venerdì 3 febbraio 2012

Costa Concordia: Domnika Cemortan confessa l’amore per il capitano Francesco Schettino

Si è presentata agli inquirenti per essere ascoltata come testimone dei momenti salienti della “schettinata” commessa dal comandante Francesco Schettino, la sera di venerdì 13 gennaio 2012. La donna, nonostante comprenda bene la lingua italiana, ha scelto, come è giusto – fonte Porta a Porta del 01.02.2012 – in quanto cittadina straniera, di avvalersi un interprete ufficiale,accettato dalla Magistratura, in modo da servirsene nei momenti più salienti dell’incontro, anche perché è buona prassi scaricare eventualmente la colpa sull’interprete, nel caso di malintesi e incomprensioni – cosa che si è già visto accadere con il delitto di Yara Gambiarsi, a Bremnate, quando una mala interpretazione di un interprete ha portato al fermo di un marocchino, non ancora uscito dall’inchiesta, ma poi rilasciato a seguito della sua testimonianza – prendendosi da persona intelligente tutto il tempo per rileggersi il verbale della sua deposizione, prima di firmarlo.

Domnika Cemortan ha dichiarato due cose essenziali: la prima che si trovava in plancia, prassi inusuale per un passeggero, di cui la colpa ricadrà sul comandante che l’ha permesso e la seconda che costei ha affermato candidamente d’essere innamorata (1) dello Schettino.

 Niente di sbagliato né per la prima e né per la seconda, essendo single può innamorarsi di chi vuole, se poi, da donna libera viene corrisposta da un cinquantenne sposato, che cerca carne fresca per il suo carnet, per tenere alto il detto marinaresco: una donna in ogni porto, il problema è  del “marinaio”e dei rapporti con la moglie.

 Sta di fatto che la povera signora Schettino, alla luce di quanto dichiarato dalla donna, può considerarsi ufficialmente cornuta, ma di questo deve ringraziare la serietà e la professionalità del marito, anche se bisognerà capire se questo sentimento era corrisposto, cosa possibilissima visto che sono stati ritrovati degli oggetti appartenenti a Dominka nella cabina del capitano, in quanto era sua ospite, stando a quanto si afferma.

Ora bisogna spezzare una lancia a favore della moglie di Schettino, che povera donna, si vede per colpa delle scorribande sugli scogli e forse su “passere” diverse da quella legittimamente registrata sul certificato di matrimonio, che vede il suo nome, povera tapina, indirettamente esposto su tutte le pagine dei giornali di mezzo mondo e a costei va tutta l’umana solidarietà e comprensione.

Dominika ha fatto bene a raccontare come stavano i fatti, compresi i sentimenti personali,  dando prova buona fede, non avendo nulla di cui vergognarsi.

Semmai altri dovrebbero imparare a tenere a posto la “patta dei pantaloni”.

Ora non è dato da sapere se il povero Schettino, che sembra quasi diventato una macchietta, a casa, visto che si trova agli arresti domiciliari, non abbia preso, per dirla parafrasando Tomas Milian, alias Nico Giraldi, “Una bella padellata di cazzi suoi” dalla legittima consorte, che a quanto si apprende da voci di quartiere, abbia iniziato a girare con col cappello per nascondere le verità proclamate ai da  Domnika Cemortan.

Francesco Schettino appare agli occhi dei media come l’incarnazione del male assoluto,  tanto vituperato che gli è stata negata la partecipazione simbolica su un carro al prossimo Carnevale di Viareggio (2).

A proposito di Domnika Cemortan, visto che in molti social network i commentatori più esperti, ossia quelli che quando si recano nei Paesi dell’Est trovano donne solo pagandole, perché in patria sono sfigati come la rogna, hanno scritto offese e insulti , senza soluzione di continuità, dove al coro di disprezzo oltre ai maschi si sono unite anche donne italiane, offese e perché una donna dell’Est ha avuto l’ardire di dirsi innamorata di un italiano. Ebbene a queste persone bisogna dire che per le donne e gli uomini dell’est, le donne italiane  vengono considerate nei rispettivo social network delle incapaci scansafatiche inabili in cucina, parassite mercantili mantenute dal marito. Le cose vanno dette per scaraventare vicendevolmente una bella “padellata di pregiudizi pecorecci reciproci”, che fanno disonore a tutti.

