martedì 28 febbraio 2012

Imu a partiti politici, Onlus e galassia No Profit? Sì grazie

Sì parte da un assunto essenziale: le Onlus “Organizzazioni non lucrative di utilità sociale”, nella maggioranza dei casi svolgono reali attività al servizio della collettività, con i volontari che si adoperano, nei ritagli del tempo libero, per il prossimo.

Ma le associazioni no profit sono un universo con all’interno galassie e nebulose che nascondono polveri sottili e buchi neri, dove il denaro “sparisce” attraverso vie diverse.

Scrive Francesco Annarumma (1):  In Italia il settore non profit è ancora privo di controlli e soprattutto risulta ancora oggi essere un fenomeno non rilevato in maniera concreta né dal punto di vista giuridico né dal punto di vista economico: almeno non come in altri paesi europei quali Svezia, Norvegia, Germania o la vicina Francia.
A causa di questo in Italia anche nel settore non profit e nella beneficenza si annida il seme della corruzione.

In molti si chiedono ma cosa ci guadagna una persona a fare il volontario,a  perdere o investire il suo tempo – denaro – nei confronti del prossimo, mettendoci anche del proprio, impegnandosi la sera, i sabati, le feste comandate e quant’altro?

Risposta: è una libera iniziativa della coscienza dell’individuo a cui va dato il massimo rispetto.

Ma si parte da un assunto:in rapporto alla popolazione volontaria italiana quanti sono quelli  che lavorano nelle “aziende commerciali “no profit a gratis, dotate di strutture organizzative complesse, che ricevono “donazioni” dal basso e dall’alto, sottoforma d finanziamenti statali, dove il tutto appare come una clessidra, con  la sabbia – il denaro – vola dal basso verso il centro e dall’alto verso il centro, quasi senza soluzione di continuità. Una specie di Schema Ponzi (2) che arricchisce chi sta al centro della “ragnatela”, ma che deprime le tasche dei volontari e dello Stato.

Quanto effettivamente va a finire in percentuale e come si impiegano gli utili o gli avanzi di gestione per la realizzazione delle attività istituzionali e di quelle a esse direttamente connesse?

Ma le domande che si pongono i cittadini sono altre: perché le onlus,  inquadrate “attività commerciali no profit” debbono essere esentate dall’Imu, come sembra che debba accadere per le scuole private – denominate paritarie – così come per i partiti politici?

È ancora caldo il tema del tesoriere dello scomparso partito della Margherita, che ha “stornato”, dalle casse del partito, all’insaputa dei dirigenti la somma di quasi 13 milioni di Euro, secondo stime prudenziali.

 Ed è alla luce di queste somme di cui l’ex tesoriere si è appropriato indebitamente che nei cittadini sorge la domanda sul perché viste le somme di un ex partito omeopatico, che girano nella politica, perché per dare il buon esempio e non essere considerati una “Casta privilegiata” che non vuole rinunciare ai propri agi, al pari delle altre attività commerciali, visto che lucrano – denaro – da parte dello Stato, grazie ai rimborsi elettorali, non versano anche loro l’Imu?

Proviamo a immaginare quante sono le sedi di partito, le sezioni periferiche, palazzi, appartamenti di pregio, ville, i terreni, che essendo di proprietà sia di partiti politici o come di Associazioni – commerciali – di volontariato no profit, che annualmente, con il beneplacito delle Leggi dello Stato, fatte ancora dai partiti – e torna la clessidra con la sabbia che scende e sale verso il centro – eludono legalmente le tasse, impoverendo la nazione?

Non si può dire che un partito abbia il bilancio in pari, visti i finanziamenti che riceve, così non si può dire che un’associazione o un “impresa commerciale” no profit, se reinveste gli utili d’impresa nelle attività caratteristiche debba essere esonerata dal pagamento dell’Imu, perché anche se i bilanci, dopo le scritture di rettifica fossero in pareggio, a seguito dei reinvestimenti nell’attività, l’utile operativo reale esiste, ed in quanto tale dovrebbe, per equità sociale nei confronti delle altre attività,essere pagato alle casse comunali. Anche su questo l’Unione Europea dovrebbe aprire un istruttoria, visto che al pari della Chiesa dovrebbero essere, grazie ai risparmi ottenuti, considerati indebiti aiuti di Stato. È giusto dare le colpe al Vaticano quando lo merita, ma anche il letame andrebbe distribuito con equità, ma i grandi media tacciono in questo frangente.

