giovedì 13 febbraio 2014
Il sindaco di Vignovo, Damiano Zecchinato non recede
Daminano Zecchinato non recede dai suoi propositi. La sua guerra, come
Sindaco, a spese dei cotribuenti, con il
web e contro lo critica in modo
dialettalmente feroce, continua e lo fa rispondendo ad una lettera aperta del
Consigliere del Movimento 5 Stelle, Andrea Danieletto, scritta con toni
concilianti e bonari (1).
Ma il Sindaco, come un novello paladino del web, cercando di ribaltare
l’onda di impopolarità che agita la sua Amministrazione da mesi, oggi vuole
vantare anche il ruolo di nemico giurato
del cyberbullismo e lo fa con una lettera aperta di risposta. (2)).
La rispoposta del Sindaco e corretta
in un unico punto: ossia quando difende la sua prebenda mensile, chiamata indennità. Tutto il resto è populismo,
demagogia,confronti tra realtà e situazioni che non stanno nè in cielo e nè in
terra, come ad esempio il suicidio della ragazza di Cittadella..(3),
inesattezze legali e giornalistiche, riportate alla bene e meglio, facilmente
smontabili da chiunque.
Ma il Sindaco, un vorrà paragonare la sua situazione
con quella della triste vicenda di Cittadella e e quanto ha scritto un
cittadino vigonovese, che vive in Messico e una volta rientrato a Vigonovo si trova lo scantinato allagato,
perchè chi doveva muovere il culo, ma no
ghe xe schei, non l’ha fatto?
I cittadini fanno riferimento al loro
Sindaco, e poi è compito suo e dei suoi uffici fare in modo che chi di dovere
faccia la sua parte, opppure no?
Oppure pgni sindaco preferisce allagati e contenti, ma sopratutto muti e
guai chi protesta, perchè altrimenti si danneggia l’immagine dell’Amministrazione.
Poi poco importa se ogni Amministrazione
potrebbe essere marcia e corrotta fino a sotto le fondamenta, no, quello che
conta è la facciata!
Per pretendre rispetto il rispetto le Istituzioni e le Amministrazioni
devono per prima cosa fare la propria parte, il proprio dovere, non importa se
prendono lo stipendio ogni mese o se hanno un indennità, i xe sempre schei, ostia, o no? Alla fine sono sempre soldi, no?
E poi, anche l’accenno a mo di paragone indelicato, con la ragazza di
Cittaella, con i gentiori e gli amici, i quali avrebbero, nel fossero assistiti
da un Principe del Foro, tutto il
diritto di infuriarsi con il Sindaco diVigonovo, dove in via del tutto
ipoteetica potremmo già immaginare i
titoli dei qutidani online locali: “Sindaco
dencuciato dai genitori di una ragazza di Cittadella, suicidatasi sper
cyberbullismo” Ma avendo nel cuore pesi ben più grandi e una figlia morta,
si dubita fortemente che vorranno procedere per l’indelicato paragone.
O non è che stia meditando il suogesto estremo di libero arbitrio, visto che
cita la situazione con una ragazza che
si è suicidata? Come se le due
situazioni personali, di età e di ruolo, esperienze di vita in concreto fossero paragonabili., perchè, con
tutto il rispetto per questa ragazza, la sua condizione finale è la morte.
Il Sindaco stesso ammette e scrive: “
..conosco bene il dialetto veneto e lo scrivo abbastanza bene, conosco
perfettamentele sue espressioni a volte colorite a volte offensive che possono
far venire meno il rispetto della dignità altrui, sopratutto in pubblico...”,
peccato che questa conoscienza non si estenda forse anche alla lingua italiana.
Infatti in un passo successivo scrive: Non
so se sei un esperto di giurisrpudenza,
ma per me “il mi piace” significa anche che “condividi”, (va
ricordato che Damiano Zecchinato, ilSindaco non è laurato in giurispurdenza, ma
ha un dipolma grafico di litoimpressore, conseguito nel 1976, come da suo CV,
(3bis) quindi esprime solo una sua
opinone personale e attualmente non ci stanno sentenze in proposito a favore della
sua opinione) quindi è un avvallo di un parere, rendendosi fattivamente responsabile
di quanto chi ha scritto la frase, e di un caso analogo ne hanno dato notizia
di condanna i tg di alcuni giorni fa”
Peccato che il Sindaco, o chi per esso, abbia scritto una cosa totalmente
destituita di ogni fondamento. Infatti molti siti riportano la notizia, in
italiano e non in dialetto veneto, parlato o scritto, in questi termini: Per
un 'like' su Facebook rischia una condanna da sei mesi a tre anni, o una multa
di 516 euro. La procura di Parma ha infatti chiesto il rinvio a giudizio di un
uomo per concorso in diffamazione aggravata. Lo racconta la “Gazzetta di Parma” (4),
(5).
