martedì 7 febbraio 2012

Ministro Cancellieri: I giovani vogliono lavorare vicino a mamma e papà

Mario Monti: eliminare l’articolo 18? Si grazie!


È inutile che il governo tecnocratico di Mario Monti cerchi di rivoltare la frittata, dicendo  “Posto fisso che monotonia”  o che il Ministro dell’Interno,  Cancellieri vada a dire “Posto fisso per stare vicini a  mamma e papà”, andando fuori dalla realtà.

 Le statistiche sono chiare, solo il 17% dei contratti sono atipici, il restante 83% sono contratti a tempo indeterminato. Come sempre, come abili politici scafati, stanno attaccando i giovani, quelli che della mobilità ne sono assorbiti completamente, riferito a quel 17%.

Il vero problema non sono loro, ma la Pubblica Amministrazione, e infatti anche i sindacati si attaccano al carro del populismo, per tutelare ancora quella massa di dipendenti nella P.A. che sono de facto            quasi non   licenziabili, se non dopo eterne cause civili,  a meno che non abbiano colpe gravissime alle spalle.

 Nelle imprese private i licenziamenti, con tutti gli ammortizzatori sociali della grande industria, si fanno e il caso Golden Lady è eclatante, come si fanno nel settore dell’artigianato e del commercio. Le statistiche a proposito dei posti di lavoro persi, dall’inizio della crisi, son chiari.

Il punto è proprio che nella P..A. sono inamovibili. È lì che vanno eliminanti, senza complimenti, licenziando le eccedenze inutili, gli scansafatiche, coloro che timbrano il cartellino e fanno il doppio lavoro o passano il loro tempo al bar, gli incompetenti e incapaci, e ogni cittadino sa che quando si rivolge anche per un consiglio o per una pratica, trova un servizio da calende greche, o impossibile da ricevere, con l’impossibilità di farsi rivalsa sul fannullone.

Monti, per assurdo, uomo del Bildemberg, della Trilaterale, vassallo dell’Unione Europea che ha “Commissariato” l’Italia, che ha operato in modo diretto o indiretto con magnati, attraverso i “Tink Tank” dell’impresa mondiale, in Italia continua ad attaccare le categorie di lavoratori meno protetti e tutelati, invece d’andare a incidere all’interno del sistema, potando senza pietà i rami secchi della P:A., con un gran risparmio di costi e di burocrazia, perché ogni cittadino lo sa che – e non si scopre l’acqua calda – che ci sono – non tutti per fortuna – molti  battono la fiacca, al caldo nei loro uffici fanno le facce schifate quando devono comunicare col cittadino, come se questi andassero a disturbarli. Succede quotidianamente.

Quanti sono i cittadini che vorrebbero il licenziamento degli incompetenti, non importa che siano medici di famiglia, insegnanti, docenti, o colletti bianchi che passano il loro tempo oziando o imboscati?

Si dice che non si debbano toccare i diritti acquisti. Ma per avere dei diritti bisogna anche ottemperare ai propri obblighi, svolgendo il proprio dovere, fare il lavoro per i quali ogni mese si riceve uno stipendio e che si è scelto di fare e nessuno obbliga nessun dipendente pubblico a svolgere un lavoro che detesta, facendolo male, ma gratificato dal fatto che ogni mese si porta a casa – a ufo – lo stipendio.

Non sono i giovani che hanno paura della mobilità, che hanno paura di cambiare lavoro, questi vivono già all’interno di una condizione differente rispetto a quella dei genitori. Sono i genitori che devono imparare il valore della mobilità, sono i lavoratori della P.A.  che devono aggiornarsi e che non possono passare  la  vita lavorativa a fare quasi sempre la medesima mansione. Loro che devono rimettersi in gioco, che devono tornare a confrontarsi, come accade per i giovani, innanzi alle porte sbattute in faccia, al classico “Le faremo sapere”.

Non è la generazione dei giovani che si deve adattare, ma è la generazione dei Mario Monti, della Cancellieri, la generazione di governo attuale che ha la media di 63 anni che deve cambiare, e che dovrebbe lasciare spazio ad un'altra generazione, ma anche a costoro gli onori degli alti stipendi e degli agi fanno comodo. Agli altri no, invece. Gli altri, a dire di questi, possono essere additati come “parassiti e scansafatiche”.

 È facile “sputare” sulle teste degli altri dall’alto.

È la generazione di coloro che si sono impoltroniti il secondo giorno di lavoro nella P. A, che devono uscire dai loro uffici caldi d’inverno e dotati d’aria condizionata in estate, e affrontare le nuove sfide del mondo, tornando a fare contratti a progetto di pochi mesi, avendo l’insicurezza costante e quotidiana di non saper conciliare il pranzo con la cena, il non saper come pagare l’affitto, perché non sanno se il mese successivo potranno pagarlo, che non hanno avuto problemi ad andare in banca a chiedere un muto per la casa, un finanziamento per l’acquisto di un auto o di una cucina, visto che lo stipendio era assicurato ogni mese dallo Stato.

L’infamità non è l’abrogazione dell’articolo 18, l’infamità e il costo che zavorra l’Italia nella P.A., indipendentemente dal blocco del turn over, è che troppi dipendenti pubblici si considerano inamovibili, con scuse pretestuose rifiutano il trasferimento in altre città – famiglia, figli, appartamento, amicizie –  in settori che avrebbero necessità di personale e restano ai loro posti perché fanno ricorso,  perché si rifiutano d’aggiornarsi, per mettersi in pari con le nuove necessità del loro datore di lavoro: Lo Stato e le sue emanazioni periferiche e locali

Bisognerebbe ridiscutere anche il concetto di “giusta causa” per il licenziamento di un dipendente nella P.A. “Giusta causa” è anche un dipendente maleducato, impreparato, scansafatiche, assenteista,che non ha rispetto per il cittadino. “Giusta causa” è anche il poter licenziare un medico di famiglia che omette di far visite, o che non guarda gli esami di un suo assistito, adducendo motivi futili.

 I cittadini dovrebbero avere la possibilità di muovere Class Action contro un singolo o un gruppo di dipendenti della P.A che hanno dato prova di reiterati comportamenti e/o atteggiamenti che vanno contro i diritti dei cittadini .”Giusta causa” è anche la possibilità di licenziare un docente assenteista o che prende incarichi extralavoro e che tiene i piedi su due scarpe. “Giusta causa” è anche poter licenziare un dipendente della P.A, indipendentemente dal ruolo che occupa, che accumula doppi o tripli incarichi retribuiti, togliendo posti di lavoro a persone che avrebbero il diritto e le capacità di svolgerli.

Ma in Italia non si può attaccare frontalmente i dipendenti della P. A di cui anche governo Monti e Parlamento riceve nolo stipendio. Significherebbe attaccare e sputare sulla mangiatoia dove pasteggiano, per questi i tecnocrati oggi e certi politici in passato, hanno preferito attaccare le categorie più giovani e già di per se meno tutelate, che non hanno reti di protezione sociale.
Usare certi tipi di linguaggio non è diverso da quello di bullo di scuola grande e grosso che ruba le merendine ai bambini e che poi li insulta se si permettono di reagire.

Marco Bazzato
07.02.2012

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