lunedì 27 febbraio 2012

Anche gli immobili ecclesiastici devo pagare l’Imu – Nello Stato città del Vaticano si “bestemmia?”

Ormai è chiaro, le gerarchie ecclesiastiche sono abbarbicate in cesso, alle prese con attacchi di dissenteria economica da Imu – Imposta Municipale Unica. Sembrano, a leggere tutti i giornali cattolici, in primis L’avvenire e Famiglia Cristiana, “venerato” da Adriano Celentano, in preda ad un’isteria da salasso collettivo, una sorta di delirum tremens, che li porta a farneticare nei loro giornali e settimanali, come se fossero in arrivo, per il Vaticano, le sette piaghe d’Egitto.

Si vedrà se dovranno pagare, ma si nutrono dei forti dubbi al riguardo, visto il pressing che puzza da ingerenza negli affari interni di uno Stato sovrano, da parte degli emissari del Vaticano, anche attuato tramite i giornali a esso collegati.

Si dice, cosa oltretutto sbagliata, che l’Imu dovrebbe essere pagata da tutti i luoghi non strettamente di culto, lasciando così fuori una parte considerevole degli incassi che arrivano – in nero – alle chiese. Non bisogna dimenticare che l’obolo versato settimanalmente dai fedeli durante l’offertorio è esente da qualsiasi imposizione fiscale, così come matrimoni, ufficiature per i morti, battesimi, l’“affitto” della chiesa e del celebrante, che spesso vanno sotto il nome di “offerte a tariffa imposta”, e che andrebbero sottoposti a tassazione, visto che se si facessero i conti parziali di quanto ogni chiesa incassa annualmente, il monte totale, sarebbe sostanzioso, senza dimenticare le offerte di Natale, le benedizioni pasquali, il contributo per il riscaldamento, la manutenzione e via discorrendo. Soldi che entrano indirettamente nelle tasche del “Cesare Vaticano, non in quelle di Dio, che aborrisce  il denaro.

La bagarre, scatenata dai fiancheggiatori radicali del cattolicesimo militante, capeggiati da Avvenire e Famiglia Cristiana, e Celentano ci aveva visto giusto quando aveva detto che non parlano più del Paradiso, ma cose ludiche che contemplano la pecunia, in barba a Gesù Cristo che aveva scacciato i Mercanti dal Tempio – GV, 2 -13-25,  che come l’Armata Rossa dell’ex Unione Sovietica hanno puntato i cannoni mediatici contro gli ignari e ignoranti cittadini più manipolabili e timorati da Dio: gli anziani e i semianalfabeti, o affetti da analfabetismo di ritorno, i membri dell’associazione cattolica, Comunione e Liberazione, Salesiani, e altri marchi diversi che si riconoscono in uno Stato Straniero: Il Vaticano S.p.A. (1), pronti ad “aggredire” sottilmente il governo e gli italiani con piagnistei e pianti di miseria eterna, anatemi sussurrati o palesati pubblicamente, pur di non pagare l’obolo dovuto al Cesare Secolare.

I Cannoni di Navarone vengono caricati dall’Avvenire (2), da Vatican Insider del La Stampa (3) , paventando la chiusura delle Scuole dei Salesiani.

Amen.

Dove le cosiddette scuole paritarie cattoliche sono considerate no profit, beh, se la Finanza ci facesse le pulci in profondità, vedendo se sono veramente no profit,  i cittadini avrebbero la conferma della veridicità delle affermazioni. Fino a prova contraria, vanno prese con il diritto del beneficio del dubbio.

0Dice don Alberto Zanini, segretario nazionale Salesiani:  «Il governo tecnico doveva tenere nella debita considerazione la natura non profit di una attività tecnicamente “commerciale» Beh, che questo prete in primo luogo si schiarisca le idee: o la scuola è un no profit, allora questo è un altro discorso, oppure è registrata come attività commerciale, e come tale deve pagarci, come ogni attività commerciale l’Imu, al pari del pizzicagnolo o del salumiere.

Questa sono le tipiche ambiguità ecclesiastiche: lo stare sempre con i piedi tra le due sponde di un fiume, quella Vaticana e quella dello Stato italiano, pregando la loro divinità che l’ingrasso sia sempre una cosa infinita e dovuta.

Anche se le scuole private – attività commerciali – parificate a quelle pubbliche, dovessero chiudere, si libererebbero risorse da destinare al settore pubblico, rinforzando i settori vacanti da quelle ecclesiastiche, depauperate dell’eventuale proselitismo religioso che potrebbe essere fatto al loro interno.

Il ridicolo è che tutte le gerarchie ecclesiastiche, dal pulpito delle loro prediche, quando si tratta degli altri, straparlano di bene comune, del dovere di fare sacrifici per il bene della collettività, ma poi appena quando lo Stato, come per le fasce deboli della popolazione – prive di santi in Paradiso – gli mette le mani dentro i loro malloppi, diventano più infingardi dei peggiori lobbisti e intrallazzatori, pronti a far cadere un governo, tramite i parlamentari amici, che si nascondono all’ombra della Croce, come è stato fatto per duemila anni, per continuare a mante tenere i loro privilegi e le esenzioni che reputano di diritto divino.

In una nota uscita il 27.02, (4) , riferita alle presunte scuole paritarie – private – no profit: Ai fini dell'applicazione dell'esenzione è necessario che l'attività non chiuda con un risultato superiore al pareggio economico. O che eventuali avanzi di gestione siano reinvestiti totalmente nell'attività didattica". Così si legge nel documento del 2009 (la circolare 26 gennaio numero 2, ministero delle Finanze, direzione federalismo fiscale), che dovrebbe essere la base per una futura norma più dettagliata.

Peccato che il falso in bilancio sia stato depenalizzato. Si spera che gli organismi fiscali competenti passino con la lente d’ingrandimento i bilanci di queste scuole, non a livello formale, ma in profondità.

È  da quasi duemila anni, e dal tempo dei Patti Lateranensi che il Vaticano banchetta come un avvoltoio sulle carcasse degli italiani, ingrassandosi, con i vari governi che si sono succeduti, che gli hanno fatto da zerbino, assecondandone le voglie e i ventri panciuti e satolli, ricolmi delle regalie non volute che escono dalle tasche dei cittadini.

Il concetto di “Libero Stato in Libera Chiesa” dovrebbe essere un concetto assoluto e non relativistico, dove la Chiesa e le società imprenditoriali e commerciali, anche formalmente non profit, dovrebbero camminare con le proprie gambe, senza drenare o richiedere per vie diverse da quelle della liberalità dei cittadini, di ricevere sovvenzioni o oboli versati dall’Italia a uno Stato straniero e/o alle sue consociate nel territorio della Repubblica italiana.

Marco Bazzato
27.02.2012

  
(4) http://www.tgcom24.mediaset.it/politica/articoli/1038337/imu-alla-chiesa-la-maggior-parte-delle-scuole-cattoliche-sara-esente.shtml

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