venerdì 28 marzo 2008

Contro il narconismo e l'alcolismo



Si dice che in Italia, si fa troppo poco, contro l’esercito dilagante di tossici, narcomani, alcolisti più o meno cronici, che gettano al vento la propria vita, sballandosi, ubriacandosi, perdendo – a volte – la vita in serate senza fine, o rientrare a casa, guidando fumati, impasticcati e non riuscendo a distinguere un dito indice, travolgendo ignari passanti, o studenti fermi alla fermata del tram, scontando poi, solo pochi mesi di galera, se gli va male, oppure rispediti a casa, accusati di omicidio colposo, scatenando – giustamente – la rabbia dei familiari delle vittime, che rivendo circolare, dopo pochi giorni questi spiantati, si sentono oltre che derubati della vita dei propri cari, uccisi due volte da una legislazione carente, che favorisce i criminali, lasciandoli spesso liberi di reiterare le loro scelleratezze.

Il problema, è ormai una piaga sociale, un carcinoma che mina le basi del vivere civile, che allontana paradossalmente le vittime dallo Stato e dalle Istituzioni, perché oltre che non essere tutelati, restano abbandonati a se stessi.

Il problema del narconismo, è che i fruitori del servizio di morte, godono – non si sa per quale assurdo cavillo giuridico – della quasi impunità, forti anche del consenso di una certa parte politica, che fa della liberalizzazione delle droghe, anche pesanti, un suo cavallo di battaglia, solo per fini prettamente elettorali, ma quando i drammi accadono – negli ultimi anni sempre con maggior frequenza – molto raramente, anzi quasi mai, questi fautori della libertà del narconismo, hanno parole di cordoglio per le vittime di questi assassini o stragisti.

L’omicida della strada, l’impasticcato, il fatto di fumo, alcol, che quando è solo, alla guida di un mezzo, ha tutto il diritto d’andare addosso ad un albero, uscire di strada, schiantarsi, carambolando conto qualche decina di auto in sosta e morire carbonizzato, decidendo così liberamente il modo di porre fine alla sua vita. Ma quando questi, che per sfortuna degli altri, e fortuna loro, il più delle volte, escono indenni dagli sfaceli che provocano, ammazzando persone, subisce condanne così miti, trasformando a volte i carnefici in pubblici personaggi, dove spesso, anche a distanza di pochi mesi, dagli omicidi commessi alla guida, hanno nuovamente la possibilità di tornare ad essere dei pericoli pubblici per gli altri – per se stessi non importa – rimettendo in circolo, peggio di un sangue infetto dall’Aids il virus mortale della morte alcol-narcomane.

La soluzione al problema sarebbe semplice, efficace e drastica. Quando una persona è fermata in stato d’ebbrezza e/o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, confisca immediata del veicolo e della patente del conducente. Mentre, se oltre all’ubriaco e/o al tossico, sono presenti altre persone, queste se patentati, la medesima viene soppesa per un anno, si privi , sono sanzionati, pari al 50%, per un anno, del reddito dell’anno precedente, o se privi di lavoro, studenti, o in attesa di lavoro, obbligo di un anno di servizi socialmente utili, possibilmente come in ospedali, case di cura, obitori o sale autopsia.

Con questi semplici ma efficaci sistemi di prevenzione, oltre che togliere dalla strada individui socialmente pericolosi per gli altri, si otterrebbe una riduzione dell’inquinamento atmosferico, del parco auto circolante, ma soprattutto dei morti a seguito della follia generalizzata da parte di cittadini, che nel pieno diritto di disprezzare la propria vita, sono un costo sociale esorbitante per le casse, non solo dello stato, ma anche per le assicurazioni stesse, che avrebbero così la possibilità di ridurre i premi, dovuto al calo degli indennizzi.

In un clima di campagna elettorale, dove tutti gli schieramenti, sono impegnati a vendere sogni, a spacciare promesse impossibili da mantenere, sarebbe utile prendere in considerazione la necessità di una “garrota” sul collo di quanti, coscienti della quasi impunità, continuano a mietere vittime, disinteressandosene poi dei destini altrui, perché – forse – il loro unico interesse è lo sballo, l’alcol, la droga, perché per loro è l’unica ragione di vita e/o di morte.