Prendiamo i partiti politici (3), osservando la tabella, è evidente anche agli occhi di un demente che i partiti lucrano  dal verbo lucrare –  [vc. dotta, lat. tardo lucrare per lucrari, da lucrum ‘lucro’; av. 1306]
v. tr. (qlco.; qlco. + su)
* Ricavare utili in denaro: sono riusciti a lucrare considerevoli guadagni | Guadagnare, spec. in modo illecito o disonesto: è stato accusato di lucrare su forniture e servizi | (fig.) Lucrare le indulgenze, godere il beneficio delle indulgenze concesse dalla Chiesa cattolica. Se la lingua italiana non è scritta da babbei, anche i babbei comprendono che i partiti e associazioni e “attività commerciali” no profit – assurdismo linguistico e forzatura interpretativa leguleia, trattengono somme che dovrebbero tornare alla collettività, cosa che i partiti in primis non fanno.

Basta vedere una qualsiasi tv commerciale per rendersi conto della nuova forma di elemosina del ventunesimo secolo: l’accattonaggio televisivo da parte del No Profit che investono cifre non indifferenti in spot pubblicitari “d’alto valore sociale” anche nelle fasce di maggior ascolto, quando il costo per minuto raggiunge picchi stellari, usando immagini stucchevoli e di disperati per far leva sull’emotività dei telespettatori, invitandoli a “donare” via  Sms, per quello che è il nuovo obolo lava coscienza, il nuovo credo religioso, basato sull’utilizzo strumentale di disgraziati, spesso provenienti da paesi poveri, che forse manco sanno che i loro i loro volti sono utilizzati per raccattar denaro che forse mai vedranno in minima parte.

 Infatti chi può dire se a questi è stata fatta firmare la liberatoria per l’utilizzo dei loro volti, o se ne ricevano qualche utile dallo sfruttamento mediatico delle loro difficoltà economiche, con gli stessi contratti che vengono fatti alle  grandi star che hanno alle spalle fior d’avvocati pronti a spaccare il capello in quattro? No, probabilmente scattano una foto, due riprese fatte da un operatore e via..chi si è visto si è visto. Alla faccia della privacy, del diritto d’immagine. Ma tanto sono cittadini del terzo mondo, no? Hanno fame, sono disperati, gli basta una scodella di riso o un po’ di manioca, latte e acqua e che i diritti d’immagine in uso nei paesi ricchi può andare a farsi fottere.

Chi si ricorda del dimenticato Edoardo Costa (4), uno dei protagonisti di vivere e “terzo pino” del kolossal hollywoodiano Die Hard 4 e della sua Associazione ONLUS, la C.I.A.K. (Construction Intelligence Association Kids  (5), condannato  per truffa ai danni dei bambini africani (6), scoperto e letteralmente snudantato da Striscia la Notizia? (7)

Partendo dal presupposto che tutto sia sempre formalmente legale, rimane il fatto che il vecchio proverbio “Il pesce puzza dalla testa”, i dubbi legittimi, dovrebbe mettere in guardia i cittadini a non cadere nella facile preda del populismo  e del pianto mediatico che in questi giorni sta facendo la Chiesa, e sottobanco anche le associazioni “commerciali” no profit, spalleggiate dai partiti politici, circa il pagamento dell’Imu.

 Perché su una cosa la Chiesa potrebbe aver ragione: ossia se viene chiesto a lei e tutte le strutture a essa collegate il pagamento dell’Imu, dovuta ai rispettivi municipi, lo stesso, per spirito di equità lo si dovrebbe fare per tutta la galassia “commerciale” no profit e per i partiti politici. Ed è chiaro anche il discorso di Monti, circa il salvataggio – a termini di legge – delle scuole private di proprietà ecclesiastica, che reinvestono nell’attività caratteristica, ma la Chiesa si è fatta usare, lasciandosi usare, perché sa benissimo che ad essa è collegata un ampia galassia no profit, dove ha preferito pagare per la parte più eclatante: scuole e ospedali, lasciando intatto il sottobosco delle organizzazioni  collegate.

Lo stesso dicasi per i partiti politici che hanno al loro interno nebulose e nebulose di No profit  – formale – , cooperative comprese, che passeranno indenni le forche caudine del fisco.

 Gli italiani non hanno ancora compreso che sono stati gabbati per l’ennesima volta e che solo la parte che emerge in modo lampante inizierà a pagare:la Chiesa, anche se riuscirà a trovare delle scappatoie, lasciando intatto il restante 90% di sommerso legale che continuerà ad eludere norma di legge l’Imu, perché lo Stato lo consente.

 La cosa più rivoltante è che i sindaci di tutti i comuni d’Italia, invece di coalizzarsi, tacciono asserviti al clero e ai rispettivi partiti politici d’appartenenza, dimenticando volutamente che le casse comunali spesso sono desolatamente vuote, ma preferiscono i questi frangenti fare la  orecchie da mercanti: ossia starsene  in omertoso e complice silenzio delle politiche nazionali, regionali e provinciali, da dove dipendono le loro poltrone.

 Marco Bazzato
28.02.2012


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