giovedì 29 maggio 2008

Abolizione della Legge Merlin?


Daniela Santanchè nonostante sia stata trombata alle ultime elezioni torna alla carica. E a passo di marcia, non su Roma questa volta, ma sulle prostitute, chiedendo un referendum per l’abolizione della Legge Merlin, che 50 anni fa aveva condannato a morte i bordelli, costringendoli alla chiusura forzosa.

In Italia, darla via a pagamento non è reato, ma è reato o sfruttamento della prostituzione – il che è una contraddizione di termini – sebbene di papponi in galera non se ne vedano molti.

Ma nell’ipocrita Italia, patria del Vaticano, non si può parlare di bordelli, di puttanifici, di luoghi atti al sesso a pagamento, perché, sia per il centro destra, come per il centro sinistra, l’argomento è tabù. Il centro destra, dice che il puttanesimo è immorale, e che uno Stato che guadagna sulle prestazioni d’utero, è uno Stato pappone. Mentre però lo stesso Stato, non si fa nessun scrupolo etico morale nello sfruttare il gioco d’azzardo, distribuendo come bustine di droga, in giro per l’Italia, macchinette mangia soldi, incamerandosi cifre esorbitanti, e comportandosi peggio di un biscazziere corrotto, dimenticandosi di farsi pagare i quasi 90 milioni di Euro di tasse, che avrebbe dovuto incamerare dalla società, alcune in odor di mafia, e altre legate a società quotate in borsa, che in caso di ingiunzione forzosa, rischierebbero il tracollo dei titoli, quindi, per ripianare i debiti, è meglio tassare i cittadini, togliere sevizi, piuttosto che ricevere quanto dovuto.

Eppure riaprire la Case Chiuse, dette anche bordelli, o meglio ancora Puttanifici, darebbe finalmente il pretesto allo Stato di sbattere in galera le battone sulle strade, darebbe il preteso di confiscare gli appartamenti delle massaggiatrici inserzioniste, anche sui maggiori quotidiani italiani, darebbe il pretesto legale, di tassare, come Dio comanda, le mignotte d’alto bordo, pardon le Escort, che per un servizio di pochi minuti o poche ore, prendono cifre – in nero – da capogiro.

Fare lavorare legalmente le Grandi Meretrici di Babilonia, oltre che garantire un ingente introito allo Stato, darebbe maggiori garanzie igieniche anche ai puttanieri, visto che spesso le zoccole che si trovano sulle strade sono peggio delle discariche abusive, piene di germi e batteri peggio di una tazza del cesso non lavata da settimane, che mettono a rischio non solo la salute degli allupati della sveltina fatta ai bordi delle strade, come cani in calore, ma anche la salute delle legittime consorti dei clienti, nel caso questi poi avessero anche rapporti con le medesime.

Quello che non si capisce è perché la politica, non importa di che colore, sempre così attenta, quando vuole, ai temi fiscali, alla sicurezza sul lavoro, al diritto alla salute, lascia le puttane nella totale anarchia, prive d’alcun obbligo, non solo fiscale ma sanitario e ambientale, debba mostrarsi ideologicamente cieco, ipocriticamente falso, nei confronti delle altre categorie di lavoro, come se essere puttana dasse automaticamente, in Italia, il diritto d’essere fiscalmente ladra, andandosi a curare nelle strutture pubbliche, a spese di tutti i cittadini, quando queste, per il mantenimento dei costi dello Stato non versano un centesimo dei loro succhi vaginali, e delle tre cavità abitualmente utilizzate per lavoro, Gli altri quattro orifizi non possono utilizzarli, solo perché sono troppo stretti. In futuro si vedrà.

È paradossale che l’occhio fiscale, il vampiro informatico che spia da anni, pardon monitora i movimenti finanziari degli italiani, anche quando acquistano un pacchetto di sigarette, non riesce, o non vuole incrociare i dati, per scoprire gli eventuali possedimenti immobiliari di mignotte o prestanome, non chiedo conto, di come queste sgualdrine, spesso per il fisco dichiararono redditi da accattone, possano viaggiare, o permettersi appartamenti, magari affittati in nero, a prezzi esorbitanti. Evidentemente lo Stato non ha interesse a scoperchiare il coperchio del letame che ruota attorno a mignotte e mignotti.

Si dice, a ragion veduta, che il puttanesimo sia mestiere più antico del mondo, dimenticando però che anche l’hobby del puttaniere è altrettanto antico.

Ma nella società attuale, fondamentalisticamente maschilista, l’indice è puntato solo su quella che la vende,non su quello che acquista il servizio, quasi come se questi non esistesse, e forse è proprio qui, il dilemma italiaco, di non voler rendere legale un mestiere come un altro. La donna per assurdo, non si vergogna d’essere puttana, visto che mostra, oltre che la mercanzia, anche il volto, mentre è l’uomo che ha vergogna, pudore, e chiede rispetto per la sua privacy, se viene scoperto che va a puttane, facendo di tutto affinché, la povera moglie cornuta, non lo venga a sapere. – Sa, sono un padre di famiglia – spesso dicono quando vengono sorpresi coi calzoni abbassati.

Quello che fa riflettere è l’arroccamento sulla difensiva delle associazioni delle baldracche, che non ne vogliono sentir parlare d’essere regolamentate, adducendo scuse assurde, dove a chiosa si accodano, con i dovuti distinguo, le forze politiche, generando un commistione ed un intrallazzo, che non fa onore a quanti sono costretti da una fiscalità vessatoria, a sottostare alle gabelle, col sacro terrore di vedersi “fottuto” con l’esercizio commerciale chiuso, dopo tre mancate emissioni, mentre una zoccola, che incassa, usurandosi certamente gli organi di lavoro, cifre certo non indifferenti, godono del diritto di derubare, per mancanza di coraggio politico il Paese e gli italiani onesti. Per assurdo hanno ragione loro, che combattono per poter continuamente a lavorare in nero, mentre ai loro occhi, gli altri, i costretti, non sono altro che stupidi schiavi che vivono nel terrore della mattanza fiscale, non solo dei dipendenti a reddito fisso, ma anche d’artigiani e piccoli imprenditori, mentre i grandi, i grossi gruppi, trovano il modo di farla franca.

Per la serie cornuti e mazziati!

29.05.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/

Nessun commento:

Posta un commento

.Visto il barbarismo espressivo di qualche utente anonimo, i commenti potranno essere moderati e/o rimosssi a insindacabile giudizio..
Il titolare del blog declina qualsiasi responsabilità civile, penale per i contenuti dei commenti dei lettori, in quanto unici titolari, che se ne assumono la completa paternità e con l’invio del post, dichiarano implicitamente compreso quanto sopra