Marco Bazzato

28.03.2008

5 commenti:

  1. Caro Marco....leggo le pagine del tuo blog e trovo una serie di giudizi. Giudichi gli omosessuali xchè sono contro natura, ma se esistono DA SEMPRE significa che della natura fanno parte eccome. Giudichi chi vuole abortire...ma se una ragazza di 15 anni viene violentata e rimane incinta non credi che debba avere una seconda possibilità? Giudichi la morte di un ragazzo che nemmeno sai a cosa è dovuta (o sei un medico legale?) e senza rispettare il dolore delle persone che lo cnoscevano. Giudichi tutti gli argomenti del mondo e la tua morale deriva da un misto di frustrazioni fasciste e cattoliche che a tutto portano meno che alla tolleranza e alla fratellanza.
    Io vado ai rave ma non mi drogo...vedi che nn si può fare di tutta l'erba un fascio.
    Sto usando i tuoi mezzucci così forse mi capisco, tu che spari sentenza come se fossi l'unico esempio di intelligenza umana. Sono felice che non tutti la pensano come te.
    Sono felice della mia vita, che tu non condivideresti mai (ho un sacco di amici gay sai?).
    Sono felice....tu lo sei?
    Dici di aver preso le tue sbronze anche tu...xchè le cazzate degli altri sono giudicabili e le tue no?forse xchè sei un pò intollerante...
    Caro Marco non è così che cambierai il mondo.
    Spero che sia il mondo a cambiare te prima o poi.
    Peccato che gli uomini non rimangono incinta.

    saluti

    Martina Orsi, Pisa

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  2. E chi ti dice che abbia una morale cattolico fascista? Potrei essere un ateo marxista, che si riconosce in valori che secondo la mentalità italiana, sono considerati come gli etichetti tu. Non esiste solo la cultura italiana, che tra l’altro, lo dico per esperienza, per troppe cose è maledettamente provincialista e antropocentrica, dove il Bel Paese, o la maggioranza dei suoi abitanti hanno la pretesa d’essere al centro del mondo.
    Strano, che ci sia questa barbara moda di sbandierare le amicizie quando non sono eternaturali o eterofobiche. Per me gli amici sono amici, punto e basta, mentre tu, quasi ne fai motivo d’orgoglio, come loro, della loro diversità.
    In riferimento all’adulto, i medici patologi che hanno sezionato il corpo, col classico taglio a che si usa nelle autopsie, salvo poi, come per ogni dopo autopsia, in attesa degli esami tossicologici, che dovevano essere resi pubblici oggi, hanno dichiarato che l’adulto, non avendo riscontrato problemi fisici, sarebbe morto per un mix di alcol e droghe. Se a te questo sembra un modo intelligente di morire….
    I fatto che tu vada i rave e non ti droghi, questo non lo so, lo scrivi e quindi sono costretto, non avendo prove in contrario a prendere ed accettare le tue parole per buone.
    Il fatto che tu sai felice, questo mi fa piacere. Il fatto che io sia infelice, mi dispiace, ma riguarda esclusivamente il mio vivere, se permetti, su certe cose, tengo una certa riservatezza, come su molte altre, come tutti, del resto.
    Per quanto riguarda le sbronze, confermo quello che ho scritto, ribadendo che non mi sono mai ridotto in modo tale da mettere in pericolo, o peggio, la mia vita. E scusa, questo, almeno per me non è poco. Se tu sei abituata a fare in modo diverso: Buona fortuna.
    Riferito invece alle 15 che vengono violentate, come scrivi tu, per fortuna sono una minoranza infinitesimale. Il mondo è si pieno di maschi bastardi, ma grazie a Qualcuno, sono pochissimi, ma sempre troppi per i miei gusti. E se hai letto i miei articoli inerenti all’aborto, la mia opinione nei casi di violenza carnale è chiarissima. Una donna che ha subito una violenza, ha il diritto di rifiutare quel frutto concepito per violenza.
    Naturalmente non sono perfetto, anzi. Ma credo che l’essere umano, pur sapendo che la cosa è impossibile, debba provare a migliorarsi, ma tanto, la stupidità umana, la barbarie e la morte, è una costante, che in virtù della vita , che si rinnova.
    Grazie per le critiche intelligenti, sono sempre ben accolte.
    Cordialmente

