venerdì 30 novembre 2007

Marco Amatovich: Puzza di zingaro



Al peggio, almeno in Italia, sembra non esserci fine. Marco Ametovich, il sigagno,per dirla alla Veneta, che ubriaco marcio, ha falcidato, ammazzandoli, quattro ragazzini, e che per sentenza del giudice, deve scontare la pena, non in carcere, ma agli arresti domiciliari in Hotel, con tanto di computer e tv, dovrebbe – secondo le intenzioni di un manager senza scrupoli – testimonial di una linea di abbigliamento, e di un profumo: “Tanfo di Zingaro”.
Alcune schegge impazzite della società italiana, non solo hanno toccato il fondo, ma stanno addirittura scavando, alla ricerca – non della perla rara – ma dei peggiori elementi, per trasformarli in nuovi simboli commerciali, che giocano sul nuovo valore aggiunto mediatico: la morte.
Dire che questa operazione, non è solo un insulto, sia alle vittime, sia ai loro familiari, che dopo lo strazio per la perdita dei figli, l’offesa per la sentenza, ora devono assistere all’ultimo affronto, cioè l’animale disumano che gli ha ammazzato i figli, arricchirsi alle spalle di questa disgrazia, è davvero troppo.
Poi, non ci si può lamentare, se gli italiani, a questo punto diventano razzisti, cattivi e feroci – come i rumeni o i gli zingari che delinquono – e invocano leggi più restrittive, anche se c’è un dato oggettivo, che non va dimenticato, e cioè, che paradossalmente è colpa di un Italia buonista e spregiudicata, al tempo stesso, che permette tutto questo. L’Italia dei giudici che cercano tra i cavilli delle leggi, le motivazioni legali – immorali e indegne per un Paese che vorrebbe dirsi civile – per dare il minimo della pena, ed il massimo dei benefici. Ma i giudici si difendono, affermando che applicano la Legge. Possibile che tra le migliaia di leggi, si usino proprio quelle? Non c’è ne sono altre con minore impatto emotivo e sociale?Oppure il garantismo assoluto vale per i carnefici, ma non per le vittime?
Poi, peggio ancora, sono questi sciacalli di imprenditori senza scrupoli, indegni d’essere annoverati nel consesso civile, che a differenza di altri delinquenti stranieri, la delinquenza morale italica, non può essere espulsa, ne dalle menti, né tanto meno dal Paese.
Dire che questo assassino plurimo – che solo per necessità di giare spot – chiede in un video perdono ai familiari delle vittime, giustificandosi col fatto che anche lui è padre, ma i quattro morti maciullati non sono i suoi, è indegno.
Altre due cose, tra le tante, lasciano annichiliti. La prima il silenzio della politica, e dei grandi media, che a parte qualche tenue presa di distanza, continuano a tacere. Il secondo, è il silenzio dell’imprenditoria, non importa in che campo. Nessuno si è azzardato a condannare pubblicamente l’agente di questo assassino, come ci fosse una sorta di connivenza morale, che non permette una pubblica presa di distanze.
Nel servizio di Studio Aperto, ‘sto zingaro, nemmeno visti i teorici contratti in arrivo, parla di risarcimenti a favore dei familiari delle vittime, ma ha la pretesa di ricevere, da questi, il perdono, e poi si scandalizza o ha paura, se qualche anima intelligente lo minaccia?
Ha ragione da vendere, il padre di una delle vittime, quando dichiara che la gente è stanca, che si sente offesa e presa per i fondelli. Il paradosso è che il ministro Mastella, ha dichiarato – pilatisticamnente – che non esistono leggi che non permettano ad una persona che sta scontando una pena per quadruplo omicidio – colposo, secondo la sentenza – di firmare contratti, e in mancanza di questa, oltre al danno, si aggiunge la beffa, visto che gli eventuali proventi non possono essere né confiscati, né devoluti forzatamente alle vittime.
Se questa linea di abbigliamento, di occhiali e profumo dovesse uscire, sarà bene ricordare, prima d’acquistarla, che non solo puzza di zingaro – visto il tanfo riconosciuto che la maggior parte di loro emanano – ma soprattutto puzza di morte, ingiustizia e scicallaggio commercial-mediatico, sulla pelle di quattro ragazzi, investiti da un ubriacone – che nonostante le parole – negli occhi non mostra alcun pentimento vero.

Marco Bazzato
30.11.2007
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giovedì 29 novembre 2007

Liberalizzazione proletaria degli scioperi


Ormai è chiaro: l’Italia non sa scioperare, e i dipendenti pubblici e privati, sono a differenza dei francesi, castrati dalle leggi dello Stato, che nel nome dei diritti di tutti, sono contro il diritto di sciopero.
In Italia infatti, è impossibile il liberale sciopero deregolarizzato, che un normale Paese civile dovrebbe, non solo permettere, ma addirittura – come il precariato, la delocalizzazione, lo sfruttamento, per ignoranza o necessità economica e di sopravvivenza – favorire ed incentivare, anche con sgravi, agevolazioni – identiche a quelle concesse alle imprese, ma non solo – o deduzioni fiscali.
Da noi, i medici, ferrovieri, assistenti di volo o altre categorie,costrette ad una misera giornata, i benzinai, come altri, costretti a dare preavvisi a lunga scadenza, o come i tassisti se chiudono le macchine, scoppi ala rivolta, non dei cittadini, che visti i prezzi proibitivi, rara,mente li usano, ma dei politici o di altri boiardi che per motivi di opportunità, non possono andare con l’autista, nel solito alberghetto – a cinque stelle – a ore, dove li attende, l’amichetto, o le sempre meno numerose, vista la moda d’invertirsi, amichette di turno.
In Francia almeno – patria della rivoluzione – lo sciopero è una cosa seria, con città bloccate, metropolitane chiuse, tir che – come in un assedio militare – bloccano le vie principali, scuole chiuse, e solidarietà popolare alle stelle.
In Italia invece, miseri scioperi simbolici di poche ore, una giornata al massimo, con tanto di fasce di garanzia e obbligo – con questa scusa – dei servizi essenziali. Ridicolo.
Nel Bel Paese tutti si lamentano per gli stipendi da fame, ed il precariato – che come l’Aids in Africa – avanza, ma appena qualche categoria – certamente per interesse corporativo – prova ad alzare la testa, reclamando delle condizioni migliori, l’Italiano medio, così bravo nell’impegno sociale via Sms – se si parla di qualche poveraccio dall’altra parte del mondo – al costo di 2 Euro, si inferocisce, dimostrando una solidarietà sociale degna di Hannibal Lechter, se l’infermiere o il ferroviere incrocia le braccia, astenendosi dal lavoro, invece d’avere – come i francesi, pazienza – solidarizzando con gli scioperanti.
Appartengono al millennio passato, le grandi manifestazioni di piazza, dove il Paese non aveva paura di bloccarsi, perché il benessere sociale doveva essere un diritto, mentre oggi, demotivati da una povertà di ritorno, come un appestato che si porta appresso la malattia, ha paura, complice una sinistra adagiata nei comodi velluti dei salotti del potere, e sprofondati nei loro appannaggi regali da nababbi, non hanno più né voglia né tempo – ma soprattutto interesse (personale) economico – d’inimicarsi, quello che in passato era considerato lo sfruttatore della classe lavoratrice, a cui loro stessi, prima, appartenevano.
Oggi esiste la concertazione, il tavolo imprenditori– indacato, col governo, che non importa se di centro sinistra, sta sempre dalla parte di chi ha la grana, e con la scusa dei bilanci statali e aziendali, i dati macroeconomici, non certo per colpa di chi è a reddito fisso, o fatica ad arrivare a fine mese, ma a causa dei grandi manager, specializzati in crac, di boiardi – pubblici e privati – che cime piragna spolpano aziende sane fino all’osso, gettano – nemmeno fossero cani randagi, o bastardi, accucciati ai piedi del padrone del maniero – le briciole o le ossa fomentando mediaticamente l’opinione pubblica, contro coloro che reclamano stipendi e migliori condizioni di vita, dipingendoli come tanti Menghele, o Kappò Nazisti, attaccati al denari, che a differenza dei cani, sono anche privi di riconoscenza perché invece di leccare la mano al Vassallo di turno, non vogliono far altro che strapparla a morsi, evacuandone i rifiuti, al termine della digestione.
È ora di deregolamentare, come il liberismo estremo e privo di leggi , di liberalizzare nel modo ampio ed estensivo il diritto di sciopero, affinché le parti sociali, finalmente infischiandosene – al pari - come le grandi multinazionali dei diritti elementari dei cittadini,senza aver paura di sanzioni e/o precettazioni, tutelando, non tanto l’ora illegale sciopero selvaggio, ma il diritto di libertà individuale e collettivo liberale di portare avanti, con forme di legalità più avanzate e progressiste, in difesa del dei diritti – non solo di sciopero - d’avere stipendi e garanzie sociali degne di un progressista, e non più arretrato a forme di feudalesimo – pubblico e privato – imprenditoriale di stampo medioevale.

