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martedì 26 gennaio 2016
Stepchild adoption? No grazie!
Meglio
un Family Day o un “Family” Gay?
Ormai è un attacco
continuo. Ogni santo giorno stanno tempestando l’Italia e la maggioranza degli
italiani con queste “benedette” (?)
unioni civili, come se l’Italia, nuovamente in preda alla recessione che
sta arrivando, con il rischio che quattro grandi banche finiscano nel baratro,
deve distogliere l’attenzione dei cittadini con questa carnevalat dei presunti
diritti civili negati, che il decreto Cirinnà vorrebbe samare.
Ma l’Italia ne ha
veramente bisogno?
Assolutamente no.
Soprattutto in questo
delicato momento storico.
Abbiamo visto l’ennesima
“manifestazione oceanica” sabato 23 gennaio nelle piazze
italiane con questa orda barbarica di rivoluzionari arcobaleno, dove
secondo le stime delle propaganda gay ci stavano in totale nelle le varie
piazze, a loro dire, un milione di persone. La cosa stana è che nessun organo
di stampa ha riportato le stime delle varie questure sparse per il Paese, le
quali solitamente forniscono delle ufficiali, circa le effettive presenze alle
manifestazioni.
Che i media si siano
messi ad angolo retto davanti alle lobby Gay?
Strano, a Padova ci
stavano una cinquantina di gatti spauriti e metà erano fiancheggiatori
eterosessuali. Il che, statisticamente parlando, significa che nemmeno la
maggioranza silenziosa degli omosessuali è interessata a questa farsa dei
cosiddetti diritti civili, in quanto è risaputo, secondo la vulgata popolare,
che gli omosessuali sono molto meno monogami degli eterosessuali, i quali manco loro a volte sono campioni di fedeltà
coniugali.
È chiaro che giunto
allo stato attuale di rottura generalizzata qualche contentino, qualche caramellina,
anche amara, a questi va data. Ma ciò
non significa certo calare le braghe ed equiparare il matrimonio etero con la
firma di un pezzo di carta davanti ad un pubblico ufficiale di due persone
dello stesso sesso. D’altronde due sentenze della Consulta
hanno ficcato in profondità dei paletti giuridici e costituzionali ben
definiti.
La cosa assurda è che
dalla contestazione studentesca del ’68 fino a metà degli anni ’80 del
millennio passato, il matrimonio, soprattutto
per la sinistra italiana, era una volgare e becera istituzione borghese da abbattere,
rimangiandosi le loro stesse parole degli anni ’40 e ’50, quando il Partito Comunista
Italiano nei suoi slogan proclamava: “Per
la difesa della famiglia, vota Partito Comunista Italiano.” E poi, hanno
cambiato idea e dalla fine degli anni sessanta in poi hanno iniziato l’opera di
demolizione del matrimonio e adesso hanno fatto l’ennesimo salto della quaglia,
l’ennesima piroetta, per quattro volte a novanta gradi, fino a saltare dalla
parte opposta e a volere il “patrimonio” chiama molo con nome diverso, per le
persone dello stesso sesso.
Il pomo della discordia
è diventato l’adozione del figliastro, che in Italia per non usare quel temine –
dispregiativo –, che equivarrebbe a dover dare “all’amico carnale di letto” del
padre biologico, del patrigno, si preferisce usare il termine inglese “stepchild adoption”
– sappiamo tutti che vita face Cenerentola quando suo padre morì e rimase con la
matrigna e le due sorellastre, ed era eterosessuale – che non è altro che un cavallo di Troia per
legalizzare i figli di una sega “acquistati”
all’estero, avuti grazie alla maternità surrogata,
detta anche gestazione d’appoggio, sebbene preferisco il termine politicamente
scorretto, prostituta d’utero, o gestazione della mignotta.
