giovedì 17 gennaio 2008

Il Papa censurato?



Continua la polemica politico-religiosa sull'ipotetica caccita del Papa dall’apertura dell’anno accademico dell’università alla Sapienza di Roma, andando a tirare in ballo,la presunta mancanza di libertà, nei confronti dell’Imperatore Vaticano, usando come pretesto banale che il presunto terrorista Iraniano – secondo la propaganda guerrafondaia americana – il presidente della repubblica Mahmoud Ahmadinejad, ha tenuto lezione alla Columbia University il 25 settembre del 2007, spacciando gli Stati Uniti come una democrazia perfetta. Sarebbe interessante vedere, se gli americani dovessero sorbirsi, come in Italia, l’invasione mediatica di un Capo di Stato straniero, come minimo ogni domenica, tra le notizie dei telegiornali, non solo con notizie in studio, ma anche con inviati sul posto Probabilmente quasi 2000 anni di pazienza, stanno arrivando al pettine.

Non va dimenticato che poche settimane fa, è stato in visita ufficiale il Dalai Lama, ma la nostra cara politica – quasi – sempre genuflessa a 90 gradi, per farsi perdonare un’inesistente offesa al Papa, visto che ha rinunciato di sua volontà, facendo perdere agli italiani, la gioia di veder manganellati – a sangue – qualche centinaio di facinorosi, è fuggita, davanti al capo religioso Tibetano, per non offendere la Cina, amica degli studenti – 15 aprile 1989,piazza Tienanmenn docet, che con umanità comunista, l’ha trasformata in macelleria di carne umana a cielo aperto – inventansi fasulle visite continue al cesso, vaginiti, emorroidi, attacchi di tibetanofobia, pur di non offendere l’amato-odiato partner commerciale cinese, che invade i mercati di mezzo mondo con le loro paccottiglie di scarsa qualità, ma che anche gli italiani, sono costretti ad acquistare, visto che il parlamento ed il governo è coeso solo quando si tratta d’aumentare le proprie prebende, tutti gli altri, possono pure finire in povertà. Quando lo stomaco è vuoto, pensano, forse non si rivolteranno, e come tante Marie Antoniette, credono che se il popolo non ha pane, può magiare brioches. La fine però di questa nobil vacca, per fortuna la conoscono tutti. Crepata per una “segata” al collo.

I fautori del clericalismo partigiano, usano la baggianata che nel mondo i cattolici sarebbero circa un miliardo, come se questi, attendessero l’angelus domenicale incollati – via satellite – alle tv pubbliche e private italiane. Ma lo immaginiamo uno zulù cattolico che interrompe la caccia domenicale, per cibarsi il discorsi del papa in italiano? Come se tutto il miliardo e rotti di cattolici sparsi nei cinque continenti, non dico parlassero, ma almeno capissero l’italiano accentanto tedesco del panzer bavarese.
La verità, e qui aveva ragione Marco Pannella, mercoledì a Porta a Porta, è che siamo un Paese, dall’estero, considerato sotto ciabatta della teocrazia cattolica. Uno del luoghi comuni più diffusi, su di noi, dopo mafia, camorra e mondezza napoletana, spalata spalmata come fosse letame all’estero, vedi Sicilia, Sardegna o Germania, è che siamo una nazione di Cattolici devoti, e pensano che seguiamo come rincitrulliti, gli insegnamenti di Santa Vaticana Chiesa, che non si commetto aborti, divorzi, e le chiese sono piene, solo perché vedono qualche immagine della Basilica e di Piazza San Pietro, in occasione delle benedizioni Urbi et Orbi.

L’Italia e l’italiano medio, vive in una sorte di provincialismo megalomane, dove crede che tutto ruoti attorno all’Italia, e anche le immagini degli studenti cattolici alla Sapienza imbavagliati, degli studenti di Comunione e Liberazione, che all’udienza del mercoledì, scandivano lo slogan “Libertà” hanno mostrato un fanatismo bieco, becero e pericoloso, fomentando ancor di più il luogo comune della Teocrazia Vaticana; cos’ come quei quattro “straccioni” lasciati fuori dall’Università – meno di centinaio di esagitati – hanno trasmesso l’idea di un Paese spaccato in due, ancora diviso tra Guelfi e Ghibellini .
Nell’assurdo, l’errore od orrore di fondo l’ha creato il rettore dell’università con un invito inappropriato, che ha fatto rivivere al Paese, seppur in forma meno virulenta e violenta, i fantasmi della contestazione studentesca del ‘68 e della metà degli anni ’70, rimediando – ma tanto ormai ci siamo abituati – l’ennesima figuraccia internazionale, dimostrando che il laicismo di poche frange fanatiche, seppur con degli sani punti di verità, ha avuto la forza di imbavagliare la libertà di parola ed espressione, dando l’immagine non di un Paese libero, ma paradossalmente illiberale e nemico, proprio per assurdo, del libero pensiero di Giordano Bruno memoria.
Questa tensione, religioso culturale, negli anni a venire, è destinata ad aumentare – sempre che il Papa, per gioia dei francesi non torni ad Avignone, o in altri Paesi che sarebbero felici d’avere dentro il loro territorio lo Stato Città del Vaticano – l perché il Paese e gli italiani in generale, anche se la maggioranza, di fatto il cattolicesimo ed il cristianesimo lo conosce per sentito dire, lo applica integralmente quando è ora di lavarsi la coscienza innanzi ad un confessore, m all’atto pratico, è molto più laicizzato e secolarista, di quanto abbia il coraggio d’ammettere, e si spaventa come se credesse ancora nella favola del fuoco della Geena, la discarica dei rifiuti dati alle fiamme fuori dalle porte di Gerusalemme, e divenuta metafora per costruirci sopra 2000 anni di fiamme infernali, mentre l’Italia, ha già la sua Genna quotidiana, il suo inferno, e non metaforico, ma puzzolente come la diossina emessa dalle immondizie non raccolte in Campania.
Per fortuna che questo disastro annunciato, che ha sputtantato, l’Italia nel mondo, sia per fortuna passato in secondo piano, grazie prima al no del Papa alla Sapienza, e le dimissioni del Ministro della Giustizia, hanno graziato il Paese dall’occhio fetido delle tv che hanno capito, che per farsi un po’ di grasse risate, basta fare dei servizi sui vizi pubblici italici.

Marco Bazzato

17.01.2008