Ringrazio il Dottor Di Pietro in nome dei lettori bulgari e della redazione del quotidiano, per la disponibilità e la gentilezza.
Bisogna dire che la Germania è stata sempre un Paese civile, quindi, a parte sparuti casi di razzismo, gli italiani sono sempre stati ben visti, soprattutto perché sono sempre stati dei gran lavoratori
2. L’Italia in passato era un paese di forte emigrazione interna e verso l’estero, ora è meta ambita d’immigrazione. Anche i bulgari – ora membri dell’Unione Europa Europei – come altri cittadini provenienti dagli ex paesi del blocco sovietico, a volte sono visti con sospetto e diffidenza. Cosa si sentirebbe di dire ai bulgari, quando sono vittime di questi pregiudizi? Ed eventualmente, come affrontarli e superarli?
Innanzitutto le cose oggi sono molto cambiate un po’ ovunque, per fortuna, e parlare di pregiudizi verso un popolo come i bulgari mi sembra un azzardo. In ogni caso posso dire, in caso qualcuno utilizzasse nei loro confronti del razzismo, di ricordare che, appunto, tutta l’Europa è un continente di emigranti, non per niente ha scoperto e fondato l’America, e quindi è come darsi la zappa sui piedi.
3. Di lei si dice che abbia azzerato un’intera classe politica italiana. In tutta franchezza, sente che sulle sue spalle grava questo peso, oppure ha solamente cercato di fare al meglio delle Sue possibilità il lavoro di magistrato?
Ho solo cercato di fare al meglio il mio lavoro di magistrato. Sull’azzeramento di un’intera classe politica, ci andrei cauto. Quello che si vede oggi in politica non è propriamente l’invasione dei volti nuovi.
4. La corruzione, sembra un male endemico – che non appartiene solo all’Italia – esiste secondo Lei una via maestra da seguire?
Non credo che esista. Forse perché non ne esiste una sola. La corruzione fa anche parte di una cultura, e di un modo di vivere dei popoli. Ognuno in fondo c’ha la sua. L’essenziale è tenerla a livelli tollerabili, estirparla completamente mi sembra un’utopia.
5. Se dovesse darsi una definizione come politico, come si definirebbe?
Non mi saprei definire, mi piacerebbe passare per un uomo politico che fa politica come un cittadino.
6. Lei non ha mai avuto paura dei cambiamenti, la Sua storia professionale lo dimostra, ora che è un Ministro della Repubblica, a parte responsabilità diverse, in cosa crede che le Sue precedenti esperienze, le possono essere utili per condurre il suo ministero?
Credo nella trasparenza e nella correttezza. E soprattutto nel rispetto delle regole. Io sto qui non per pigliare lo stipendio a fine mese ma per fare un servizio alla collettività.
7. Come si svolge generalmente la Sua giornata?
Arrivo molto presto in ufficio, prima degli altri, e sono l’ultimo ad andarmene. In mezzo ci sono un sacco di cose da fare, dagli appuntamenti istituzionali ai consigli dei ministri agli incontri con la stampa.
8. La politica italiana a volte è complessa da capire anche per gli italiani stessi, spesso si ha l’impressione che sia quasi un gioco di ripicche reciproche. Cosa l’ha spinta, e la spinge tutt’ora ad’essere uno dei mattatori in quest’ arena?
Guardi, non lo so, probabilmente la mia passione e la mia caparbietà. Mi piacciono le sfide nuove. Non mi sottraggo quando ci sono.
9. Durante questi mesi di permanenza al Ministero dei lavori pubblici, cos’è riuscito a cambiare, e cosa vorrebbe poter fare?
C’è ancora tanto da fare mi creda. Credo però di aver ridato fiducia alla gente, il caso Abertis e adesso quello delle concessionarie per la TAV sono stati due segnali di forte trasparenza e legalità che ho voluto dare. Con me non si può continuare a fare come se le regole non esistessero e si passa come niente fosse sulla pelle dei cittadini che pagano le tasse.
