli attacchi israeliani: si è trattato solo di una questione di quando e quanto distruggere. I cittadini libanesi, la maggior parte dei quali sono sciiti e pieni di scuse verso Hezbollah, non possono incolpare Israele per questi attacchi, ma dovrebbero puntare il dito verso Hezbollah. Lasciamo che tutti coloro che appoggiano la fine della sofferenza libanese si avvicinino a questi civili e facciano pressione su di loro affinché smantellino la rete terrorista in mezzo a loro.

Un altro interrogativo a cui rispondere è per quanto tempo Israele combatterà in Libano. Siamo caduti di nuovo nella sabbie mobili libanesi aprendo un altro capitolo dell?occupazione israeliana in Libano? Israele non può permettersi di vivere sotto costante minaccia, violenza e missili. Nel caso in cui Israele porga l?altra guancia a queste aggressioni e cominci i negoziati con Hezbollah, deve essere pronta a vivere in uno stato di estrema insicurezza, con aggressioni senza fine e ricatti. Io, per esempio, non sono preparato ad avere uno stato israeliano in queste condizioni e, pertanto, appoggio la continuazione delle ostilità in Libano finché Hezbollah non perde la sua efficacia. Se Israele cessasse la sua campagna proprio ora, ciò significherebbe una vittoria del terrorismo dappertutto, non solo in Libano. Il mondo libero, il settore etico dell?umanità non possono permettersi che un qualsiasi bastardo diventi re o che un?organizzazione terroristica tenga delle popolazioni pacifiche prigioniere del proprio volere. Se non volete terroristi non avete altra scelta che combattere il terrorismo.
Vorrei tornare alla differenza principale tra Hamas e Hezbollah. Hamas sta combattendo per uno stato indipendente e vuole vivere in pace con Israele. Qualsiasi parallelismo tra Hamas e Hezbollah sarebbe, dunque, tragicamente sbagliato. Finche non capiamo che Hamas non è un?organizzazione terroristica, continueremo a combatterla anziché negoziare con essa un accordo di pace basato su pace e riconciliazione.

Sì, lotto per la pace. Non per una pace soggetta a condizioni, ma per la vera pace. Sì, mi oppongo strenuamente alla violenza contro civili innocenti. Tuttavia mi preoccupo per la sicurezza e il benessere del mio popolo, del mio paese.
Mi rammarico del fatto che, alla luce dei recenti avvenimenti, molte persone nel campo di pace israeliano sembrano confuse, cosicché abbiamo pubblicato il seguente annuncio nei quotidiani locali. Resto in attesa delle vostre risposte.
Fonte PeaceRepoter

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