giovedì 15 maggio 2008

Lorena Cultraro e i giovani d’oggi



Fa ancora discutere, immotivatamente, il barbaro omicidio di Lorena Cataro, avvenuto poche settimane fa, il cui corpo è stato ritrovato, quasi casualmente, da un agricoltore, dentro un pozzo.

La ragazza, sembra essere stata uccisa, perché minacciava di ledere l’onore e l’onorabilità, del piccolo branco, composto di ragazzetti come lei, d’età di 15, 16, e 17 anni, andando a spifferare in giro, d’essere gravida di uno dei tre, non sapendo quale.

Scherzo di pessimo gusto? Battute infelici tra ragazzini che hanno appena iniziato a prendere dimestichezza col sesso, dotati di un ignoranza abissale? Voglia di protagonismo, poco intelligente, anche di Lorena? Sono molte le domane che affiorano in questi momenti nella testa dei genitori della giovane e degli inquirenti, che hanno chiuso il caso, spingendo i tre giovinastri a confessare l’atroce delitto.

I genitori della ragazza si aggrappano, prima del referto dell’autopsia, al fatto, che secondo loro, la figlia, non era gravida, che era una bambina, e che “certe cose” Lei non le faceva, e via discorrendo. Emozioni e stati d’animo giusti, comprensibili, umani, emozioni dettate dallo struggimento e dal dolore che provando per averla persa in modo disumano.

Ma se la ragazza avesse detto la verità? Se fosse vero, che a 14 anni aveva avuto rapporti sessuali, non con uno,ma con tutti e tre, alteratamene, ecco che le domande da porsi si allargherebbero a macchia d’olio, fermo restando, che qualunque cosa la giovane, abbia sessualmente fatto col suo corpo, non doveva finire così.
D’altronde non è un mistero,che l’età del primo rapporto sessuale consenziente, negli ultimi anni si è notevolmente abbassata, dove le ragazze si dimostrano più precoci del maschietti, forse perché quest’ultimi risultano emotivamente più rincoglioniti ed immaturi, e che per una ragazza è più facile avere cento ragazzi, che non per un ragazzo avere cento ragazze, checché ne dica il maschismo sfigatello alla Danyny Zuko di Grease.

È chiaro che quando avvengono queste “tragedie”, mascherate da colpi di testa e/o paure per quello che si ha fatto prima con una ragazza, si apre l’interrogativo di difficile soluzione e/o interpretazione sociale, su come oggi il sesso è vissuto dai giovanissimi, come una realtà disgiunta dal sentimento, dove l’atto in se è sminuito e reso un semplice rapporto meccanico d’entrata ed uscita dentro il corpo femminile, spogliato dei valori affettivi.

Qui non si tratta d’accusare, oggi, una ragazza, che non può più difendersi dalla vita stessa, in quanto le è stata tolta, ma di capire, se non solo Lorena, ma moltissime altre, un domani, non possano trovarsi in situazioni analoghe per colpa di una sottovalutazione del concetto d’affettività-amore-sesso, perché altrimenti, quanto a lei successo, non sarebbe servito a nulla, se non tanto da esempio o monito, per i giovani, maschi o femmine, nell’vivere i primi rapporti, con più testa e meno corpo.

La ragazza, per quanto cinico possa sembrare, se fossero confermate le parole da lei dette, cioè che aspettava un figlio da uno dei tre, ma non sapeva da quale, è oltre che essere vittima di tre animali, che come detto i genitori dei carnefici, non meritano nessuna pietà, è vittima di se stessa, e della libertà che i media, trasmettono continuamente in riferimento al sesso, vissuto e consumato in modo acritico, senza volontà di conoscenza anche biologico-emotiva che i rapporti precoci, in giovane età, hanno sulle psiche in formazione, non importa se di uomini o donne.

Ciò non toglie nulla alla gravità dell’evento compiuto dai tre, dove nemmeno la giovane età, può essere considerata, un domani dai giudici un attenuante, per quanto commesso. Perché se fosse vero,che i tre, hanno avuto rapporti sessuali, avevano, nonostante la minore età, la libertà e soprattutto non era stata commessa violenza nei confronti della giovane per averla, quindi la stessa era consenziente, non sposta di un millimetro il fatto, che come hanno agito in piena coscienza per far sesso con lei, abbiano agito con la stessa libera coscienza quando hanno deciso d’ucciderla, per non compromettere il loro buon nome.
Sarebbe interessante conoscere e che la stampa indagasse sul giro delle amiche della ragazza uccisa, per trovare conferma,se lo avesse raccontato, d’aver avuto rapporti sessuali consenzienti con i tre futuri giovani carnefici, visto che a quell’età, le ragazzine hanno l’amica del cuore a cui reciprocamente si di raccontano i segreti più intimi ed inconfessabili .

C’è la nota di colore, che giornalisti idioti chiedono ai familiari delle vittime, a cui hanno appena ammazzato un caro, il cui corpo è ancora dal medico legale per l’autopsia, non riconsegnato alla famiglia per le esequie. La domanda più criminale che un giornalista dotato di coscienza, non dovrebbe nemmeno avere l’onestà etica e morale di pronunciare: «Avete perdonato gli assassini?». Ma questi buffoni col microfono in mano, se ammazzassero un loro caro, darebbero il perdono morale e penale immediatamente, con la velocità di uno schiocco di dita?

Marco Bazzato
15.05.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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