Marco Bazzato
29.11.2007
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mercoledì 28 novembre 2007

Italia: Legale puttanaio illegale


Secondo una recente statistica, sarebbero almeno 10 milioni gli italiani, che usufruiscono delle prestazioni sessuali delle prestatrici d’utero, o dei prestatori d’ano, che si vendono sulle strade italiane.
Dieci milioni di puttanieri, sono una cifra imponente, se rapportata ai 58 milioni di residenti, che tolti bambini e ottuagenari, fa a capire come il degrado mentale sia profondando – ogni giorno di più – dentro una fossa biologica.
In Italia, il mestiere di bagascia frocetto, o travestito, che mercifica il proprio corpo, cresce in modo esponenziale, complice anche la mancanza di una legge, che in quadri i liberi mestieranti del sesso a pagamento dentro anche una categoria fiscale ben definita.
Ogni “persona?” che decide di darsi al puttanesimo, complice l’assenza dello Stato, può prendersi in affitto un appartamento, mettersi a battere senza emettere uno straccio di scontrino fiscale o ricevuta, in totale offesa degli altri sfigati fiscali, che a loro rischio e pericolo, provano – a volte bene, altre male – ad evadere il fisco.
Evidentemente, per lo Stato fiscale italiano, una puttana o un recchione, hanno il diritto di evadere, diritto non concesso all’idraulico, negoziante, imbianchino, insegnate, ma soprattutto nei confronti dei dipendenti a reddito fisso, che vedono in busta paga solo il netto, quando possono hanno comunque il doppio lavoro, dove però paradossalmente il Fisco chissà perché, non indaga mai a fondo.
Lo Stato, in nome della presunta libertà del cittadino, premia donne e uomini di malaffare, concedendo loro totale libertà fiscale d’evadere, mentre come un accattone, manda la Finanza a multare l’esercente che non emette lo scontrino fiscale per un caffè, tutto nel nome – con grande propaganda mediatica – della lotta all’evasione!
A questo punto, vien da pensare che esser mignotta, travestito, finocchio, praticamente il puttanesimo in generale, femminile e maschile, sia più nobile che essere avvocato, imbianchino, operaio in una catena di montaggio, badante, assistente sociale o insegnante. Tanto che il disegno di legge per il riordino della materia, sostituisce la parola donna, con “persona?”, per venire incontro alla mutata offerta di puttani finocchi – o maschile – soprattutto minorile. Termine errato, perché, sebbene non politicamente corretto, il termine più consono dovrebbe essere “Bestie”, senza offesa per gli animali, che vanno i calore solo per finalità riproduttive, e non si mercificano come i cosiddetti “umani”.
Lo sfregio peggiore, oltre all’evasione fiscale, è che i sindaci, non possono proibire il puttanesimo sulle strade o il frocionificio – a pagamento – sui marciapiedi, lesivo della libertà individuale di puttane, travestiti, e puttanieri, che non possono essere relegati in qualche zoo, o quartiere a luci rosse, perché offensivo della loro dignità di “persone?”. Mentre prestare l’utero o l’ano a pagamento, secondo quest’insulso decreto legge, è nobile, e vista tale nobiltà può essere espletata – come le naturali espletazioni corporali che abitualmente fanno queste “persone?”” – sui marciapiedi, sotto i balconi di famiglie, alla vista di adulti e bambini schifati, che nonossono denunciare lo sfregio e il degrado che queste “persone?” creano alla società, visto che rischiano non solo minacce ed insulti, ma anche azioni punitive.
Tutto questo in none del diritto d’essere puttana, checca travestita, che senza versare un Euro allo Stato, può evadere, lordare vicoli e vie, nel nome di quella libertà che deve sopraffare la società civile, non composta da puttane, puttenieri e finocchi che si vendono. Tutti gli altri, la società civile, la maggioranza, deve – come sempre – tacere e subire.

Marco Bazzato
28.11.2007
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lunedì 26 novembre 2007

Aggiornamenti per italiche mignotte


Secondo una recente inchiesta, il cliente tipo delle mignotte sarebbe un vecchio celibe, dai 35 ai 40 anni, laureato, potenzialmente pugnettaro e mammone. Questo parassita rampante, mentalmente frustrato, ed incapace non solo d’una semplice sveltina gratis, offrendo magari una cena, quindi con un livello di socializzazione nei confronti dell’altro sesso, pari a quello di un ectoplasma, preferisce – forse perché di natura, nonostante l’alto grado di scolarizzazione, geneticamente timido e sfigato – pagare una mignotta dell’est, che a differenza delle italiane, di solito non hanno culoni e le cosce come portatrici malsane di cellulite e seni cadenti, e con prezzi seppur non meno cari di quelle italiche, garantiscono a questo punto, una qualità estetica – necessaria alla copula consumata in pochi minuti – che evidentemente le bagasce italiane, non possono, per ventri da incallite bevitrici di birra, alito fetido e tanfo ascellare oltre il livello di guardia, attirare l’attenzione dello sfigato italiano di turno, che si dimostra razzista al contrario, proprio contro le mignotte nostrane.
Tutto questo – stando all’indagine – è dovuto al fatto che le italiane, imbattibili per produttività ed usura d’utero, sono scadenti a riguardo l’affettività ed i rapporti umani e sociali con i clienti.
Il paradosso, che è che il puttaniere sposato e con figli, poco aperto quindi alla multiculturalità, e all’incontro con i Paesi diversi, preferisce una parigrado, cioè una mignotta di bassa lega, buona per una sveltina consumata in qualche sottoscala, anche se più costosa e poco gratificante a livello personale, ma alla fine, il risultato finale non cambia: l’Italia è un Paese – genericamente parlando – di puttanieri.
Tanto è vero che molti italici, quando – lasciando a casa moglie e figli – e si recandosi per affari nei Paesi dell’Est, sono ancora fermi ai luoghi comuni, che per portarsi a letto una donna, basta dire che si è italiani, sperando, che la pollastrella – con le tette che stanno su da sole, ed il culo a mandolino – cada ai suoi piedi, solo perché lo sfigatello di turno proviene dall’Italia.
L’italiano, infatti, non si rende conto che il mondo è cambiato, e che i cosiddetti Paesi dell’Est Europa, complici i media che danno spazio alle notizie italiane, sono molto più al corrente delle faccende italiche, di quanto non lo siano gli italiani nei confronti di questi Paesi.
Tanto è, che per sfatare un mito della propaganda dell’Ovest Europa, specie da parte dei grandi gruppi multimediali d’occidente, la Cortina di Ferro, è tutt’ora viva e vegeta, ma paradossalmente, non per colpa dell’Europa dell’Est. Il che non fa certo onore alla cosiddetta sapienza – anche italica – che crede – da idiota sapiente – di conoscere per sentito dire, confondendo spesso un Paese per un altro, avendo la pretesa d’arrivare in un Paese – per loro straniero – è di volerne cambiare mentalità, usi è costumi. Come se in Italia, si presentasse un americano, o un inglese, e venisse a comandare, dicendo qui nulla non va, dovete usare il nostro modello – spesso fallimentare – per far marciare la vostra economia.
Per concludere, il Bel Paese, deve ancora far molta strada per crescere, non economicamente, ma intellettualmente, superando quella valanga di luoghi comuni, banalità, stupidaggini genetiche, che da secoli attanaglia, come una garrota, le gole dei suoi abitanti, ma che nel caso – almeno dei puttanieri laureati, d’aver maggior apertura mentale, e buon gusto, rispetto ai mal secolarizzati – per dirla come una professoressa masterizzata di italiano soprannominata “La Mucca” per lo sguardo bovino, che come tanti provincialismi, con le brenne davanti agli occhi, preferiscono mignotte di pari grado, e che spacciano sveltine, per sesso a pagamento, ma che poi – quando la loro professionalità è pari a quella di uno scimpanzè – si lamentano, chiedendo “flussi migratori alla puttanesca”, per frenare la concorrenza, perché da analfabete – anche sessuali – non sanno aggiornarsi, nemmeno guardando le figure di fotoromanzi Porno degli anni 70 e 80 di Supersex, alias Gabriel Portello.