Perché a detta delle
associazioni omosessuali i figli per costoro sarebbero un diritto. Starno, ma
la natura, nella sua infinita sapienza, se non ha dato alle sane “coppie”
omosessuali la possibilità biologica di riprodursi tramite coito, come avviene
nelle sane coppie eterosessuali. Quindi un motivo ci sarà, o no?. La natura non
può sbagliare in questo modo in scala planetaria con più del 99,99% dellespecie
animali, homo sapiens sapiens, compreso, no?
Eppure con pretesti
banalotti e statisticamente irrilevanti,
come ad esempio la morte del padre biologico, si vorrebbe affidare il minore “amico
carnale di letto” del padre, al patrigno
- e qui la storia di Cenerentola torna ancora in ballo – perché è
risaputo che un conto è una coppia eterosessuale adotti un minore, entrambi non
avendo legami di sangue potrebbero dare lo stesso amore e forse di più,
rispetto a dei genitori biologici,
sopratutto se questi erano dei figli di puttana che magari lo menavano,
si facevano le pere innanzi al piccolo, oppure il maschio picchiava la femmina
o costei si faceva sbattere anche dai pali della luce. Un altro conto è che il padre biologico abbia
un legame di sangue, mentre il patrigno, sapendo di non essere il padre
biologico, ma solo “l’amico carnale di letto” del padre, alla fine in fondo in
fondo, non nutra dei sentimenti di odio e/o di avversione verso colui che non è
il frutto dei suoi lombi.
Oltretutto ci stanno
una camionata di ricerche, che naturalmente le associazioni LGBT non diranno
mai, che asseriscono che – ops, strano – un minore
debba crescere in un ambiente dove ci siano due figure opposte di riferimento,
quella maschile e quella femminile e che l’ambiente omo, sia esso maschile o
femminile , non è la migliore soluzione per costui.
Ma al centrosinistra, ai
suoi fiancheggiatori e a macchia di leopardo anche il centrodestra, non
interessa una beta minchia dei diritti dei minori. No, tutti sono ammanicati e
silenziosi, con l’industria e la produzione dei figli di una sega, fatti con le
prostitute d’utero, con la relativa esportazione di capitali all’estero. Si perché
la prostituzione d’utero a scopi riproduttivi è vietata in Italia,e condannata
dal Parlamento
Europeo, quindi, solo chi può, gli omosessuali sani benestanti e le coppie
eterosessuali, dove la donna ha problemi di sterilità, vanno all’estero ad “acquistarsi”
il neonato. Dove il pacchetto tutto compreso può arrivare a costare fino a 135
mila euro, viaggi e costi extra esclusi. Starno che la Guardia di Finanza ed
Equitalia non abbia mai indagato su
questi “acquirenti”, per capire se avevano i necessari introiti finanziari , che
poi hanno esportato all’estero!
Secondo molti a questi gaglioffi, che se ne fottono
dell’orientamento sessuale, andrebbe in primis tolto il neonato, il minore e
andrebbero multati per una somma venti volte superiore rispetto alla somma
spesa per “l’acquisto”. Naturalmente il minore dovrebbe essere reso
immediatamente disponibile per l’adozione.
Perché come dicevano i latini, anche in questi casi è meglio: “Unum castigabis, centum emendabis”, che
tradotto letteralmente significa: “Ne
castigherai uno, ne correggerai cento”
Non va dimenticato
anche un’altra cosa fondamentale, ossia che la prostituta d’utero cede, a
seguito di regolare contratto prestazionale, il neonato, subito dopo il parto “all’acquirente”,
senza nemmeno far passare i sessanta
giorni che i medici veterinari prescrivono
per lo svezzamento dei cuccioli di cane. Ossia, per i difensori dei diritti dei
minori, il diritto di un neonato ad essere svezzato dalla madre vale, meno del
diritto di un cucciolo di essere svezzato dalla cagna che l’ha partorito. A questo punto mi chiedo: chi è la vera cagna, visto che gli acquirenti fanno venire al
mondo un minore volutamente “orfano” della madre biologica?
