domenica 12 febbraio 2012

Vigonovo ha bisogno di una nuova stazione di servizio?

Non mi è mai piaciuto occuparmi di cronaca locale. Ogni persona ha i propri interessi e gusti, ma quando notizie e foto giungono tramite amici che non ti hanno dimenticato, a differenza di alcuni parenti strettissimi con qui si condivide una parte del patrimonio genetico, dotati di priorità etiche e di morali differenti, che fingono che non si esista più, nella mente scattano non ricordi o rimpianti,ma i ragionamenti anche storici, che le nuove amministrazioni non ricordano, o che in virtù  del tempo trascorso,  possono appartenere ad un passato per alcuni remoto, ma per altri no.

La notizia che mi ha fatto risalire in mente Vigonovo e un articolo inviatomi da una persona con relativa foto, circa la nuova stazione di servizio che sta per sorgere in prossimità di Via Dante, a Vigonovo Ve, direzione Stra.

Ebbene, quella lunga e stretta stradina, quasi un budello o un’ansa intestinale deformata, è ben conosciuta dagli automobilisti della zona, dove i più idioti – con lo scrivente ci si mette tra questi, avendola percorsa fino a quasi dieci anni fa a velocità folli –, sanno che provenendo dalla località “Baita”, nel rettilineo lungo l’argine del Piovego, con un’autovettura e /o una moto di media clindrata, può imboccare la curva a quasi 180km, proseguendo verso il centro del paese, e prima d’arrivare  al “nuovo” ponte sull’Idrovia, dove tra le due “anse” dovrebbe sorgere una nuova stazione di servizio “No Branding” – nella direttrice in uscita dal paese – ossia si rifornisce di carburante extrarete, con i margini di ricavi lordi, e sconti sui carburanti da parte dei proprietari del servizio, che vanno oltre il doppio, rispetto a quello che la rete ordinaria offre ai gestori. E visto il margine quasi doppio dovrebbe portare a una diminuzione dei prezzi alla pompa, in linea teorica, di oltre gli 25  centesimi – per le benzine – ma è risaputo che le differenze tra gestori dei grandi marchi presenti nella rete e le “pompe bianche”  non superano i 10 centesimi, nonostante il Primo Ministro Mario Monti abbia affermato che con la liberalizzazione (fantasma) della rete (1) i prezzi dovrebbero scendere di altri 10 centesimi,alla fine sempre vanificati dai continui rincari.

Tornando a questa nuova stazione di servizio, ci sono voci discordanti e i cittadini chiedono chiarezza, e rispetto al miliardesimo di millesimo delle distanze tra il fabbricato e l’unghia dell’argine. Distanze che si presume certamente siano state rispettate, così come l’impianto sarà sicuramente stato autorizzato dalla preposta commissione provinciale sui carburanti, che avrà dato il beneplacito, nel pieno rispetto delle leggi vigenti (2).

Il punto non è se sono state rispettate le leggi, quello spetta ad altri eventualmente accertarlo, ma si pone l’accento non solo sulla pericolosità intrinseca della “stradina” provinciale SP 20,, ma sull’opportunità che un paese piccolo come Vigonovo, che conta poco più di 10.000 abitanti, distribuiti tra le frazioni, debba avere due stazioni di servizio, una in località Tombelle, che lavora da più di trent’anni e quella nuova in costruzione, che andrà a far contrarre l’erogato dell’attuale “pompa bianca”, visto che le amministrazioni comunali precedenti ci hanno messo decenni a far chiudere quello in Piazza Marconi. Punto vendita chiuso dopo che anche l’altro distributore sito all’ex numero civico di Via Padova 76/A  ha cessato l’attività nel 2004.