Marco Bazzato
26.11.2007
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giovedì 22 novembre 2007

Forza Savoia


Finalmente la Real Casa ha deciso di muovere, contro il governo italiano, formale richiesta di risarcimento dei danni morali, e restituzione del patrimonio immobiliare, per la disposizione transitoria, che ha tenuto lontano per decenni, i figli maschi dei legittimi regnanti italiani.
La richiesta di risarcimento, neppure troppo elevata, è di 260 milioni di Euro, in quanto lo Stato Italiano, spende 200 milioni di euro all’anno per mantenere come dei Soviet del Politic Buro, la classe politica, italiana checosti più elevati di Buckingham Palace, e con i nostri parlamentari italiani, in patria, sia nel parlamento europeo che percepiscono – indegnamente – stipendi, rimborsi, benefit, in assoluto più scandalosamente elevati, senza un adeguata ricaduta sul tenere di vita degli italiani, dell’intera Unione Europea.
Naturalmente le reazioni sdegnate degli attuali monarchi italici: i parlamentari, che come signori feudali, dalla fine della II guerra mondiale, hanno mangiato sulle spalle degli italiani non si sono fatte attendere, e con la consueta mancanza di fantasia, colma dell’ignoranza storica che li distingue, hanno attaccato i membri della Famiglia Reale, tornando a rivangare la solita scusa delle leggi razziali, di cui, discendenti di Vittorio Emanuele III, non portano – esattamente come i politici italiani – le colpe morali dei disastri dei loro predecessori, né tantomeno colpe storiche, per gli atti a cui non può essere imputata nessuna responsabilità diretta o indiretta, in quanto lo stesso ordinamento giuridico italiano, riconosce esclusivamente al colpa individuale del singolo in caso di reato, ed i discendenti della Casa reale,secondo la stessa legge italiana, non possono essere imputati, d’alcun reato, ne civile, ne penale, ne politico, per le colpe dei loro avi.
Eppure la richiesta di Casa Savoia ha un precedente europeo, non di poco conto. Infatti, dopo la caduta del muro di Berlino, in Bulgaria, con l’avvento della democrazia, è iniziata la restituzione delle proprietà private confiscate dal comunismo, e tra questi, dopo che anche nel Paese Balcanico sono state tolte agli eredi le disposizioni transitorie d’esilio, ne ha beneficiato anche Simeone Saxo-Coburg Gotha, figlio della Regina Giovanna di Savoia e di Boris II di Bulgaria che a suo favore ha giocato il fatto, che il Re, durante la II guerra mondiale, non ha emanato, anzi ha protetto gli ebrei, dalle persecuzioni del nazismo, cosa che non si può dire della maggioranza degli Stati Europei, ma che comunque non si può usare come giustificazione, per restituire i beni agli eredi legittimi, che di certo, non è lo Stato italiano.
Va tenuto presente che in entrambi i Paesi, Italia e Bulgaria c’è sempre stato il sospetto che i referendum indetti per la scelta tra monarchia e repubblica , avendo avuto nei due Stati uno scarto minimimo, tra le due forme di governo, siano stati pilotati, imponendo – democraticamente – la repubblica.
Potrebbe essere paradossale, ma se Casa Savoia, decidesse di portare al Tribunale per i Diritti dell’Uomo dell’Aia, il caso, usando come precedente, storico e politico la restituzione dei beni in Bulgaria, l’Italia, potrebbe essere costretta, da una sentenza internazionale ad dar seguito alle legittime richieste di Casa Savoia, dimostrate dal fatto, che un ex paese del blocco sovietico, con l’avvento della democrazia, non ha avuto paura di restituire i beni ai precedenti regnanti,.
Il paradosso è che l’Italia, storicamente festeggia Giuseppe Garibaldi come unificatore – sotto i Savoia – del Regno ’Italia, ma dimentica, o attacca proprio la Casa Reale, quando si tratta della questione meridionale, incolpandola d’aver strappato il sud Italia dalle mani dei Borboni, e facendo elogi a Giuseppe Mazzini, massone come Garibaldi, per le idee risorgimentali, che volevano l’Italia unita sotto i Savoia.
La questione non è solo economica ma morale, perché indipendentemente da quanti errori possa aver compiuto durante il fascismo Vittorio Emanuele III, e quanti errori – omicidio compreso – possa aver fatto il figlio Umberto II nell’isola di Cavallo, case terreni, possedimenti, ploretariamente espropriati, o fagocitati dalla nuova Repubblica Italiana, è nata, come diretta conseguenza storica del sacrificio e della volontà della famiglia Savoia di fare dell’Italia, non degli italiani – storicamente e culturalmente impossibile – un Paese Unito.
È interessante notare, che se lo Stato italiano, per bocca dei suoi più alti rappresentati, rifiuta aprioristicamente il dialogo con i discendenti di Casa Savoia sui beni a loro sottratti, significa che ci si trova innanzi ad una democrazia teorica, che ha scheletri negli armadi, mentre una Repubblica che non ha paura della propria Storia, ricca delle proprie virtù, non ha problemi a restituire ai legittimi proprietari, quanto tolto, espropriato , o confiscato – nemmeno fossero mafiosi –, non per volontà dei popolo, che nel 1946 avendo un forte sentimento che li legava alla Casa Reale, si era espresso in modo diverso, ma per un Colpo di Stato proletario, e oggi, a distanza di 61 anni, ha paura di riaprire, ricontando le schede del Referendum, perché intrallazzi e brogli verrebbero a galla.
La storia è scritta dai vincitori. I perdenti devono rimanere – per sempre – in democratico silenzio, e come servi, obbedir tacendo!

Marco Bazzato
22.11.2007
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martedì 20 novembre 2007