    Marco

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  3. Caro Marco
    ti leggo da qualche giorno, per quanto riguarda la triste vicenda del rave di Segrate e mi sei sembrato, nel modo in cui ti esprimi,in qualche modo famliliare. Non riuscivo bene a capire chi mi ricordassi. Adesso sì, mi ricordi una persona che conosco molto bene,con la quale abbiamo spesso infinite discussioni. Non riusciamo mai a venirci incontro l'un l'altra, ci scanniamo quasi nelle nostre convinzioni,spesso finiamo per non parlarci più per giorni, ma poi c'è qualcosa che ci fa avvicinare l'un l'altra. Ho pensato spesso a questa cosa, questa rabbia che abbiamo dentro che esterniamo a volte così in malo modo, salvo poi riprenderci, ripigliarci.. E perchè? Ci ho pensato varie volte e sono arrivata alla conclusione che a volte si parla e si grida, per disperazione. Spesso è la paura che ci fa sentire forti rispetto a determinate prese di posizione. Allora ci si arrabbia , si arrancano posizioni di attacco, di difesa, di forti esternazioni. E tuttavia, sentendo l'opinione contraria alla nostra ,c'è qualcosa che ci spinge a non sottovalutarla in pieno. Io e quella persona in fondo, sappiamo che ciò che dice una all'altra non è così sbagliato come vorremmo farci credere. Io e quella persona, in effetti, sappiamo bene che ciò che dice una all'altra è prezioso e che forse lo diciamo per renderlo più vero di quanto noi non lo sentiamo realmente dentro di noi. Percepisco gli sbagli di lei e lei percepisce gli sbagli miei,ma c'è una forza potente e distruttiva nelle persone, chiamata orgoglio, chiamata egocentrismo, che sembra sempre navigarci contro con la promessa fasulla di badare a noi. In realtà non è così.
    Io penso che non non ci sia mai un solo colpevole nelle cose brutte che ci accadono continuamente nella vita. Perchè una persona, al di là dei suoi cromosomi più o meno sani, è poi il risultato di molte componenti.
    E a mio avviso, non si può nemmeno pretendere, con tutta l'arrabbiatura del mondo, come sembri fare tu, di eliminare la tragedia, la sventura, il dramma, dalla vita. E neppure la stupidità: sì la stupidità ! Tu ti arrabbi tanto perchè certe persone buttano via la loro vita. Ma forse non hai pensato che certe persone se arrivano a fare questo,vuol dire che non danno poi così importanza alla loro vita? Questo è il male, la malattia alla quale badare. Tu dici, posso capire un malato, averne compassione….ma le malattie sono solo fisiche? Quanta importanza dare alla sfera psichica nella vita di una persona, già.. Chi ne è in mezzo lo sa bene, forse. Chi ha provato sulle proprie spalle, probabilmente .Chi non ne ha così paura da non riuscire nemmeno a parlarne o svalutarne l’importanza., per difesa estrema.
    Non sono, personalmente, per gli estremismi, penso che ci sia spazio per una moderazione, in tutte le cose. Purtroppo, forse a torto, ne leggo molto in ciò che leggo da te.
    Ritornando a quella persona, una volta ricordo che, dopo una sfiancante discussione , lei mi disse:
    “Mi dispiace, ma io non credo all’amore. E tanto meno all’amore tra uomo e donna. E’ solo una questione di riproduzione. Sono tutte balle…” E poi aggiunse. “o forse sono io che non lo ho mai conosciuto”.
    Penso che sia stato il suo momento più vero da quando la conosco.
    E penso che alla base di tutto , ci sia solo quello. O la sua mancanza.
    Solo una mia personale considerazione, nulla di più.