I vigonovesi non avranno forse dimenticato quel piccolo chiosco,per anni è stato Agip e poi, Ip, marchio a quel tempo appartenete al gruppo Eni. Il punto vendita sorgeva in una posizione infelice, nato dallo spostamento da Via Padova “vecchia” a via Padova “nuova”, quando ai primi degli anni ’70 è stato costruito il cavalcavia  sull’Idrovia incompiuta Padova-Venezia.

 Per anni ufficiosamente anche gli amministratori comunali dell’epoca si lamentavano con il gestore, che non era proprietario, circa la mancanza di visuale in uscita, quando si puntava il muso dell’auto verso Tombelle. Essendoci poca visibilità, si voltava la testa a sinistra, fino a quasi slogarsi le cervicali, per vedere se sopraggiungevano automobili, che spesso appena superata la curva dove anche oggi sta la fermata dell’autobus, prendevano velocità, schizzando come dannate sul quasi rettilineo, tant’è che verso al fine degli anni 90 avvenne un incidente mortale, all’altezza alla fermata, il traffico impazzito, l’autoambulanza che non riusciva a passare e i curiosi, sempre andati di moda, che giungevano sino al punto vendita, volendo lasciare quasi le auto in mezzo al piazzale, per andarsi a godere il giusto e sacrosanto, secondo il loro punto di vista, cadavere sanguinante, incastrato nell’auto e non ancora coperto da un lenzuolo bianco.

Si spera, se l’opera verrà edificata, che in molti non auspicano, che la direzione di marcia sia obbligatoria, verso la “Baita”, in modo che i clienti non possano, se non violando il codice della strada, tornare verso il paese dopo il rifornimento, come accadde all’impianto nella direttrice Via Padova, sull’Idrovia, con il gestore e i clienti infuriati – e altri soddisfatti – per il cartello di direzione obbligatoria a verso Padova e il divieto di accesso, provenendo da Padova, ma per non accedere al punto vendita, avendo l’amministrazione comunale fatto tracciare la linea continua,  cosa che la maggioranza degli automobilisti se ne fregavano, comprese  tante giovani promesse politiche e dipendenti dell’amministrazione comunale, entrando nell’impianto da Padova,  o tornado verso il centro del paese, a rifornimento ultimato.

 Una cosa del genere potrebbe ripetersi, con tutte le differenze del caso, se venisse aperta la nuova stazione di servizio, indipendente dal rispetto di tutte le leggi vigenti in materia.

L’impianto che era presente in Via Padova 76/A così come quello che dovrebbe sorgere in Via Dante, potrebbe avere un altro problema:l’entrata e dell’uscita delle autobotti per gli scarichi di carburante. Infatti, oltre l’intrinseca pericolosità delle operazioni di scarico, ove debbono vigilare al pari il trasportatore e l’addetto al piazzale, al momento dell’entrata e dell’uscita dell’autobotte l’addetto al piazzale quando vede l’autocisterna giungere, a volte si muove verso la strada per far defluire il traffico, con il rischio per la persona che può vedersi costretta a uscire dalla stessa proprietà o dai confini del punto vendita, per controllare il deflusso del traffico. E in una zona come quella, dove almeno in passato, e si presume anche oggi soggetta a rischi di forti nebbie, con la visibilità ridotta, questi sono fattori, ch potrebbero incidere sulla sicurezza delle degli automobilisti e degli addetti al piazzale, indipendentemente dal rispetto di tutte le leggi vigenti da parte della P.A.

E sono molti, oggi come allora, coloro che gufano attendendo che ci scappi il morto, o mal che vada un ferito grave, o se proprio dovesse andar in modo pessimo, un incidente senza morti o feriti ma con molte auto coinvolte. Sono in molti che già da oggi incrociano le dita, attendendo che il “lieto evento” si compia, in quanto vale sempre il detto dei sani e dei vivi: “meglio agli altri che a noi…”

“Il fatto che gli uomini non imparino molto dalla storia è la lezione più importante che la storia ci insegna.”
Aldous Huxley, Collected Essays, 1959

Marco Bazzato
12.02.2012



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