Este: Un parroco intelligente. Un Gay va in tv e il prete chiude la porta



I Padovani, si sa sono un po’ particolari. Grandi lavoratori, cattolici ferventi, e in alcuni casi, come molti veneti, ma non solo, incalliti bestemmiatori. Per questo pochi giorni fa, un parrocchiano di Este, decide d’andare a Ciao Darwin, il programma condotto da Paolo Bonolis, facendo dell’ esibizionismo, della sua diversa normalità – se mai esiste – dichiarandosi omosessuale.
Questo ragazzo di vent’anni, credendo d’essere un Vladimiro Guadagno qualsiasi, non ha fatto i conti, con la giusta – in questo caso – ma dura mentalità veneta.
Il parroco,appresa la notizia dell’esibizionismo , non ci ha pensato due volte, e senza molti complimenti, ha ricacciato – il reo – nel girone dei comuni fedeli, magari seduto dietro ad un pilastro, lontano dagli altri fedeli, eteronaturali.
Come sempre la bagarre mediatica divampa, e gli schieramenti a favore dell’eteronaturalità, o favorevoli – se si può essere favorevoli – all’eterofobia, si sprecano, facendo gettare inutilmente denaro, inchiostro, per sparare il solito titolone populista, che mette all’indice gli eteronaturali, accusandoli, immotivatamente di inesistenti discriminazioni religiose, quando un buon cattolico, al pari di un giocatore di calcio, dovrebbe conoscere bene le regole, per evitare in caso di fallo daesopulsione, messo in panchina, oppure radiato.
Il ragazzo, ha cercato di giustificare il suo vizio – secondo la Chiesa – asserendo che il sacerdote durante la confessione l’ha sempre assolto. Vero, ma l’assoluzione dalla sodomia, e dall’omosessualità, secondo la Chiesa vale se il reo si pente, astenendosi dai rapporti contro natura, cosa che il giovane visto il coming out col microfono in mano, sotto i riflettori – per esibizionismo – della tv, non sembra aver fatto, anzi. Il fatto poi, che come ha detto, si senta apposto con la coscienza, non significa che le coscienze altrui debbano piegarsi e cambiare per lui.
Il giovane, forse credeva che con questa sua dichiarazione – liberatoria per se stesso – di ricevere dal prete una pacca sulle spalle, e un invito a continuare a fare il chierichetto e il corista, ma non ha fatto i conti col buon senso rude Veneto, diverso dall’accondiscendenza del Vescovo di Foggia che facendo l’inchino, ha concesso a Vladimiro Guadagno, noto transgender, affetto dal disturbo d’identità di genere, dopo la cagnara mediatica, ha ricevuto il consenso – sbagliato – d’essere testimone di matrimonio in un rito religioso, forse perché parlamentare di Rifondazione Comunista.
Il paradosso è che certe persone, hanno preso la brutta abitudine d’andare in tv a raccontare i fatti propri, specie contro la naturale sessualità, per scaricare al pubblico, interessato a cose più elevate, le proprie inversioni,sperando di riceverne applausi, ma una volta tornati al villaggio, capiscono che le persone veraci non amano questo (de)genere esibizionismo godereccio, e nel pieno dei loro diritti, in molti, evitano la persona, e questo, sebbene alcuni buonisti a tutti i costi lo interpretano – erroneamente – come una forma di discriminazione, appartiene alle scelte individuali e di coscienza.
Ogni persona, eteronaturale o eterofobica, ha il diritto a viversi – dentro le proprie mura – come meglio crede la sua sessualità, ma quando si sconfina dal privato al pubblico, non ci si deve stupire se nascondono manifestazioni di coscienza viscerale che portano a trovarsi porte e ruoli pubblici cancellati, per inopportunità – in questo caso religiosa – per colpa dei comportamenti personali.
L’auspicio finale è che il parroco rimanga sulle posizioni, non sue, ma della Chiesa che dice: “Non commettere atti impuri”. Va rilevato che il cattolicesimo non condanna l’omosessualità se vissuto in forma casta, e senza pensieri contro natura, confidando che il buon prete, non receda dalle posizioni dottrinali, solo perché messo sotto pressione mediatica di quanti, a tutti i costi vogliono far vedere bianco quello che è nero.

Marco Bazzato
20.11.2007
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lunedì 19 novembre 2007

Partiti e populisti


Sembrerebbe che il centrosinistra con il Partito Democratico prima, e ora il centro destra con la svolta di Forza Italia, che intende sciogliersi, rinascendo – o resuscitando come Cristo – nel Partito Popolare Italiano, entrambi nomi nuovi, ricchi di fantasia eccelsa, ma specialmente con volti nuovi, puliti, immacolati – come la vergine – senza scheletri negli armadi che si candidano per condurre – come un automobilista drogato, strafatto d’alcol e coca – il Paese verso un fulgido futuro nero.
Il paradosso però, non sono queste formazioni politiche, che come un incesto di sodomiti si fondono tra loro, come sepolcri imbiancati, o mura intonacate di calce viva per tenere fuori i bacilli della peste, continuano a trovare un seguito di neuroni morti, a sinistra come a destra, disposti a credere alle promesse di battone medianiche, che come zecche attaccate sulla pelle, spillano denaro ai polli.
Nelle libere votazioni del Partito Democratico, andarono a voltare per eleggere l’indomito sindaco di Roma, che doveva abbandonare, secondo le sue parole, la scena pubblica nel 2008, quasi 4 milioni di persone, 8 milioni, tra testicoli e ovaie, mentre – stando alle sparate del Cavaliere – le firma raccolte per mandar via Prodi, sono state quasi 7 milioni. Un Plebiscito da Soviet Supremo, che nemmeno la Russia di Stalin, con i dissidenti al muro per l’esecuzione, poteva compiere.
Il paradosso è che all’alba del 21 secolo, i citrulli, per dirla alla Collodi, continuano a spuntare come funghi avariati nel Bel Paese, e come tanti Pinocchio che si faceva fregare gli zecchini d’oro dal gatto e la volpe, anche gli italici citrulli, hanno pagato un euro a testa, per il Partito Democratico, o per firmare per mandare tra i rifiuti tossici nocivi Il Mortadella. In totale: quasi 11 Milioni di Euro, 22 miliardi delle vecchie lire, esentasse, entrati in un sul boccone nelle casse dei partiti di questi ti sfaticati, che da decenni, a corrente alternata, come le scariche intestinali, o i coniati di vomito, hanno fatto dell’Italia, il fanalino di coda – rotto – dell’Unione Europea, e gli italiani, che hanno il governo che si meritano, continuano – come barbagianni – a credere che da sinistra o da destra, arriverà prima o poi un Messia, senza Mani Bucate e con le Mani Pulite, che risolleverà dal putridume della decomposizione le sorti del Paese.
Siamo al ribrezzo, all’imbalsamazione dei morti, alla liposuzione dei grassi celebrali degli italiani, che come tanti topi, attirati dal suono del pifferaio di Hamelin di turno, invece d’assaltarlo a morsi,, strappando lembi di carne, orinando sugli occhi, morsicando i testicoli facendo terminare l’insulsa vita nell’agonia, i topi italici si gettano nel canale, affogando nei debiti del liquame politico che ci trasciniamo da decenni, e i pifferai, allegri con il ventre rigonfio e la bisaccia piena di monete d’oro, come lo Sceriffo di Nottingham, sono sempre pronti a derubare il grullo di turno.
L’Italia, a distanza di più di sessantanni dalla fine della II Guerra Mondiale, deve ancora cambiare mentalità. Continua – prima accattona con il fascismo, poi diventata da una parte col capitalismo di stampo americano, e dall’altra con il comunismo alla Peppone – ad andare in giro col cappello in mano, cercando dollari, rubli, sesterzi o stotinchi, credendo che pagando il dazio feudale, ai signorotti – o papponi – di turno, che questi s’impegnino a cambiare lo stato dei fatti, mentre, a tutt’oggi, continuiamo ad essere, come mentalità, fermi alla libera democrazia da Soviet Supremo di Neanderthal, ragionando, come pensiero politico come l’Australopithecus, e i risultati dai giornali economici, ai fatti di cronaca nera quotidiana, si vedono tutti. Ma come polli, condizionati da ideologie religiose inesistenti, si continua ad essere sorretti da una stupida fede cieca, che ogni giorno di più avvicina il Paese al cimitero della ragione.

Marco Bazzato
19.11.2007
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giovedì 15 novembre 2007

