lunedì 7 agosto 2006

Che differenza c?è tra girare in Italia e girare in Bulgaria?



Monti: «Il cinema è morto
Il futuro è della fiction tv»
di MATTEO VINCENZONI LE RAGAZZE, in genere, hanno un sogno, ed è quello di fare il cinema. Alessandra Monti, invece, ne aveva un altro, quello di lavorare in tv. E adesso, tra una fiction e l?altra, quando Alessandra Monti chiude gli occhi per assaporare il piacere di esserci riuscita, ha ancora quello stesso pensiero: continuare a fare televisione. Una scelta ponderata e giustificata dalla realtà di un cinema italiano più che in decadenza, in picchiata verticale. Televisione, amore mio. Giusto? «Giusto! E se dovesse farmi elargire qualche consiglio alle ragazze che tentano la via dello spettacolo, a loro direi di puntare dritto alla televisione». Perché? «Perché il cinema in Italia non si fa, se ne fa talmente poco che tentare di sfondare quella porta sarebbe un eccessivo spreco di forze. Anche dal punto di vista prettamente artistico basta guardare i prodotti italiani per capire che o si tratta di film demenziali, o si tratta di film "impegnati", spesso troppo "impegnati". È difficile trovare un film divertente e non demenziale, e allo stesso modo è difficile vedere un film profondo che non sia noioso». Anche la televisione, però, sta attraversando un periodo di crisi! «È vero, la crisi c?è anche per il piccolo schermo, ma oggi, con i canali satellitari, le possibilità si sono allargate. Qui c?è meno concorrenza, più produttori con alle spalle grandi aziende, e quindi più denaro da poter investire. E poi, parliamoci chiaro, in tv si guadagna di più». Lei ha appena girato in Bulgaria due fiction per la Rai, «Joe Petrosino», accanto a Beppe Fiorello, e «Exodus» con Monica Guerritore: come si è trovata? «È stata un?esperienza indimenticabile». Che differenza c?è tra girare in Italia e girare in Bulgaria? «La differenza è nella gente. Sul set respiri voglia di fare, cooperazione, rispetto, dal falegname alla comparsa, dal tecnico delle luci all?attore protagonista. Ho lavorato al fianco di artisti bulgari eccellenti che non hanno smentito la tradizione teatrale di quel paese. Ma quello che più mi ha colpita è stata la passione con la quale quel popolo approccia il lavoro, forse perché sono prossimi ad entrare in Europa e vogliono apparire bene in ogni campo, anche in tv». Che significa lavorare con la Guerritore? «Imparare ogni istante, fissare nella memoria ogni parola e ogni suo gesto. E con Beppe Fiorello? «Disponibile e professionale. Peccato che si sia lussato una spalla appena siamo arrivati!» Una domanda obbligata sullo scandalo che ha gettato recentemente nel fango show-girl e personaggi della politica. «È il sistema che è sbagliato, ma non credo possa essere cambiato. Se vuoi diventare qualcuno in questo mondo di luci e ombre, hai solo un modo per farlo, ed è difendendoti da chi cercherà di approfittarsi di te. E per farlo hai bisogno di un?arma, l?intelligenza, e di una guida, chiunque esso sia, che ti stia accanto. Io ho avuto mia madre».

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