martedì 29 gennaio 2008

Condannati a morte perché Gay


L’Iran è una Repubblica dalle forti tradizioni religiose e morali, tant’è che certi comportamenti, in troppi Paesi del radical-laicismo, considerati – per editto dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) – come “normali e naturali”, sono punti severamente, anche con la morte, condannando quelli che secondo la Legge Iraniana e la sua religione, sono considerati degli invertiti sessuali “Nemici di Allah, e sodomiti”.

La sentenza, anche se non ancora eseguita, potrebbe far rabbrividire – in teoria – ma, non va dimenticato, che l’Iran è una Repubblica che ha democraticamente scelto i propri rappresentati, e il modo di legiferare, segno chiaro che la maggioranza della popolazione i comportamenti non eteronaturali, non sono tollerati.

D’altronde, va ricordato, che fino a poche centinaia d’anni fa, nella civilissima Italia, nello Stato Pontificio, a differenza della paradossale umanità iraniana, in quello che poi sarebbe diventato il Bel Paese, la morte era inflitta in modo più atroce: Il rogo, col condannato cosparso di finocchi per aromatizzare l’aria, evitando al clero al pubblico festoso il tanfo nauseabondo della carne – umana – alla brace.

Non va dimenticato, che secondo il calendario islamico, i Paesi musulmani, usando la datazione gregoriana, è 1427, dove negli stati cristiani, era appena iniziata l’inquisizione e lotta della Chiesa contro gli eretici.

Volendo ragionare in termini fantascientifici, le cosiddette civiltà evolute – secondo la nostra opinione, dovrebbero applicare a quei Paesi che reputati culturalmente arretrati, la
“Prima Direttiva” per non alterare la loro normale evoluzione culturale.

Va tenuto presente infatti, che nella civilissima Europa del 1400, si è dovuto attendere l’
illuminismo, e la conseguente corrente massonico-filosofica, portante per opposto ad una radicale distruzione dei valori fondanti della famiglia, e della normo-eteronaturale evoluzione umana e culturale, con tutti i drammi correlati, vedi il prossimo Festival di Saremo, dove Anna Tatangelo canterà una canzone scritta da Gigi D’Alessio, dedicata all’”Amore Gay” , tant’è che se un visitatore straniero, illuminato, si fosse recato nell’Europa del 1400 e oltre, avrebbe avuto da sbraitare per secoli, prima di veder accettato, o imposto militarmente, come spesso accade, un presunto pensiero evoluto.

Le teoriche rivoluzioni culturali, non possono avvenire per influenze, spesso nefaste, esterne, ma bisogna lasciare che un popolo, una cultura, una religione si evolva secondo i suoi tempi e modi, facendo si, che il cambiamento parta dal basso, dal popolo che chiede, anche a costo di feroci guerre intestine interne, il cambiamento, perché se i mutamenti sociali, avvengono per imposizione esterna, e i Paesi come Iraq e Afganistan sono un esempio, fanno fronte comune ribellandosi con tutte le loro forze agli invasori.

Non va dimenticato che anche nella Cina Comunista attuale, dove l’imprenditoria mondiale si affanna ad entrare in quello che fino a pochi anni fa era considerato un mercato emergente, è dovuto avvenire il massacro di
Tiananmen, perché il regime allentasse un po’ la presa sul popolo, non perdendo l’abitudine di mettere a morte i nemici del popolo, facendo pagare alle famiglie il costo del proiettile, senza che le organizzazioni umanitarie, sovvenzionate spesso da Stati e multinazionali, alzino troppo la voce, per paura che il Paesello da oltre un miliardo di abitanti, e con un regime, che più rosso non si può, tagli i lucrosi contratti, anche di moltissime ditte di Moda Italiana, ma non solo, che da anni hanno delocalizzano, facendo sfruttare, tramite consociate di diritto cinese la manovalanza mal pagata e spesso schiavizzata, tant’è che nel ricco “Paese di Mezzo” secondo la traduzione ufficiale, patria della rivoluzione del pedofilo di Mao Zedong, secondi i dati – teorici – vista la difficoltà di reperimento, in quanto le “buone” abitudini comuniste, sono dure a morire, ammontano a circa 3.400, con nessun pacifista arcobaleno con la falce e martello, vada a protestare sotto qualche ambasciata o consolato cinese, in quanto Business is Business e Money is Money, e decantati diritti umani, possono tranquillamente finire sotto i tacchi, ma soprattutto che nessuno si azzarda, al giorno d’oggi a definire: Regime la Repubblica Popolare (comunista) cinese, come la Repubblica Islamica Iraniana.

Creare una questione illuminista di presunte violazioni dei diritti umani in Iran, mentre è solo un mero problema di politica internazionale, di pressione per motivi di strategia geopolitica, puzza di zolfo ed ipocrisia, non perché interessi il destino dei 6 omosessuali condannati a morte nel 2007, ma per continuare la pressione, per appropriarsi dei giacimenti petroliferi iraniani, e perché da tempo l’Iran ha chiesto il pagamento delle forniture petrolifere, non più in dollari, sempre più a picco e quasi carta straccia, ma in Euro.


Marco Bazzato

29.01.2008