10. Lei ha un rapporto privilegiato con i Suoi elettori – ma non solo – ha un blog dove interagisce personalmente. Questo contatto quasi quotidiano, Le da una marcia in più, permettendoLe di rimanere vicino al “mondo reale” e ai problemi quotidiani dei cittadini?
Certamente, l’ho voluto proprio per questo motivo. Credo che internet offra strumenti di comunicazione immediata importanti, come il blog ad esempio. Si scavalcano, velocemente, tanti filtri che in passato sarebbe stato inimmaginabili ipotizzare.
11. In Italia è scoppiato lo scandalo Vallettopoli, può sembrarle strano, ma anche il pubblico bulgaro segue la vicenda, non solo come un fatto di gossip e costume. Lei, che opinione si è fatto?
Che ogni tanto esce fuori un pezzetto di malaffare, che purtroppo è generalizzato e connesso con tutto il sistema ma di cui ci si può occupare solo a compartimenti stagni. Non commento le vicende dei singoli personaggi coinvolti in questa vicenda, ognuno nella sua vita privata può fare quello ce vuole. Ciò che non va bene, e che giustamente abbiamo fermato, è fare ricatti sulla vita privata delle persone; intollerabile e incivile.
12. Esiste un confine invalicabile tra il diritto alla privacy, soprattutto del politico, oppure i cittadini dovrebbero essere informati delle vicende personali, con vere inchieste giornalistiche, sui loro rappresentanti?
Il confine è sottile. Quando il comportamento privato del politico è rilevante penalmente e per l’interesse pubblico allora il diritto alla privacy a mio modo decade, in tutti gli altri casi è fondamentale. Siccome a stabilirlo deve essere il magistrato che fa un lavoro estremamente delicato, è d’obbligo non solo lasciarlo lavorare in pace ma non rigirare la frittata, come ormai si fa sempre più spesso, e accusare il magistrato perché si è permesso di avviare quelle indagini.
13. Lei ha avuto modo di venire in Bulgaria in passato, che ricordi ha di quell’esperienza non solamente sotto il profilo politico?
Una esperienza che mi ha particolarmente affascinato. Nella gente ho trovato una serenità non comune, nonostante tutto. La pacatezza di un popolo on profonde e solide radici storiche e culturali.
14. I legami tra Italia e Bulgaria, sono storicamente più profondi di quanto il cittadino medio conosca, i bulgari guardano all’Italia con un occhio particolarmente benevolo, a volte non contraccambiato, cosa potrebbero fare – secondo Lei – i due Paesi, nei confronti dei rispettivi cittadini per accrescere la reciproca conoscenza?
E’ così. C’è bisogno di incentivare una reciproca conoscenza, soprattutto tra i giovani. Uno scambio culturale che può favorire la comprensione e l’accettazione tra popoli che hanno più punti in comune di quanto si pensi. Una disposizione che ci auguriamo si possa, un domani, affermare tra tutti i popoli della terra.
15. Come ex magistrato, conosce la giustizia e i suoi meccanismi, esiste la giustizia vera, oppure è ancora una magnifica utopia irrealizzabile?
Credo che la Giustizia sia un obiettivo da perseguire sempre, forse non ci si stancherà mai di perseguirla, forse ci saranno sempre impedimenti, ma è proprio di questa magnifica utopia il suo essere sfuggente.
16. Un Suo pensiero finale e un saluto ai lettori.
Innanzitutto auguro a tutti buona Pasqua, poi invito ogni cittadino a fare il proprio dovere, con onestà e senso civico, credo che sia il contributo più grande che si possa dare per crescere insieme, soprattutto in un momento come questo in cui l’Europa si allarga e nuove importanti sfide ci aspettano.
La ringrazio per la gentile cortesia e disponibilità accordatami.