Filmano la compagna schiacciata


Non c’è che dire, con piacere ,che i giovani d’oggi, ragazzini di sedici anni, hanno una certa dose di sangue freddo e spregiudicatezza.
A Modena un autobus ha triturato sotto le ruote una giovane studentessa, maciullandola letteralmente. Molti di quanti hanno assistito alla terribile scena, sentendosi male per l’orrore, hanno chiuso gli occhi, mentre alcuni baldi studenti di un istituto d’arte, armati di telefonino, con sangue freddo e gratuito spirito giornalistico, hanno messo le riprese digitali su You Tube e Rotten, rimosse dalla polizia postale, dopo che il preside ha denunciato l’accaduto.
Ora, indipendentemente dalla tragedia personale della studentessa, come sempre accade quando i giovani offrono gratuitamente il loro spirito d’osservazione, riprendendo senza cadere – al pari di tanti cineoperatori professionisti, o di guerra o cronaca nera – a terra svenuti, o colti da coniati di vomito, subito si accendono dibattiti sull’insensibilità della gioventù, e gli adulti, invece di plaudire al coraggio e allo spirito d’iniziativa persona, preferiscono sopprimere, non perché le eventuali immagini forti non possano essere interessanti, ma perché non fatte da professionisti stipendiati.
Non credo che certi giovani, così intraprendenti, debbano essere marchiati come mostri insensibili, anzi. In fin dei conti, hanno assistito ad una scena traumatica per tutti, ma hanno avuto il sangue freddo, e la prontezza di riflessi, di non farsi prendere dall’orrore riprendere la scena, come fa la polizia scientifica o dei bravi giornalisti, ed è impensabile pensare che nessuno – di questi professionisti – non si lasci andare, anche per farsi forza, a qualche battutaccia o a qualche sghignazzo soto i baffi. Ma agli adulti scafati dalla morte altrui, questo è permesso, ma se lo fanno dei giovani, ecco che sono dei mostri. Ridicolo. Non va dimenticato, che per assurdo, questi sono anche i giovani “Generazione Dottor House”, che sebbene sia uno stimato dottore, ha fatto del cinismo e dell’indifferenza al dolore altrui e della morte, la sua arma mediatica di maggior successo, e questa indifferenza innanzi al dolore e alla morte, paradossalmente fa presa proprio sugli spettatori più giovani, ma questo nobile cinismo medico innanzi alla sofferenza dei un malato, invece d’essere biasimato, viene elevato a nobile distacco nei confronti del paziente.
D’altronde basta avere un minimo di dimestichezza con la rete, per poter trovare una tale quantità di immagini e filmati shoccanti: teste mozzate, decapitazioni, torture, violenze di ogni genere, specie dalle zone di guerra, per rendersi conto che quanto fatto dai sedicenni, non ha nulla di diverso da quanto quotidianamente ripreso, e tenuto nascosto, dai grandi media che preferiscono non documentare gli orrori, che si compiono, non per disgrazie, ma per guerre, violenze, torture, esecuzioni sommarie, fatte anche da invasori Stati democratici, ai riottosi che non si piegano alla violenza. Guantanamo Docet.
Gli archivi delle redazioni di giornali e tv, sono piene di immagini sconvolgenti, immagini che potrebbero aprire gli occhi nei confronti degli spettatori appisolati davanti alla tv con il ventre rigonfio di birra, ma preferiscono le parole dei comunicati stampa ufficiali, piuttosto che la crudezza di immagini o filmati, anche con i commenti banali o scherzosi nei confronti delle vittime, e preferisce il cloroformio di una tv o dei media anestetizzati.
Per fortuna You Tube e Rotten esistono, e chi ha i nervi saldi, e non ha paura della normale rivoltanza quotidiana, può passare qualche ora tranquillamente schifato da quanto l’uomo, per volontà propria, per distrazione, o per innaturale spirito bestiale compie quotidianamente, contro se stesso e contro il prossimo.

N.d.a Avvisto ai lettori:
Le immagini presenti sul sito Rotten sono estremamente crude. L’eventuale visione è consigliata solo a persone non impressionabili. Si declina ogni responsabilità per eventuali traumi.


Marco Bazzato
15.11.2007
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mercoledì 14 novembre 2007

Omicidio Erasmus di Perugia


Gli inquirenti brancolano nel buio a più di una decina di giorni dalla morte di Meredith, la studentessa inglese trovata con la gola tagliata, e di cui a tutt’oggi, Amanda Knox la compagna di stanza, americana, o americagna, secondo alcuni, sembrerebbe essere il fulcro dell’intricata vicenda.
Ma quello che stupisce – teoricamente – psicologi, sociologi, e giornalisti, è il mondo apparentemente sommerso che ruota attornole cittàdelle universitarie, ai centri studi per stranieri, ai figli di papà col portafoglio rigonfio ma fancazzisti di professione, che preferiscono passare le nottate a sballarsi e ubriacarsi, piuttosto che sgobbare sui libri, ripagando almeno moralmente i genitori per gli sforzi economici che compiono per mantenere gli amati pargoli – lavativi – agli studi.
È ridicolo, che oggi, dopo la morte della studentessa inglese, barbaramente uccisa, non per rapina, ma forse per un rito delle notti di Halloween, festa di matrice anglosassone, esattamente come lo era la vittima e la maggior indiziata, si voglia continuare a presentare il mondo universitario, Erasmus compreso, come un oasi felice di studio, pulizia morale e volontà d’apprendimento, mentre il sottobosco universitario è “fatto” di festini, scopate, piste di coca e fumo che scorrono a volontà.
Del resto basta un semplice giro il pomeriggio a Padova, una delle tante città universitarie italiane, per vedere – come se si andasse in visita ad uno zoo abbandonato – studenti vestiti da barboni con lo spriz i mano, chiome di treccine rasta e occhialetti tondi da intellettualoidi fumati, persi con lo sguardo stranulato, svogliati della vita, parassiti vegetanti sulle spalle dei genitori, in ritardo di anni sul piano di studi, in prima pista, quando si tratta della sbronza di turno, o della ricerca del cannone serale.
Per fortuna non tutti sono petecchie, rifiuti sociali fancazzisti, borghesi che giocano a fare la rivoluzione comunista solo per scopare – secondo il concetto dell’amore libero – come ricci, salvo poi, una volta cresciuti e divenuti manager di successo, si trasformano, per incanto della “Fata Capitalista” in nazifascitelli, che riaprirebbero i campi di lavoro forzato, pur di moltiplicare esponenzialmente i dividenti agli azionisti, e le Stok Option, gli unici a cui debbano, non spiegazioni, ma semplici risultati economici,
Paradossalmente esistono però anche studentesse con principi e valori, che a differenza di molte mignotte da quattro soldi, non la danno via, o svendono il corpo, come cagnette in calore per una pista di coca, o un tiro di marijuana, e queste diventano prede ambite, per coloro che da frustrati sessuali, debbono dimostrare a se stessi e agli altri, la propria presunta superiorità scopereccia, anche a costo di violenti atti non solo contro la persona, ma anche contro natura.
Il mondo studentesco, non è l’oasi felice descritta nei volantini pubblicitari, o siti web, ma è un calderone di vette intellettive e bassezze bestiali, di soggetti, che rimarrebbero studenti fuori corso a vita pur di non lavorare, e altri, che invece di bruciarsi il cervello – drogandosi – hanno le gambe in spalla e studiando con profitto, raggiungono risultati d’eccellenza.
Il paradosso, è che quanti studiano veramente sono discriminati e se non la danno, o non lo offrono, vengono ghettizzati, o finiscono, come la povera Meredith con la gola tagliata, perché la colpa della studentessa inglese era quella di studiare, e non essere – come si dice in gergo – vacca slabbrata, dandola a cani e porci. Ma questo in un mondo dove i valori sono carne morta, i principi optional da sopprimere , le virtù devono essere stroncate perchè pericolosi virus infettivi da sopprimere nelle notti di Halloween come vittima sacrificale a qualche divinità animale, illusoriamente presente in qualche mente deviata, che forse oggi, se la sta ridendo alle spalle di tutti.

Marco Bazzato
14.11.2007
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lunedì 12 novembre 2007

Il calcio si ferma?


