domenica 13 gennaio 2008

Riciclaggio e monnezza: che goduria!



Si dice che il pesce puzzi dalla testa, se è veramente così, allora i campani hanno tutto da imparare dal presidente francese Nicolas Sarkozy, che da micragnoso – forse perché secondo i maligni, avrebbe sangue zingaro – dovendo sostituire il modello usurato di moglie – probabilmente considerata un rottame – inquinante, con la menopausa e le vampate di calore quotidianamente in agguato, ha scelto il clone della medesima, trovando nella scacquetta Carla Bruni, figlia di un padre legale cornuto – quindi figlia di cento padri – il modello, sebbene con all’attivo molti passaggi di mano e trapanate diverse – ma non registrati – e ascoltando i classici malignismi francesi, che con innata delicatezza dipingono la loro connazionale – ex italiana – come una slabbrata in tutti i sensi, ha riciclato alla nuova, ma comunque usurata compagna, l’anello di fidanzamento, che ‘sto taccagno aveva prima regalato – evidentemente facendoselo poi restituire – alla precedente consorte Cécilia Sarkozy, che avrebbe definito l’ex marito, ridicolo.

Va dato merito al presidente francese, che con l’anello riciclato, ha dimostrato che come col porco, non si getta mai via nulla, dando l’esempio ai cittadini campani, che riciclare anelli, rottami, vecchie galline da brodo, o immondizia generica, è possibile, risparmiandoci sopra.

Ma se i francesi non ridono per i comportamenti presidenziali, i campani piangono per i comportamenti – al limite del genocidio – degli amministratori locali e dei politici nazionali, che anche questa volta, con l’ennesima emergenza in agguato, si ostinano, invece che lasciare la natura a fare il suo corso, con qualche bella epidemia di leptospirosi, peste ocolera, di far cadere, per l’ennesima volta, finanziamenti a pioggia, per cercare l’ennesima soluzione tampone, riaprendo le discariche – anche in deroga alle indicazioni igienico sanitarie – o inviandole in altre regioni per lo smaltimento dei rifiuti.

Lo schifo è che per togliere le castagne dal fuoco ai vari commissari straordinari, al presidente della regione Campania, e al sindaco di Napoli, si stia facendo intervenire, seppur per compiti logistici, l’esercito per ripulire le strade, e le forze di polizia, invece di manganellare i diritti responsabili dello scempio, preferiscono perdere il loro tempo, facendo saettare i manganelli sulle teste dei cittadini, che anche se in modo infuocato, manifestano incendiano un po’ di spazzatura o qualche autobus, mentre i fautori di questa catastrofe, rimangono impuniti e continuano a portarsi a casa i loro ricchi appannaggi regali.

Il presidente del consiglio e la maggioranza dei ministri, continuano ad invocare la solidarietà delle altre regioni italiane, anche se nessuna di queste brave persone, da quando è iniziata – o continuata – l’ennesima crisi, ha avuto il coraggio d’andare di persona, mostrando la faccia, davanti ai cittadini infuriati sia per i rifiuti accatastati fin quasi ai primi piani delle abitazioni, sia davanti agli abitanti dei comuni di dove dovrebbero essere riaperte – provvisoriamente in eterno – le discariche.

Ora il governo, nella sua lungimiranza, dopo essersi presentato implorante alle altre regioni col cappello in mano, come un accattone, è riuscito a rifilare a Sicilia e Sardegna, qualche tonnellata d’immondizia, con gran rabbia degli isolani, che a differenza dei Napoletani, invece d’incendiare cassonetti, da persone intelligenti, lanciano dentro il giardino della villa del governatore della Sardegna i sacchi d’immondizia, protestando – civilmente – contro la decisione incivile del governatore di portarsi nella regione parte del fetore campano, senza che gli isolani sappiano, cosa la Sardegna riceverà in cambio per questo “gesto” di nobiltà di cuore.

Sicuramente più civili sono state le altre regioni italiane, che correttamente, pilatisticamente parlando se ne sono fregati allegramente, tanto è vero, che nemmeno il Lazio, sembra abbia dato disponibilità ad accogliere le scorie campane, per non parlare delle regioni del Nord Italia, che proprio hanno respinto la proposta del presidente del consiglio, ritenendola – a ragione – indegna d’essere accettata, e così per l’ennesima volta, il sud pagherà lo scotto ambientale e sociale del malaffare campano.

Soffrire per l’emergenza rifiuti in Campania? Ma nemmeno per sogno! Incazzarsi per la figuraccia internazionale che ci sta mettendo in ginocchio il turismo di quella regione, e forse non solo? Ma che scherziamo! Diventare incavolati neri perché le altre regioni italiane – preventivamente e americanicamente parlando – rifiutano frutta e verdura provenienti da quelle zone, rischiando di mandare letteralmente a puttane l’intero settore agricolo? Affari loro! Sapevano che prima o poi il collasso sarebbe arrivato, ma hanno alzato le spalle, la politica amministrativa – forse aiutata con qualcosa per non curare cecità e la sordità e mutismo – ha preferito fare come le tre scimmiette: Non vedo, non sento, non parlo. Quello che dovrebbero fare tutti gli italiani, non campani, a riguardo la situazione di quella regione: scrollarsi le spalle, e fregarsene, dicendo:
«A noi che c’importa? Sono cazzacci loro, e s’arrangino! Vada a farsi sfottere la tanto invocata, dal presidente del consiglio, solidarietà nazionale!Viva l’autonomia regionale che permette – finalmente – di non accettare lerciume da regioni e amministrazioni locali lavative!»

Marco Bazzato

13.01.2008