domenica 18 maggio 2008

Emergenza rom


Nella foto la zingara ungherese
Victoria Mohacsi, europarlamentare



A Ponticelli, un quartiere di Napoli, si è ballato e festeggiato, dopo che gli zingari se ne sono andati. La situazione è esplosa, quando una zingara di sedici anni, ha tentato di rapire neonato, facendo, giustamente, esplodere la protesta.

Napoli è la Campania, si sa, hanno due grandi emergenze: zingari e i rifiuti, praticamente la stessa cosa. Con la differenza che gli zingari, con quattro tegami battuti, un po’ di urla, qualche baracca incendiata, se ne vanno, mentre per i rifiuti, la munnezza, non ci sono bestemmie che tengano.

È chiaro, come hanno detto alcuni osservatori, che gli incendi nei campi nomadi, potrebbero essere stati appiccati su ordine di qualche clan camorristico, che ha inviato i soliti idioti dal cervello vuoto a fare il lavoro sporco, rendendo magari i terreni nuovamente appetibili per la speculazione edilizia.

Fa riflettere, come i media, abbiano improvvisamente cambiato bandiera, sposando la causa zingaresca, sposando la causa degli sgomberati, dei cosiddetti poveri diavoli scacciati, non dalle loro terre, o dalle loro case, ma da terreni che occupano abusivamente, mostrando i volti dei poveri bambini con i lucciconi agli occhi, i capelli infestati di pidocchi, e abiti sporchi, facendo passare il messaggio – falso – che se si trovano in quelle condizioni, la colpa è della società che non accetta il loro modo di vivere.

Quello che non si vuole dire, e che gli zingari, non importa se italiani o stranieri, perché non va dimenticato che lo zingheraggio non è una piaga solamente straniera, ma anche italiana, è che questi signori del rame, questi pascià del ferro battuto, questi santi dalle nere Mercedes e carovane a volte chilometriche, dotate di ogni lusso e confort, non vogliono adattarsi al vivere entro il tessuto sociale, perché sanno che esistono sempre degli intelligentoni, che si prendono a cuore i loro - falsi – problemi, trasformandoli in problemi – veri - per l’intera società, dove questi “bravi” figuri mandano i figli a delinquere, con scippi, borseggi e rapine.

L’Italia e gli italiani, che a certi benpensanti piaccia o no, né ha le scatole piene di questi “poveri”, che oltretutto, non vanno ad insediare i loro campi nei salotti buoni delle città, nei centri storici, o turistici. Li i ricchi, per un fatto di decoro urbano – a ragione – non li vogliono, e in pochi minuti, senza tanti complimenti vengono fatti sloggiare e allontanati, andando ad ingrassare, guarda caso, proprio la periferia, che già degradata si degrada ancor di più. Salvo poi trovare sempre qualche “deficiente”, che pur di non averli entro o vicino le mura condominiali, ha pure l’ardire di tacciare di razzismo, se gli abitanti di un quartiere, stanchi di soprusi e angherie, prima li fa sloggiare, e poi per scaldarsi, appicca qualche fuocherello alle baracche.

Italiani razzisti? Se non lo erano, per colpa della politica idiota di qualcuno, che getta i rifiuti – anche umani – non dappertutto, ma nelle periferie delle città, lo sono diventati, spinti dall’esasperazione quotidiana, spinti dall’inedia e dalla sonnolenza delle istituzioni, che per accontentare tutti, alla fine non possono, e questo lo sanno anche le zucche, accontentare nessuno.