Dopo la morte del giovane tifoso laziale, ucciso da un colpo di pistola, sparato erroneamente da un poliziotto a più di cinquanta metri di distanza, che ha generato, come scusa la messa a ferro e a fuoco di varie città italiane, da parte di terroristi, dediti alla violenza squadristica, mascherati da tifosi, forse, a causa di questa tragica fatalità, il calcio sarà costretto a prendersi una pausa di riflessione.
Usare come preteso, una tragedia, che seppur grave, non meno dolorosa di quella dello zingaro, che ubriaco marcio, ha falciato quattro giovani vittime, ed oggi, il povero tapino, sconta la sua pena in Hotel, agli arresti domiciliari, coccolato dai media, che si contendono la sua storia ,di ubriacone vagabondo assassino, strappalacrime pelose, dovrebbe portare a riflettere, quelle zucche vuote, con la testa ricolma solo di stupidità vandaliche, che usando come pretesto lo sport, si trasformano in mostri della peggior specie.
È successa una tragedia, una delle tante che accadono quotidianamente in Italia, ma questo dramma, a cui deve andare la vicinanza degli italiani, nei confronti dei familiari per l’assurda perdita, non è diverso dalle decine di omicidi colposi, che riempiono le pagine dei quotidiani.
Parlare di reazione delle tifoserie, dopo gli scontri, che hanno lasciato sul campo, vetri in frantumi, cassonetti e auto date alle fiamme, commissariati di Polizia, assaltati, come se il Paese fosse in guerra, fa gridare allo scandalo.
Fa gridare allo scandalo, il fatto che si permetta ancora il calcio, che si permetta a questa idrovora succhi soldi, che si usi ancora la parola tifosi, ma questi barbari, sono non possono nemmeno essere considerati all’altezza di quel poliziotto, che portando via una giovane vita, porterà per sempre il peso di quell’errore sulla coscienza. Fa gridare allo scandalo, che a tutt’ora si permettano le trasferte, per seguire con biglie, oggetti incendiali, spranghe, bastoni, e altri armamentari degni di un invasione barbarica, questa masnada – una minoranza – di vigliacchi criminali, col volto coperto, che nel nome d’un morto, comportandosi peggio della bieca rappresaglia nazista, incendiano, feriscono, sprangano altre persone, che hanno la sola colpa d’indossare una divisa, per poi, avere il coraggio, anche di lamentarsi, se qualcuno di questi terroristi, riceve un surplus di manganellate in faccia, o sulle reni, sui testicoli, e se donne, sulle ovaie.
È vero, la violenza genera violenza, ma all’atto pratico, senza togliere nulla al dolore familiare della vittima, il cosiddetto “Sport” con la S maiuscola, lo sport nazionale per eccellenza, è caduto nuovamente nell’occhio del ciclone, alla mercee di parassiti sociali, che dovrebbero vivere lontani dal consesso civile, lontani dai luoghi abitati e dalla civiltà, lasciandolo marcire, come escrementi evacuati da cani randagi, sotto il sole.
Ma la ruota mondiale del calcio italiano, non potrà fermarsi, anzi. Come sempre, nel volgere di pochi giorni, riparati i danni, sanate le contusioni, sostituiti vetri,veicoli e cassonetti incendiati, e rifatta pulizia sulle strade, il circo della morte, tornerà a battere la grancassa mediatica, degli interessi degli sponsor, delle tv via cavo, e degli stipendi miliardari dei giocatori.
Si parlerà per qualche giorno, su come fermare questi animali, su come rendere inoffensivi questi terroristi della domenica pomeriggio, magari con leggi speciali, aumentando la stretta sui controlli, sempre che non spuntino le solite anime buone, pronte a difendere i terroristi, o che qualche giudice, applichi, nei confronti di questi criminali, le attenuanti generiche, che sulla spinta dell’indignazione popolare, non saranno applicate al poliziotto, che per una tragica fatalità irripetibile, secondo anche il più esperto di statistica, è costata la vita ad un giovane tifoso vero, e di cui, la famiglia della vittima e del poliziotto, porteranno per sempre il peso di questa tragica perdita.

Marco Bazzato
12.11.2007
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domenica 11 novembre 2007

Contraddizioni clericali



Un parroco delle provincia trevigiana, dava in uso la chiesa al venerdì, trasformandola in una moschea,- Appena però la cosa giunge alle orecchie del Vescovo, questi, infuriato come un alligatore, ordina al parroco di recedere dall’ignobile proposito, intimando che il luogo sacro rimanga al suo uso solo per i fedeli cattolici, secondo tradizione locale cristiano-bestemmiatori incalliti.
Mentre a Foggia, spinto dal furor di popolo politico il Vescovo concede ad un ateo sodomita il presenziare, udite udite , come testimone, alla celebrazione di un matrimonio religioso, non come semplice uditore, nascosto dietro un pilastro, con i finocchi al collo, inginocchiato su sassi arroventati, immobile ed in silenzio assoluto.
I due opposti della Chiesa, che in questi giorni, fanno emergere, da una parte stupore, dall’altra disgusto, per le prese di posizioni, contrarie della medesima Istituzione.
A rigor di logica, un ateo e un musulmano, per la Chiesa, sono considerati, il primo, un senza Dio, il secondo, considerato adoratore di un dio falso, sebbene, al pari, nelle tre religioni monoteistiche – ebraismo, cristianesimo, e islam – hanno come Padre Abramo, e come punto d’unione il ribrezzo nei confronti degli atti sodomitici, che secondo il cattolicesimo e l’islam, sono considerati – in verità e saggezza – contronatura.
Si potrebbe forse comprendere, da tradizione cattolica, il rifiuto all’islam, e di riflesso, la proibizione – giusta – dell’utilizzo di un edificio di culto cristiano, adibito, una volta alla settimana, il venerdì, ad edificio di culto islamico.
Ma quello che è più rivoltante ed aberrante, è che la Chiesa, a parole condanna sodomiti, transgender e invertiti vari, castrati e ricostruiti, per avere l’illusione d’essere donne – dentro i pensieri malati – di quanti si sottopongo a tali interventi chirurgici mutilanti, ed invalidanti fisicamente, con castrazioni, non applicate nemmeno a pedofili recidivi, permetta ad una “persona” di cui non si capisce se di sesso maschile (visto che non è castrato) o di sesso femminile (in quanto portante farlocche tette di plastica,) o vacuo, eterico, e lunatico come l’umore di una vecchia bagascia in andropausa, possa permettere un simile sfregio alla sua storia, fatta di saggi arrostimenti medioevali di sodomiti col finocchio al collo per attennutare l’immondo tanfo della carne alla brace, e oggi, in modo dittatoriale, senza consultazione collettiva dei comitati di base cristiana, delle organizzazioni ecclesiastiche radicali, integerrime, e ortodosse, autorizza sfregi, non solo alla Fede, ma anche alla storica tradizione di lotta all’eresia alla negazione dei principi basilari della religione cattolica, permettendo l’abominio morale della casa di Dio.
A rigor di logica e di Fede nello stesso Dio, è più sano dare una Chiesa, in uso una volta alla settimana, a dei musulmani piuttosto che permettere lo stupro delle leggi divine ad un ateo, con le tette finte – impenitente – e irrispettoso nei confronti della Divinità, testimone davanti a Dio, di un atto indissolubile, a cui l’ateo, e sodomita, non crede.
Non va dimenticato, che Chiesa cattolica universale roomana, da tempo, come lo Stato italiano, dismette immobili in disuso, luoghi di culto sconsacrati, venduti – non direttamente – alle comunità mussulmane e trasformate in moschee, con i relativi addobbi storici e artistici cancellati., trasformando la chiesa stessa di Dio, in un enorme conto di partita doppia, fatto d’entrate ed uscite, e questa sarebbe, da parte delle autorità ecclesiastiche, fede?

Marco Bazzato
10.11.2007
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giovedì 8 novembre 2007

