Questo è lo sciopero dei padroncini, non solo contro questo governo, manche contro le passate, perché ha sempre voluto agevolare il trasporto su gomma, anziché quello su rotaia, e oggi, dimostrando che il sistema Italia non può continuare a reggersi quasi esclusivamente su ruote.
Finalmente i camionisti italiani, hanno imparato dai cugini francesi, che non perdono mai l’occasione, quando incrociano le braccia, di cingere – come un’armata di Crociati – la capitale transalpina.
Forse però, in Italia, non avremmo la forza d’arrivare a tanto, sopportando i disagi, e provando – come spesso fanno i francesi – a solidarizzare con gli scioperanti.
Secondo le previsioni, già entro venerdì potrebbero mancare le scorte dei carburanti, o per imperizie dei gestori che non hanno riempito le cisterne entro venerdì, oppure perché gli utenti, anziché fare i soliti 20 Euro, già dalle prime ore di oggi, si sono affannati in lunghe code per riempire i serbatoi, avendo quindi carburante per i prossimi cinque o più giorni, facendo qualche giorno di riposo a braccia conserte, o se sono stati previdenti, riuscendo quasi a raggiungere gli obiettivi annuali prefissati dalle compagnie.
Sfortunatamente non si può addossare la colpa ai camionisti, se la situazione è arrivata a questo punto. Abbiamo una rete ferroviaria vetusta, vecchia, spesso lasciata a se stessa, e la politica, i sindaci, i comitati civici, spesso ostacolano la costruzione di nuove linee, per non intaccare i seppur giusti interessi locali, che però – e oggi e nei prossimi giorni se ne vedranno i risultati, catastrofici, se l’agitazione si protrarrà fino a venerdì – i risultati.
Probabilmente come molti politici affermano, i blocchi sono illegali, ma però quello che si trova strano, è perché nei servizi giornalistici, si da eccessivamente spazio ai disagi causati, e poche battute per spigare le motivazioni e i disagi della categoria – spesso padroncini, col bilico acquistato in leasing, il mutuo della casa da pagare, ed i figli da mandare a scuola, come ogni lavoratore italiano, alle prese con le ristrettezze economiche dei bilanci famigliari, che stanno mandando a quel paese il Paese.
Buttandola sull’evoluzionismo più radicale, non si sta altro che assistendo alla lotta dei piccoli, per non soccombere, schiacciati sotto i piedi dai grandi gruppi, e che come ogni specie, cerca di sopravvivere al cannibalismo, in questo caso politico, per non diventare vittime della strage degli innocenti, degli autonomi, che vorrebbero poter continuare a fare il loro lavoro, venendo rispettati.
È paradossale, ma ci si rende conto dell’importanza di ogni singola categoria, solo quando questa – al colmo dell’esasperazione – incrocia le braccia, mostrando i muscoli, e venendo paradossalmente additata dall’opinione pubblica, come nemica della società, mentre il vero nemico della società, spesso è la società stessa, che invece di sanare le proprie ferite, ed i propri malanni, preferisce accusare chi denuncia – anche con forme radicali come il diritto di sciopero – il malessere di una categoria.
Sembra assurdo, ma l’unica categoria che non protesta mai, è quella delle politica nazionale, sempre così attenta ai propri bisogni economici, rendendo quasi immediatamente esecutivi gli aumenti di pensione, i benefit, gli aggiramenti degli emolumenti parlamentari, attenti, che non vengano erosi dall’inflazione, e che a differenza dei comuni mortali – leggesi cittadini privi d’immunità economico-parlamentare – costretti a tiare la cinghia per campare. Ma che importa di tutto ciò agli Eletti, loro sono stati eletti, e raggiunta la fatidica poltrona, guai a scalzarli. Ma se un camionista toglie per cinque giorni le chiappe dal camion , quello si che è un lavativo, nemico del popolo e della società, che tiene in ostaggio un Paese. Mentre una politica che finge di rinnovarsi, per non cambiare mai nulla, cos’è?
Marco Bazzato
10.12.2007
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