I recenti attacchi del monarca Vaticano, stanno assumendo i toni di una crociata, “tra vera fede ed eresia”, quasi degne del millenario predecessore Urbano II.
La fede – recita il titolo di un libro di Don Giussani – è una proposta, ma non necessariamente una proposta, indica “La” risposta, o accettazione incondizionata, abbandonando e abiurando le verità storiche dei fatti, della scienza, dove anch’essa per sua natura, è mutevole e variabile, come l’evoluzione stessa della conoscenza.
Da mesi – dopo il discorso di Ratisbona – si assiste ad una battaglia di sapore medioevale, dove nei toni delle dichiarazioni, si ha la sensazione che si voglia alzare lo scontro verbale, con minacce di scomunica, violenze morali, se non sono accettate le posizioni imposte dal Capo di Stato Straniero, che si arrocca, dall’alto del suo scranno, di decidere della libertà di coscienza dei singoli individui,uccidendo e distruggendo il libero arbitrio.
I pesanti richiami ad un dogmatismo secolare, imposto non per volere divino, ma per volontà umana di dominio e modellamento psicologico, sta raggiungendo livelli e toni, che non hanno riscontro nel precedente e decennale pontificato, e i segni di questa discontinuità mediatica, stano avendo effetti controproducenti sia nei fedeli, ma anche da quanti, esasperati dagli attacchi virulenti, sono impossibilitati a difendersi dalle pesanti pressioni di cui continuamente sono investiti.
Evidentemente esiste un distacco tra le visoni d’oltre Tevere, e la società italiana e non solo, le prima vittime di questo accanimento terapeutico, sono quanti si vedono costretti ad alzare un muro di sbarramento emotivo e psicologico, che anziché rasserenare, complice anche la grancassa mediatica dei mezzi di comunicazione di massa nazionali, continuano a tenere accesi i riflettori su uno Stato e su un capo di Stato, che nulla ha a che vedere con la nazione che ospita la Città del Vaticano.
La chiesa cattolica, dichiara d’avere in mano una verità assoluta dei valori universali, priva delle confutabilità scientifiche, ma solo come atto d’abbandono all’irrazionale, come abbandono ad una trascendenza, forse soggettivamente giusta nell’aspetto personale – se si sceglie di credere – fuori luogo,quando esce dagli spazi a lei assegnati, volendo proporre la sua visione sociale, usata con la scusante d’aiutare e preservare gli umili.
Il problema però non à solo l’ingerenza dello Stato Città del Vaticano nella politica italiana ma la colpa primaria, l’errore ideologico, è nelle formazioni politiche, che nei simboli, richiamano o la tradizione cattolica, o cristiana, usandola a piacimento, secondo le necessità politiche del momento il senso di religiosità o di fede come veicolo comunicativo, dove in troppi nella sfera privata hanno comportamenti difformi dal dogma, e assurgono a difensori del cattolicesimo stesso, parlando a nome di quei valori, che loro per primi disattendono.
Leggendo i siti della Camera dei Deputati e del Senato, non si trova no informazioni sui difensori del cattolicesimo e ella Cristianità, del loro status personale: se sono sposati, divorziati, conviventi, o quant’altro. Se da una parte queste informazioni attengono alla sfera personale, dall’altra, il pubblico, l’elettore, il cittadino, colui, che per storia personale, famigliare e sociale, si riconosce nei valori cattolici, ha il diritto di sapere se un suo rappresentate rispecchia e rispetta appieno quei valori cui a parole, dichiara di riconoscersi.
Il commistione ideologico tra religione e politica, è una medusa, un drago da molte teste, che trasforma i cittadini in statue di sale – come a Sodoma – inviperiti e frustrati per i continui voltagabbana, salti su poltrone, arrembaggi d’una balena bianca arenata e compromessa, da decenni di politica ipocrita e pelosa, dove l’unico valore vero, è il relativismo del potere, non importa se esso proviene da un Vaticano, che universalmente detta le sue regole arbitrarie, o da una politica, che per dirla alla Collodi, cerca nei Pinocchi della situazione, i citrulli da condurre nell’inesistente paese dei balocchi.
Marco Bazzato
03.04.2007
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