Vladimir Luxuria insulta, senza vergona, cristiani ed eteronaturali


L’onorevole Vladimiro Guadagno, noto comunista e transgender, che in passato ha ammesso d’aver fatto anche il prostituto, mignotta, o per dirla secondo il politicamente corretto, l’operatore sessuale,da provocatore nato si offende, rimuovendo il fatto, che lui offende la sensibilità altrui quando una collega, donna a tutti gli effetti: legali, biologici e riproduttivi, e non un farlocco taroccato con le tette plastificate, lo caccia dal bagno delle femmine, visto che il maschio, secondo le leggi dello Stato italiano, indipendentemente da quello che afferma, lo cataloga come uomo, è stato gentilmente invitato ad andare a rilasciare, il contenuto dell’intestino o della vescica nel cesso degli onorevoli maschi; ci riprova, prendendosela con la Chiesa, Istituzione di diritto estero, che a suo avviso, non consente ad una persona, che non si decide da che parte, come orientamento sessuale, vuole stare stabilmente e legalmente, magari facendosi castrare e ricostruire un sterile e plastificato organo sessuale riproduttivo, d’essere testimone di nozze.
Il vescovo di Foggia, ha giustamente negato all’uomo comunista, quindi anche ateo, la possibilità di fare il testimone di nozze alla cugina, che ha scelto il rito religioso.
Ora l’esimio parlamentare, si è rimesso a gridare come una connetta,che salta il mese, che la Chiesa lo ha discriminato, in quanto transgender?
Ma questo qui, cosa vuole? È ateo, quindi secondo la religione cattolica, senza Dio, non crede nella Sua esistenza, e vuole essere il testimone di un rito religioso,dove il comunista stesso nega la validità davanti alla legge divina? Senza contare, che i capi storici del Guadagno – che sembra un paradosso, un comunista che Guadagna, che sono per la distribuzione ai poveri della ricchezza altrui, non della propria – Marx, Lenin, che qualche idiota vorrebbe portare il cadavere imbalsamato in Italia, e Stalin, che di preti ne ha messi a morte a decine di migliaia, hanno le mai sporche e grondati di sangue, peggio di un macellaio che scanna l’agnello ancora vivo, e questo parla di discriminazione contro i sodomiti?
Non diciamo eresie, bestemmie, o idiozie, che non fanno onore all’intelligenza dei lettori, che secondo il pensiero unico e massificato rosso, vorrebbe totalmente idiota. La bolla di scomunica nei confronti del comunismo e dei comunisti, se il signor Guadagno non lo sa, è tuttora vigente.
Ma l’onorevole” non si da dove, Guadagno seguace, secondo la migliore tradizione occidentale de mangiatori di bambini, vorrebbe libero accesso in chiesa, non come penitente che si fustiga – fino alla morte – la schiena, si incorona il capo di spine, ma come testimone di un rito religioso e sacro, ed ha la sfacciataggine d’usare i media italiani, per scopo personali, e non a fini istituzioni per d’attaccare la Chiesa, che singolarmente avrà le sue colpe, ma che il signor Guadagno, le assomma nei comportamenti esteriori, praticamente quasi tutti i peccati mortali – mai rinnegati, o penti – come : sodomia, mercimonio del corpo, ateismo, comunismo, diffusioni di immagini sue – pornografiche – basta aprire la rete, per inorridire di disgusto, andare in bagno, maschi in quello dei maschi, e femmine in quello delle donne, senza invertirsi per bieco opportunismo, mascherato da orientamento invertito, vomitando bile, cibo ingurgitato e sangue, per la sfacciataggine di proporre menzogne , mascherandole da diritti dei sodomiti in attività.
Il paradosso, di tutto questo baialame osceno, è che nemmeno i commenti dell’Uaar, hanno avuto il coraggio di difenderlo, facendo onore all’associazione, che ha dimostrato lucidità, nei confronti del quale – anche il più strenuo difensore dei sodomiti prende le distanze, essendo un personaggio da operetta, una piattola che si attacca alla pelle come una pustola, e infetta la carne come un virus maligno.
Per quanto riguarda la bordata più malefica del travestito dalle tette in plastica, va ricordato, e dovrebbe saperlo, che in Chiesa si entra con un certo decoro interiore ed esteriore, e la cosiddetta identità di genere, o degenere dei trangender, a differenza dell’interpretazione buonista e pelosa del comunismo accattone, che per raccogliere voti, farebbe eleggere anche Cikatillo, la Chiesa, piaccia no, ha le sue regole, e non esiste che un sodomita dalla vita personale peccaminosa, mai pentitosi pubblicamente dei propri abomini che gridano vendetta agli occhi di Dio, pretenda di violare, solo per avere le prime pagine di qualche giornale scandalistico, la sacralità di un luogo e di un rito, che milioni di italiani, ma non solo continuano a ricercare.
La colpa non ò del povero frocetto che, come una gallina isterica, starnazza, ma di quei giornalisti, che, riportano i vaneggiamenti dementi di certi soggetti, che prima di aprire bocca, dovrebbero collegare la spina al cervello, e non sragionare con i seni i plastica, o con qualche altra parte anatomica, che per essere donna veramente, dovrebbe essere castrata e gettata in qualche discarica.
Gli unici, che avevano capito il soggetto, furono i russi, che da buoni comunisti, nemici degli invertiti, avevano accolto il Guadagno a Mosca, nel modo adeguato, cercando di fargli capire – ma evidentemente non ci sono riusciti – che non può continuare ad andare a pestare i piedi a tutti, in casa ld’altri, avendo la presunzione, che tutti, perché transender, deputato, ed eterofobico debbano necessariamente accoglierlo a braccia aperte, e forse il buon Guadagno non sapeva, che secondo un usanza russa, i finocchi si danno ai maiali, non agli esseri umani.
E poi si lamentano – senza motivo – se sono teoricamente e praticamente discriminati? Ma gli eterinormali, hanno il diritto d’avere le proprie idee personali, e se non piacciono agli eterofobici, il problema è loro, non degli eteronaturali!


Marco Bazzato
08.11.2007
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lunedì 5 novembre 2007

Rumeni furiosi



I rapporti tra Italia e Romania, sono leggermente tesi. Il Presidente rumeno non è felice della piega che stanno prendendo i rapporti tra i sue Paesi, dopo l’uccisione di Giovanna Reggiani, ed il pestaggio di alcuni rumeni, nella capitale, pochi giorni fa.
I servizi giornalistici di questi giorni, stanno facendo di tutto per farci apparire il rumeno buono, il rumeno che fa attraversare i bambini la strada, la badante – in nero – sempre col sorriso sulla bocca e via discorrendo, e va bene. Fermo restando che questa realtà esiste, e non si può condannare un popolo intero, per colpa di pochi figli di cento padri, o di madri ignote, resta il fatto, che basta guardare le baraccopoli degli zingari sulle periferie delle grandi città, per rendersi conto del degrado, da Paese del Terzo Mondo, che l’Italia sta subendo Roma si sta trasformando – in periferia – in una favelas. Un enorme contenitore di etnie, usi, costumi, lingue e dialetti diversi, di diseredati.
C’è da guardare in faccia alla realtà. Questi zingari, appena arrivano in Italia, passano da nomadi – se lo sono mai stati – a stanziali, iniziando a vivere, non come persone civili, ma come bestie gettando rifiuti dappertutto, copulando come ossessi, per poi mandare i figli a fare gli accattoni sulle strade, rubando, scippando, pestando a sangue, violentando, e ammazzando senza pietà.
Sono anni che la situazione, come un cancro in fase terminale, si degrada sempre di più. Sono anni che i cittadini, denunciano una situazione insostenibile, intollerabile, ma sempre qualche cuore buono apprensivo, che non vive a stretto contatto con le bidonville, gli accampamenti abusivi, che non vive vicino alle discariche a cielo aperto, ed il fetore emanato da questi luoghi barbarici, ma facendo l’intellettuale saputello, denuncia che attaccare gli zingari, significa essere razzisti, grida al fascismo strisciante, appena l’esasperazione esce dal silenzio, e diventa un grido disperato ai microfoni di qualche tv, mentre avere le città piene di briganti, banditi, puttane, borseggiatori – come se non bastassero quelli italiani – è sinonimo di accoglienza, tolleranza, rispetto del diverso, multiculturalità, spirito d’accoglienza, carità comunista italiana, geneticamente diversa dalla vera carità comunista sovietica, che sapeva comportarsi in modo severamente giusto, con questi fulgidi figuri, profumati all’Acqua di Rose.
L’italiano sta diventando razzista?
No semplicemente ha le scatole piene di subire, ha le scatole piene di vedere zingari al Grand Hotel, condannati per omicidio colposo, per aver tirato sotto, ubriachi come somari, quattro ragazzi, e che qualche agente spregiudicato, offre al povero assassino, la possibilità di raggranellare quattro soldi, sulle spalle dei morti.
L’Italiano, non sta diventando razzista, sta solo cercando quella giustizia, che uno Stato assente , non vuole fornire ai cittadini.
Ora ci si indigna per qualche sprangata distribuita a destra e a manca? Ci si indigna perché qualche italiano si sta comportando come uno zingaro, ripagando – alla cieca – con la medesima moneta questi signori, difesi da organizzazioni non governative, che li coccolano come fossero dei discoli disobbedienti, tanto che lo stesso governo Rumeno, da una parte è preoccupato per l’eventuale espulsione degli zingari dall’Italia, e il rimpatrio in Romania, e dall’altra, chiede sicurezza per suoi cari concittadini malfattori e non, vuole, che come un pacco di uova marce scadute, vengano rispediti – a delinquere – nel loro Paese d’origine. Insomma, la Romania, non li rivuole a casa propria, ma nemmeno è disposta ad accettare, qualche forma di giustizia sommaria italiana. La Romania, vuole che l’Italia, diventi un immenso campo Rom, una discarica abusiva a cielo aperto, tanto nel bel Paese esiste la libertà di delinquere, e cambiare questo stato di cose, significa attentare alle libertà fondamentali dei criminali, e questo non è accettabile. Prima di tutto i diritti di zingari, taccheggiatori, assassini, stupratori, spacciatori e quanta altra feccia. I diritti dei cittadini, quelli che pagano le tasse, e tacciono, non contano, e non devono contare, ci sono dei diritti superiori da salvaguardare, e bisogna continuare su questa strada, fino all’abisso. Tanto l’Italiano, cornuto e mazzato, dal proprio governo, subisce e tace, e guai ad alzare la testa!