Nei due testi, che provengono da un lancio dell’Agenzia Ansa, si scrive
espressamente di “rischio di condanna”,
non “di condanna”, come scritto dal
Sindaco, non prendendosi la briga di controllare in rete, prima di scrivere
inesattezze, facendole passare per verità, forse nel tentativo di voler
condizionare il pensiero dei vigonovesi meni accorti. E il Sindaco, quando
scrive testualmente “di condanna”,
viene meno al rispetto del diritto sancito dalla Codice di Procedura Penale, “secondo il quale un imputato è considerato non
colpevole sino a condanna definitiva ovvero sino all'esito del terzo grado
di giudizio emesso dalla Corte Suprema di Cassazione”(6), scritto in
modo più semplice nella Costuzione italiana, che all’articolo 27 recita: L'imputato non è considerato colpevole sino
alla condanna definitiva. Oltretutto il Sindaco, Damiano Zecchinato,
dimostra nello scrivere di questo evento che non conosce la differenza, secondo
il Codice di Procedura penale, tra il
reato di diffamazione aggravata, come
nel caso da lui citato e il reato di minacce,
quelle da lui dencuiate e non ancora rinviate a giudizio, quindi cosa resta per
un’eventuale sentenza definitiva di condanna o meglio ancora di assoluzione?
Va ricordato che a livello di forza politca e del rispetto nei confronti
delle istuzioni che oggi il Sindaco, come è prassi da suo ruolo, molti suoi
colleghi di partito, anche come incarichi pubbici di prima grandezza, hanno
dimostrato di non averne affatto, anche dentro le stesse aule parlamentari (7), quando “il l 16 marzo 1993 Luca Leoni Orsenigo,
deputato della Lega Nord, spalleggiato dal capogruppoFormentini sventolò
nell’aula di Montecitorio alla Camera un cappio, nell’esplicito
riferimento alla forca per l’intera classe dirigente della prima Repubblica.”
(7bis). Preistoria politica si dirà, forse, ma pur sempre storia della
Lega. O come quando in tempi più, recenti nel gennaio 2014, a Torino, un sito titolava: La rabbia in piazza della Lega: insulti a magistrati e Istituzioni” (8)
. Il che può portare a pensare che solo se leghisti si può disprezzare
magistratura e Istituzioni, salvo invocarle quando si tratta fare i giacobini contro gli altri? Perchè la Lega e il leghismo e i leghisti
hanno come humus nel sangue e nelle vene questo.
A pensarci bene, leggendo il testo del Sindaco, dove scrive: “Le diffamazioni alle Istituzioni e all’Ente
che esse rappresentano, sono un danno personale, politico e sopratutto di
immagine amministrativa al Comune”. Giurò, quando al primo posto ho letto
la frase: “sono un danno personale”,
mi è venuta in mente la Keynge, sovente attaccata da molti esponenti della Lega
Nord, certamente non dal Sindaco in questione, dove costei non ha mai parlato
di danno alla sua persona, ma ha
dichiarato: È l' ennesima puntata
di un attacco costante che non prende di mira tanto e solo la mia persona,
quanto chiunque in questo Paese osi pensarla in modo diverso”
(9) , dove quasi
quasi il testo sembrava ricalcare pari
pari gli scritti da Laura Boldrini, del Sel, oggi Presidente della Camera.
Si ribadiscce espresso il 09.02.2014, (10),
ossia il principio di non colpevolezza, mancando ad oggi il rinvio a giduzio
dei soggetti denuciati dal Sindaco, Damiano Zecchiano, il quale invece di fare
il forte con i deboli,. e il debole conn i forti, dovrebe, insieme alle
leggittime istanze dei cittadini, dare risposte, almeno in Consiglio Comunale,
alle numerose intepellanze, mai evase, a dispetto che la legge indica tempi
certi di risposta, non rispettando le Istituzioni stesse, alle irregolarità
segnalate dai consiglieri di oppposizone, di cui l’Amministrazione Comunale,
ossia il Sindaco,all’Area Urbana del Comune di Vigonovo, all’Ufficio
Protocollo, a Comando della Polizia Municipale del Comune di Vigonvo, erano
stati messi a conoscenza fin 08.08.2012,
tramite mail da persone terze che si sono firmate, senza nascondersi dietro ad
un dito.
Il Sindaco ha il diritto di chiedere rispetto, ma cittadini, tutti, hanno
il diritto di ricevere risposte scritte alle legittime istanze dei consiglieri,
non importa se di maggioranza o di opposzione. La scrollata di spalle il
silenzio è una mancanza di rispetto nei confonti dei cittadini, che tramite le
tasse comunali gli versano la sua
indennità. Per ricevere rispetto, personale ed istituzionale, bisogna darlo
con i fatti, con rispsote concrete, e dimostrando il rispetto dei regolamenti –
non di ignorarli quando questi impongno risposte o azioni giuste ma scomode per
qualcuno, di cambiare, se nel legittimo
dovere del ruolo che si ricopre, ciò che
si sa e si sa essere palesemente fuori
posto e sotto gli occhi di tutti.
Marco Bazzato
13.02.2014
(1)
http://www.comune.vigonovo.ve.it/upload/1/Lettera%20aperta%20al%20Sindaco%20dal%20Consigliere%20Andrea%20Danieletto.pdf
(2))http://www.comune.vigonovo.ve.it/upload/1/Risposta%20%20lettera%20aperta%20del%20Sindaco%20al%20Consigliere%20Andrea%20Danieletto%20.pdf
(3) http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2014/02/12/news/non-mi-ero-accorto-del-suo-dolore-1.8652939
(4). http://www.ticinonews.ch/estero/190604/italia-per-un-like-su-facebook-rischia-condanna-per-diffamazione
(5) http://www.gazzettadiparma.it/news/italia-mondo/163543/Per-un--like--su.html
(8)
http://www.tribunodelpopolo.it/la-rabbia-della-lega-in-piazza-insulti-a-magistrati-e-istituzioni/
(9) http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/08/26/insulti-alla-kyenge-le-scuse-del-vicesindaco.html
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