    Saluti


    Angela di Milano

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  4. Ciao, grazie per il bel commento, che tra l’altro, ho gradito moltissimo per la civiltà e la compostezza. Tu chiami il mio arrabbiarsi o chiudersi a riccio. Preferisco arrabbiarmi col mondo, piuttosto che scrollare le spalle e fare l’indifferente, fingere che nulla di quanto accade vicino o lontano da me – come fanno in troppi – non mi tocchi e/o non mi riguardi.
    Sai cosa trovo, nonostante la tua garbatezza, delle tue parole: il girarci attorno, il non voler assolutamente vedere i fatti per quelli che realmente solo. Questa persona, fisicamente era sano, ma stando – oltre i centinai di insulti che ho ricevuto in questi giorni – in molti dicono che non aveva nessun problema, era una persona allegra, solare, sembrava che non avesse nessun “mal di vivere” e anche se lo avesse avuto, nessuno o è riuscito ad intercettarlo, o non ha voluto farlo, infischiandosene, scrollando le spalle e continuando come nulla fosse. Ma il continuare come nulla fosse non è avvenuto. E stiamo ancora qui a parlarne, senza motivo, visto che ormai non c’è più nulla da fare.
    Per carità, nessuna intenzione di eliminare quelle che tu chiami tragedie, ma che invece chiamo spregio per se stessi, disinteresse, fancazzismo, anzi, senza in nessun modo favorirle, bisogna lasciarle continuare, bisogna che succedano ancora, ancora e ancora, mille volte ancora, perché per assurdo, la comprensione della semplicità, così come l’illuminazione della complessità, spesso giunge quando si è alla soglia dell’altro mondo, quando si è negli istanti finali della vita, anche se poi si viene ripresi per i capelli e riportati di qua, sopraggiunge.
    Dici che ci sono delle persone a cui non interessa la vita, o vivere. Bene, allora diamo via, come si fa con la rottamazione della auto, agli incentivi per la messa in demolizione o a questo punto in loculo o sottoterra.
    Per quanto assurdo ti possa sembrare, posso essere tutto meno che estremista. Ho semplicemente le mie idee, che forse non collimano con chi vuole gettare la vita in alcol, pasticche e droga, e che poi, non tu, mi accusa di non voler capire i giovani. Sai onestamente cosa mi importa di questi giovani? Nulla. Forse ho fatto un unico errore con quegli articoli, ed è stato, non tanto scriverli, ma proprio aver impegnato il mio tempo, il mio interesse su una questione così banale, cosi irrisoria, cosi da nanoparticella, che al massimo avrebbe dovuto entrare tra il gossip, o il costume sociale.
    È vero che se si vuole, non eliminare il problema droga, ma quello dei drogati, bisogna solo aiutarli a proseguire, senza scoraggiarli, lasciandoli fare, alla fine, in molti, non solamente io, sperano il prima possibile.
    A questo punto, gli idioti che fanno del male solo a se stessi, devono essere lasciati fare.

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  5. Provate ad essere folli; nel silenzio e nella notte ravviso il massimo della follia.
    Così come nella religione di turno, quella praticata e presunta, quella in cui si ritrova l'equilibrio dei simili; ho scritto simili non uguali.
    Provate a raccontare e ad accapigliarvi con chi ha "la visione" delle certezze.
    Io, mi dibatto contro lo spirito del Divino che caparbiamente e quotidianamente Ti propina la Sua lezione di Fede e Ti raccomanda di non essere irrispettoso ma, non si domanda il perché.
    Lui, l'honumculus, quello che ti comunica il "messaggio", presume d'esser il rispetto e non s'accorge di quanto sia, lui, l'irrispettoso, guarda caso, proprio con sé stesso. Lui, ha certezza dell'aldilà quanto dell'aldiqua, della sua salvezza di spirito uguale ma non simile. Millenni di millenni più mille di mille, più altri ancora, anni di potere laico vs duemila anni di potere crociato certo di possedere l'unico vero Dio.
    Io, l'honumculus incerto ed approssimato, so che La mia certezza invece è quella uguale, non simile all'esordio del simposio di Platone dove una voce ti desta dal tuo frettoloso cammino e ti dice:" Ehi tu, del Falero, Apollodoro, mi aspetti un momento?"
    Da lì inizia la mia-tua-nostra follia.
    L'amico Apollodoro mi-ti-ci insegue e profferisce:
    "Ma carissimo, non è evidente? Questa opinione che ho di me e degli altri non prova forse quanto sia folle, quanto deliri?"
    E poi ancora.
    "Che discorsi si fecero quella notte?"
    Eh, si , quella notte; tutto avviene di notte, deve avvenire di notte. La notte come il silenzio si vuole nostro complice.
    Sono ormai da giorni in questo blog, che ti trovo?
    Il buio. Non la notte del giorno prima , dove hai, anche tu, vissuto, sofferto, manifestato la tua indifferenza, non l'attesa di un sogno o di un abbraccio di Morfeo ma, il buio.

    Provate ad essere folli, per Dio! E, se è, questo Dio che, vi fa savi, cambiatelo raccontando.
    Se credete di esser savi o dite di esserlo, questo posto non fa per voi, andate in Paradiso!

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