Marco Bazzato
05.11.2007
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venerdì 2 novembre 2007

Parte la deportazione forzata?


Dopo l’omicidio di Roma, di Giovanna Reggiani, da parte di uno zingaro rumeno, sembrerebbe che il sonnolento governo Prodi, abbia deciso di dar avvio alla pratica di deportazione, nei Paesi d’origine, dei cittadini europei delinquenti, e che non possono dimostrare di potersi mantenere legalmente. Forse, con la partenza dei treni speciali, in un futuro non lontano,i vagoni blindati, di Staliniana memoria, avvieranno le caldaie, per rispedire a calci in cu lo, quanti, senza essere di nazionalità e passaporto italiano, stuprano, taccheggiano, fracassano a sassate in testa, per scoparele donne italiche. La feccia nostrana, visto l’errore fatto dai Radicali, per la moratoria universale della pena di morte, siamo costretti a tenerceli!
Era ora che l’Italia, assumesse finalmente iniziative da Soviet Supremo, impossibili da fare – pena d’essere tacciato di filo nazismo – da un governo di centro destra.
Come volevasi dimostrare, solo la sinistra, quando apre gli occhi, sa comportarsi, in modo duro e repressivo, senza aver timore delle piazze piene di pacicinti, NoGlobal urlanti, amanti di ogni genere di illegalità, che dormendo in ricchi attici nelle migliori città, non esitano, opportunamente pieni di antivirus, e fazzoletti al naso, di mischiarsi alla folla dei diseredati, che felicemente, spalleggiati, desiderano continuare a delinquere e violentare senza pietà.
Quello che fa arrabbiare, è il rimpallo di responsabilità, di una classe politica codarda, interessata solo a non farsi disturbare, che gioca senza pietà sulla pelle dei polli – gli italiani – costretti ad avere un governo ed un’opposizione, che invece di fornire soluzioni, preferiscono i distinguo e i vati incrociati, incassando stipendi e prebende, che un precario si sogna, mandando letteralmente il Paese a puttane.
Simili comportamenti, indegni per una classe politica, che vorrebbe essere di levatura europea, somigliano ogni giorno di più a beghe da comari, pensionate e nulla facenti, dove nessuno, per dirla in modo volgare hai “i marroni” per fare piazza pulita e pulizia, senza guardare in faccia a nessuno, dai criminali o delinquenti, siano essi zingari, o colletti bianchi.
Dicono che gli italiani, percepiscono un senso di insicurezza. Balle, gli italiani ne hanno le tasche piene, di rischiare l la pelle, dentro e fuori casa, non si sentono tutelati in alcun modo, visto che, di cittadini ammazzati, peggio dei delfini in Giappone, ne sono piene le cronache.
Ora si sta scatenando la battaglia mediatica, alla ricerca dello zingaro buono, dello zingaro, che aiuta i vecchietti – senza derubarli – ad attraversare la strada, invece si dovrebbe fare piazza pulita, e si spera che il Soviet Prodi si comporti come un vero stalinista, ripulendo il Paese dalla feccia che lo rende invisibile, anche se, è più facile che il Prode Camillo, si rinchiuda a pregare, affinché qualche zingaro, non continui a rubare impunemente, e ammazzare senza pietà, perché nessuna italiana gliela dà di sua spontanea volontà.

Marco Bazzato
02.11.2007
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giovedì 1 novembre 2007

Emergenza criminalità o accordi sottobanco?


Dicono che l’Italia non sia un Paese più sicuro. Certamente la percezione dei cittadini, nei confronti delle microcriminalità, in questi ultimi mesi si è accentuata, anche non si è mai spento l’eco della macrocriminalità economica, e politica. Basta vedere i recenti casi dei magistrati Clementina Forleo, e di Luigi De Magistris, e la loro crociata contro i poteri forti, gli apparati dello Stato, che non vogliono, in quanto intoccabili di Casta, normali indagini, riservate ad assassini, papponi, puttane, spacciatori di droga, e pericolosissimi bulli scolastici, che rubano le merendine ai compagni, costringendo il governo a varare leggi speciali contro i piccoli briganti, e attaccando frontalmente i magistrati, che si permetto di denunciare pubblicamente le pressioni istituzionali, che ricevono dagli apparati dello Stato, per insabbiare le inchieste.
D’altronde il governo, complice anche i mal di pancia costanti, sguazza, come un bambino che ama giocare con le proprie feci, quando, nel Paese, avvengono crimini efferrati, come l’ultimo che ha coinvolto una donna di 47 anni, selvaggiamente picchiata, violentata, e gettata nuda in un fosso, costringendo il sindaco di Roma, scandalizzato – a corrente alternata – a scrivere al Governo Rumeno, per protestare vivacemente, contro i malandrini scappati dalla Romania e arrivati nel Bel Paese a delinquere, comportandosi come gli Italiani, che per una lite con i vicini, ammazzano tre persone –Strage di Erba –, o come la madre nevrotica che sfonda il cranio al figlio di tre anni – delitto di Cogne –, o come il vecchio puzzone di Martellago, – omicidio di Jennifer Zacconi – ,che picchia selvaggiamente una ragazza attesa di un bambino, e poi la seppellisce ancora viva,e va al bar a giocare a carte con gli amici e bere vino, italianizzandosi.
Anche le sinistre anime candide comuniste, riciclate e non, si stanno rendendo conto, con la lentezza di un vecchio colpito dall’Alzheimer, che non si possono proteggere in eterno zingari, puttane, spacciatori, impasticcati, tossici, ubriaconi, rifiuti sociali senza arte e ne parte, banditi, riciclatori di denaro sporco, collusi con mafia, e quant’altro di più ributtante, non solo lo straniero, il genere italico, sa produrre come rifiuto sociale, che immondano, dai vicoli più degradati delle città, fino ai palazzi romani del potere, ogni angolo dell’Italia, rendendolo insalubre e tossico, come una zaffata di acido muriatico sul volto.
Dopo l’aggressione della sera scorsa, il governo, ha ufficialmente aperto la caccia al rumeno. Non importa se delinque o no, è rumeno e basta. Solo che la sclerosi laterale amiotrofica della politica italiana, amica della Romania fin dai tempi del dittatore Nicolae Andruţa Ceauşescu, che oggi, complice gli intrallazzi internazionali dei decenni precedenti alla caduta de Muro di Berlino, continua a far pagare ai cittadini italiani, le colpe del malaffare.
Di cosa ci lamentiamo? Di qualche accattone rumeno che violenta una donna romana? Ma non diciamo idiozie. Basta parlare con qualche italiano che fa affari in Romania, per rendersi conto, di come questi, con quel vituperato Paese, continuino fluidamente, visto che il governo Rumeno, ha attuato una deregulatin senza limiti, pacchia per gli investitori italiani e non, senza scrupoli. Naturalmente il governo rumeno non fa niente per niente.
«Volete fare quello che volete in Romania, e portare da noi le vostre industrie inquinanti, i vostri rifiuti tossico-nocivi, tutta la feccia che producete, ma in cambio, vi inviamo, e voi tacete i nostri rifiuti umani:zingari, banditi, puttane, papponi, borseggiatori, violentatori, ed ogni altra scoria che costa un sacco, di mantenimento nelle patrie galere».
I ricchi fanno affari, tanto sono scortati, viaggiano in prima classe, protetti da guardia spalle, con auto dotate di brandeggiante, e i poveri, i disgraziati, la gente di tutti i giorni, gli schiavi, i servi della gleba, i cittadini italiani inferiori subiscono, e ogni tanto, quando si supera la soglia di guardia fisiologica, qualche politicante sbraita sui giornali, per far finta di far qualcosa, fino a quando le acque non si calmano, tanto poi, tutto torna, come prima, anzi peggio.

Marco Bazzato
01.11.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/