Che dire sull’ex coppia clandestina Domnika Cemortan – Francesco Schettino? Che il “coming out” – l’uscita dall’armadio, se non auguri e figli maschi, se ci saranno, moglie legale permettendo, la quale ha il diritto d’essere incazzata nera contro il fedifrago cornificatore e sarebbe auspicabile, vista la buriana che probabilmente si è scatenata in famiglia, ch il marito scontasse la carcerazione preventiva in un luogo più di sicuro: in carcere

Ora resta da capire se il dolore della moglie di un capitano, oltre ad essere dolore del cuore per quanto commesso dal marito, sia anche dolore economico, visti i 12.000 euro al mese che portava a casa come stipendio? 

In molti si stanno chiedendo se, indipendentemente dalle corna messe alla moglie, se il capitano, dopo aver impattato contro lo scoglio all’Isola del Giglio, per un banalissimo errore di calcolo, dagli esisti catastrofici, che ha portato come conseguenza  l’abbandono della nave anzitempo,  non sia imputabile ad un disturbo da stress post traumatico (3), che ha dato vita ad un lunghissimo stato crepuscolare (4)  che gli avvocati di Schettino, in sede dibattimentale, coadiuvati da psicologi e psichiatri, cercheranno di dimostrare?  Perché se come è vero ed è umano che i passeggeri superstiti del naufragio della Costa Concordia, si stanno battendo perché venga riconosciuto come danno esistenziale un disturbo da stress post traumatico, figuriamoci come si può sentire il comandante, che per un atto di sfida ha causato tutto questo?

 E anche il suo stato psicologico post impatto dovrà essere tenuto in debita considerazione dai giudici quando sarà il momento di emettere una sentenza, mitigando così il reato di abbandono nave, come attenuante, proprio in virtù del disturbo da stress post traumatico che potrebbe avergli provocato una lunga perdita momentanea di raziocinio nelle ore dopo l’impatto,facendoli dire anche: «. È buio..»  in risposta a Gregorio de Falco della capitaneria di porto.

E con tutto il rispetto per le vittime e i passeggeri del naufragio non va dimenticato che anche il comandate era vittima, ed è tutt’ora vittima del suo comportamento irresponsabile e che forse il trauma esistenziale per quanto ha commesso se lo porterà appresso per sempre.

Marco Bazzato
03.02.2012



1 commento:

  1. Secondo me Schettino non ha scusanti di alcun genere.....la cosa piu' grave in assoluto e' che ha fatto quella manovra azardata che ha falciato delle vite umane...se i morti sono 13 sono 13 famiglie distrutte e ce l ha lui sulla cosciena...non si puo' svolgere un lavoro cosi' delicato con leggerez, non importa se 1000 volte e' andata bene , basta una sola volta , come e' successo che distogli l attenzione ela tragedia e' in agguato....mi fa pena Schettino, chissa ' che faceva con la moldava in plancia, chissa' se aveva bevuto, chissa' se aveva i riflessi lenti...so solo che ora dovra' vivere coi fantasmi di chi involontariamente ha ucciso, dovra' subire il disprezo edi familiari per la condotta dissoluta, per la vigliaccheria....povero lui

    RispondiElimina

.Visto il barbarismo espressivo di qualche utente anonimo, i commenti potranno essere moderati e/o rimosssi a insindacabile giudizio..
Il titolare del blog declina qualsiasi responsabilità civile, penale per i contenuti dei commenti dei lettori, in quanto unici titolari, che se ne assumono la completa paternità e con l’invio del post, dichiarano implicitamente compreso quanto sopra