Le forze dell’ordine, è inutile giraci attorno, si sono arresi, visto che una volta presi i delinquenti con fedine penali lunghe chilometri, sono comunque rimessi in libertà, spesso per colpa di qualche errore o cavillo tecnico, che poi nessuno penalmente ed economicamente paga. La politica, fino a quando il problema non diviene pubblico, e sbattuto in prima pagina, se ne fotte, salvo poi, preparare il classico decreto legge, che dopo sessanta giorni, passata la buriana, nemmeno viene convertito in legge, aumentando a dismisura il caos normativo, dove i buoni avvocati difensori, ci sguazzano come bisce, dando via a quell’escalation, che alcuni chiamano erroneamente intolleranza, o peggio ancora razzismo, ma che nei fatti, nella pelle di chi vive il disagio, o peggio lo sfregio di vedersi prigionieri in casa propria, costringe le persone ad incivili, ma Draconiane misure di tutela della propria sicurezza e di quella dei propri cari.

L’Italia, indipendentemente da quanto sproloquiano i buonisti a tutti costi, se permane l’andazzo decadente attuale, costringe i cittadini a trasformarsi presunti razzisti inconsci, a tutela del proprio vivere.

La colpa di questa situazione, al limite dello sfascio sociale e culturale, è equamente suddivisa in molteplici rigagnoli di responsabilità ormai impossibili da accertare, ma sta dimostrando, almeno in molte grandi città italiane, che la politica delle porte aperte, a tutti i costi, da tempo è alla frutta, dove però, la politica italiana, stretta nella garrota dell’Unione Europea, difficilmente avrà spazi di movimento per mettere in cantiere misure veramente drastiche per fermare il fenomeno migratorio, anche all’interno dell’Unione Europea, di individui o tribù, che anche nei loro Paesi d’origine, non vogliono integrarsi nel tessuto sociale, preferendo vivere, da imbarraccati, d’espedienti, diventando humus fertile della piccola e grande criminalità.
I media, con inutili immagini strappalacrime, stanno facendo, per l’ennesima volta leva sull’emotività popolare, mostrando file di Ape Piaggio, colmi di masserizie e bambini dagli occhioni tristi, costretti a fuggire, secondo alcuni, per il razzismo italiano, mentre, nessuno ha il coraggio d’ammettere, che dentro le loro comunità, non muovono un dito per emarginare i soggetti più pericolosi e violenti, minori compresi, visto che hanno imparato, che il Bel Paese, si è trasformato nella Repubblica delle banane, che ha come slogan “Più diritti per tutti” e come sottotitolo: “Doveri per nessuno” specie se delinquenti, criminali, banditi, non importa se italiani o stranieri.

Parlano di xenofobia e razzismo, r per far vedere quanto incivile è l’Italia, quanto inospitale, barbara, e cattiva coi rom, il Parlamento Europeo, manda una
zingara ungherese, Victoria Mohacsi, eurodeputata, a fare le pulci in casa d’altri, avendo la presunzione d’insegnare come si deve fare pulizia in Italia, dimenticandosi, prima d’andare a far critiche in altre Paesi, di tornarsene al suo, a fare casino con le Istituzioni locali e nazionali, per le condizioni i cui vivono gli zingari lì. Parlamentare europea, o no, la zingarella, si sentirà, giustamente, rispondere per le rime. La cara parlamentare europea, prima d’andare a impiantare casini, in Paesi altrui, si adoperi per far vivere nel modo migliore gli zingari ungheresi, come quella lì, così i suoi cari compaesani, viste le migliorate condizioni di vita e igieniche, torneranno sicuramente in patria. Ma la Rom, sa che educare ed insegnare qualcosa di socialmente utile, per il proprio gruppo etnico, per vivere ed inserirsi nella società civile, è un impresa praticamente impossibile, preferendo accusare Stati ed istituzioni, per la mancata integrazione degli zingari. Dimostri a tutti che prima risolve il problema in Ungheria, e poi arrivi in Italia dimostrando con i fatti, come ha educato al rispetto dei valori civili la sua etnia. Altrimenti taccia. Il tacere – specie quando delle faccende di casa propria è meglio non parlare – permette di fare una figura, anche mediatica, migliore!

Marco Bazzato
17.05.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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