Tra le altre cose
finalmente sembra che anche le femministe
nostrane, in ordine sparso, stiano debolmente alzando la voce contro la
pratica della gestazione della mignotta, pardon dell’utero in affitto, però la
Cirinnà e i parlamentari che la sostengono, fanno le orecchie da mercanti, perché,
da vili, hanno paura che alzare la voce su questa delicata tematica li faccia
passare per omofobi e per nemici degli omosessuali. Quindi preferiscono,
metaforicamente parlando, prendere a calci nelle ovaie le donne straniere, dove
questa pratica è legale, pur di non perdere i voti dei gay italiani e dei loro
fiancheggiatori.
Questo avviene nella
vita reale, mentre invece cosa vediamo anche nei film e telefilm, anche
italiane? Le famiglie etero, sempre piene di problemi, colme di conflitti
generazionali, liti tra padri e figli, rivalità, rabbie, rivalse, mentre le
cosiddette “famiglie omogenitoriali” – capezzoli, mai uno screzio, sempre
armonia perfetta tra il padre biologico, il figlio e tra il figlio e “l’amico
carnale di letto” del padre, insomma, la “famiglia” del Mulino Bianco,in salsa
gay, rischia di far crepare tutti di ipoglicemia, causa eccesso di zucchero e/o
aspartame.
Nessuno si è mai
chiesto il perché dell’assenza di
conflitti tra genitore, figlio biologico
e “amico carnale di letto” del padre? Perché altrimenti la “normalità” della
cosiddetta “famiglia” gay potrebbe essere interpretata come pregiudizievole da
parte dei telespettatori, o perché il figlio biologico rispondesse indietro al padre o “all’amico carnale di
letto” del padre, o avessero degli alterchi verbali molto accesi, con tanto di
liti e scontri, e questo potrebbe
mettere in cattiva luce queste “famiglie stereotipate e perfettine..
Oppure come è accaduto
nella fiction “Alla ricerca della felicità” dove, la povera figlia lesbica, con
il posto fisso alle Poste, passava il tempo a chiacchierare con le colleghe, il
padre e con” l’amica carnale di letto”, che faceva la guardia giurata nello
stesso ufficio postale – quando si dice culo cinematografico – con la madre
indisponente, perché la figlia stramba si era fatta ingravidare all’estero, da
un segaiolo sconosciuto, che davanti ad un giornaletto e un filmetto porno,
mentre pensava ai cazzi suoi, gli sputava in una fialetta qualche miliardo di “bambini
liquidi” che poi sarebbero stati sparati nell’utero a costei.... Alla faccia
dell’amore e de sentimenti!
Anche questo “orfano”
di padre, perché per i gay, a loro dire, i figli sono un diritto! E qualsiasi
mezzo è lecito ed etico pur di poter soddisfare il loro desiderio contronatura!
Ecco, alla fine di chi
l’Italia e mezza Europa è in “ostaggio”. È presa in ostaggio dalla lobby gay,
che come una piovra ormai, dalle alte sfere dell’Unione Europea, ha allargato
tutti i suoi tentacoli, peggio del Professor Moriarty –
acerrimo nemico di Sherlock Holmes, il
quale sè chiaro che si faceva ingroppare o veniva ingroppato dal Dottor Watson , come lo
si evince leggendo con attenzione Il ritorno
di Sherlock Holmes del 1905,dove a pagina 13 del racconto “La casa vuota”, - Alberto Peruzzo Editore, 1988 – l’autore
scrive: Non so come Holmes aveva capito del triste lutto che mi aveva colpito,
e mi mostrò la sua affettuosa comprensione più con i modi che non con
le parole” – all’inizio del regno di
Edoardo III, il male anche nei racconti veniva combattuto e la letteratura e la
cultura britannica avevano la pudicizia di tenere determinate cose dentro la
sfera privata.
Marco Bazzato
26.01.2016
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