“Anno bisesto anno funesto”. Se il buongiorno si vede dal mattino, il nuovo anno si è gia presentato come una felice continuazione di quello appena defunto, il cui cadavere giace ancora caldo, e nessuno sembrerebbe intenzionato a dargli degna sepoltura.
D’altronde, basta vedere come già dai botti di fine anno, che il nuovo che giunge, non è altro che una copia – nata malata del precedente – con l’aggiunta della nuova moda, sembrerebbe per ora tutta meridionale di sparare con le pistole ad altezza d’uomo, col consueto carico di cadaveri, pochi almeno per quest’inizio, ma che stando alle proiezioni degli uccellacci del malaugurio, ai prossimi capodanni, dovrebbero aumentare.
Viceversa invece sono diminuiti incidenti, amputazioni, orberie agli occhi, con dispiacere dei medici, costretti a fare i turni notturni ai pronti soccorso, quasi con le mani in mano.
Per fortuna, almeno Napoli e provincia, continua a fornire spunti giornalistici a causa della decennale emergenza rifiuti, che infetta i cittadini, e li rende ogni giorno che passano sotto i rifiuti, più incazzati e vendicativi, tant’è che continuano a bruciar “monnnezza” con gran gioia dei pompieri che almeno con questo freddo, sono scaldati dal calore dei fuochi alla diossina.
Se l’Italia non piange, il Pakistan non ride. Dopo l’omicidio a sangue freddo dell’ex premier Benazir Brutto, la famiglia ha “democraticamente” investito il figlio della neomorta alla guida del partito, dimostrando, ai pachistani e al mondo la passione della democrazia di casta che regna in quel paese tribale, e che nei fatti che “La democrazia è la miglior vendetta” dentro il partito dei Brutti non vale! Nemmeno in Italia, per ora , siamo riusciti a far di meglio.
In Kenia invece, dopo le elezioni hanno iniziato a scannarsi come buoi tra di loro, dando inizio all’ennesimo genocidio in salsa africana, che comporterà come sempre grandi appelli al massacro moderato, usando magari armi di precisione, invece dei machete e coltellacci alla Tarzan che non portano denaro ai poveri trafficanti d’armi internazionali, che godono come scimmie quando le loro armi – gentilmente offerte – per l’autodifesa tramite offesa personale, vengono usate sugli inermi, dimostrando così la bontà dei prodotti venduti. C’è da aggiungere, però come nota di colore, che forse perché il Kenia è un Paese arretrato, secondo i ricchi standard Europei, hanno preso solamente ora l’abitudine d’arrostire gli umani, ma che a differenza dei roghi medioevali di vaticana memoria, in kenia si fanno piacevoli roghi di cristiani, abbrustolendoli – come pop corn – direttamente in chiesa.
Prepariamoci invece noi, cari italiani, ai festeggiamenti per i 60 della Costituzione, paradossalmente la carta à più giovane dei vecchi decrepiti – non voluti guarda caso né in paradiso né all’inferno, e infatti restano qui a far danni – che come tanti nonnetti coi pannolini ciondolano come zombi nei due emicicli di Camera e Senato.
Visto che la Carta Costituzionale è ancora attualissima, come ha detto il Presidente della Repubblica nel suo discorso di fine anno, si spera che amici e fiancheggiatori dei Gai, vadano a rileggersi l’articolo 29:
La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.
Capendo finalmente una volta per tutte che in questo Paese, malato in tantissime cose, ma sano per altre non c’è posto per istanze che inducano allo stupro costituzionale del matrimonio – laico – tra un uomo e una donna, e non come vorrebbero alcuni, per superare i loro complessi personali, “matrimoni?” tra individui dello stesso sesso. Come se uomini con uomini e donne con donne potessero dar vita a famiglie naturali. Nemmeno i bambini africani crederebbero ad una balla del genere!
Per fortuna in Italia abbiamo Giuliano Ferrara, che se da una parte, esattamente come i radicali, ama far invadere e bombardare pacificamente stati sovrani, come Iraq ed Afganistan, e magari in un prossimo futuro anche l’Iran, dall’altra, il direttore del Foglio, vuole per compensare i cadaveri inceneriti per il mondo, emulare il Radicale, che tanto si è prodigato per una moratoria universale della pena di morte a stupratori ladri, assassini, verdure e quant’altro, proponendo almeno in Italia, spalleggiato dallo Stato straniero , governato da un imperatore – unico caso nell’Unione Europea – una moratoria sull’aborto, per bloccare ormai radicata consuetudine italica della selezione genetica di mengheliana memoria, ora possibile in fase prenatale.
Ci sono praticamente tutti i presupposti per sfregarsi le mani, per godere delle corbellerie politiche, economiche, sociali, degli ormai consueti massacri famigliari che allietano, non solo i giornalisti, ma che tutti gli italiani, che come drogati di cronaca nera e servizi nefasti, non possono fare a meno dell’abituale bagno di sangue quotidiano.
Marco Bazzato
02.01.2008