giovedì 18 giugno 2009

Gay Pride a Roma

Ci risiamo. Per l’ennesimo anno consecutivo Roma è stata invasa. Per sfortuna non erano Unni ma omosessuali con i loro consueti carrettini di offese agli etero e blasfemie varie, hanno trasformato Cristo e la Madonna in loro degni compari.

Erano, rispetto ai cittadini italiani che conta di quasi 57.000.000, 250.000, praticamente quattro gatti – secondo gli organizzatori, questa volta la questura sembra per non offenderli, forse ha evitato di dar cifre – su una popolazione romana di circa 2.700.000, da questi 250.000 vanno tolti i minori, trascinati da genitori etero-snaturati e conniventi, e gli etero adulti presenti, non si capisce perché, ad ingrassare le fila degli
antagonisti.

Per fortuna quest’anno la tv ci ha risparmiato immagini sconvenienti e volgari, filmando una manifestazione quasi civile, nascondendoci alla vista i peggiori esibizionisti del genere umano: uomini che si credono donne, donne che si credono uomini, abbigliamenti sadomaso di chiara impostazione nazista e quanto di peggio si possa indossare per evidenziare la propria “diversità”, vche tutti, secondo loro, dovrebbero accettare.

Ma il massimo della ributtanza, dell’estremismo contestatore, volgare e blasfemo, è stata l’offesa, non tanto eventualmente al Vaticano, che ci potrebbe anche stare, ma ai due simboli maggiori della storia occidentale degli ultimi duemila anni del genere umano: Gesù e Maria, la Madonna. Blasfemia offensiva non solo nei confronti di milioni di fedeli del cristianesimo, ma per assurdo anche per gli stessi omosessuali che nonostante gli anatemi del vaticano contro l’omosessualità, si sentono cristiani e che come tali venerano queste due figure religiose. Quindi gli omosessuali blasfemi attaccano e offendono i loro stessi compagni di sventura, gli omosessuali credenti, i quali – forse per abitudine – subiscono passivamente.

Una delle note positive del TG1 delle 20.00 di domenica sera, è stato l’applauso che si è levato dalla piazza, quando sono stati ricordati gli incidenti al Gay Pride di Mosca, in Russia, dove i russi, non intesi come estremisti di matrice ortodossa, ma ancora liberi nel pensiero ateista di discendenza comunista, non prendono mai di buon cuore queste manifestazioni sgangherate, e le grida fragorose di giubilo scattate a Roma, potevano anche essere interpretate come un plauso accorato e liberatorio nei confronti delle forze dell’ordine russe che hanno disperso la manifestazione non autorizzata, per mantenere integro il buon nome della capitale dell’ex impero sovietico e per la tutela della morale pubblica dei cittadini.

Ora non si discute sulla liceità o meno di tali eventi, sebbene la maggioranza dei cittadini ne farebbe volentieri a meno, come non si discute il diritto degli omosessuali di manifestare, quando sfila in modo civile, vestendosi come persone normali, quali vorrebbero essere trattati, o farsi passare, e senza atti di blasfemia, mentre pur rispettando, tenendosi stretto lo stomaco, trattenendo i coniati di vomito, il diritto di esibirsi in abiti discinti, di appropriarsi di tematiche che non sono mai appartenute al mondo omosex, vedi il Cristo omosessuale, o la storia di Pinocchio, riscritta da Wladimiro Guadagno, detto erroneamente Vladimir Luxuria, dove Pinocchio, da burattino non voleva essere – secondo il Guadagno – un maschio ma una femmina, segno evidente che la cosiddetta cultura omosex non crea nulla, ma si appropria dei simboli altrui – rovinandone il candore e l’innocenza – per piegarli, in posizioni innaturali, ai loro desideri, sapendo benissimo che rispetto ai grandi artisti omosex o bisessuali, vedi Leonardo da Vinci, sono distanti anni luce, sia come fantasia creativa, sia come statura universale, nonostante i loro istinti privati.

La piazza appartiene a tutti, etero e non, a patto che questa sia utilizzata in modo moralmente civile, almeno per quanto concerne la sfera pubblica, poi nel privato ogni persona è libera d’inventarsi una finta cerimonia religiosa o civile, per “unirsi in matrimonio” con altro esponente del suo stesso sesso, senza aver la pretesa di imporlo agli altri come un diritto che tutti dovrebbero accettare, cedendo le armi senza combattere per le proprie convinzioni famigliari, sociali e culturali.

Comunque, a ben vedere, quella di quest’anno, forse per la crisi, o per la diminuzione pubblica degli omosessuali, questo Gay Pride è apparso in tono minore, non ancora a livello della mazziniana carboneria, ma se si ha pazienza, forse almeno in Italia, nel giro di qualche decennio, si spera che si possa tornare al più assoluto e sano silenzio su queste tematiche. Tutti, indistintamente vivevano benissimo lo stesso, prima dell’inizio di queste “carnevalate blasfeme”, che non fanno bene nemmeno a chi le promuove, sebbene sempre si difendono,a ffermando che i partecipanti mascherati alla carnevalata, sono una minima parte del movimento. Isolateli allora, visto che alla fine danneggiano tutti gli altri, perché a ragione, i media preferiscono filmare loro anziché le persone normali, nonostante naturalmente, qualche eccezione.

Nota finale di oggi, a proposito di assurdità: il presidente meticcio Barak Obama, creando una discriminazione senza precedenti, ha esteso i diritti di “famiglia” ai dipendenti statali, negli Stati Uniti, creando una pericolosissima discriminazione nei confronti dei lavoratori non etereo del settore privato, contraddicendo al tempo stesso, anche lo stesso Stato della California, che ha cassato – tramite referendum – la legalizzazione dei “matrimoni” tra le persone dello stesso sesso.

Marco Bazzato
18.06.2009
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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