Ora, naturalmente, una certa sinistra, geneticamente sinistroide, la sinistra che vive nei piani nobili, nei palazzi sorvegliati, la sinistra che, come a Venezia, alla Ca Foscari, detiene il monopolio della multiculturalità, dove un direttore di dipartimento, dallo stipendio stratosferico, ha l’ardire d’incazzarsi con una candidata ad un master che cerca di spiegare le problematiche che gli zingari, generano anche nel suo Paese, e che proprio per questo non viene ammessa, e tacciata di razzismo, inizia a sbraitare, a fare – come d’abitudine – il diavolo a quattro, specie quando si tratta di difendere gli indifendibili.
Se prendere – come estrema ratio – le impronte digitali agli zingari nei campi non autorizzati, se censire i minori che per volontà familiare o “culturale” non vanno a scuola, ma a delinquere, se si fanno controlli approfonditi su come, certi di questi, possano guidare vetture degne di un sottosegretario con autista, lavorando, come spesso dichiarano, il ferro battuto o raccogliendo stracci, allora qualcuno dovrebbe spiegare come la politica, e soprattutto le amministrazioni comunali presenti sul territorio, le forze dell’ordine, dovrebbero fare, viste le frontiere aperte nell’Unione, per capire chi entra, chi rimane, e chi in nome della sua cultura etnica, geneticamente delinque?
Non va dimenticato però, la sostanza di questo provvedimento, che non mira a colpire indiscriminatamente i Rom in quanto tali, anzi. Questo è un passo necessario, di rispetto proprio nei loro confronti, in quanto solo la scrematura delle persone, che per scusante etnico.-culturale, utilizzano, in quanto minoranza – giustamente tutelata – l’appartenenza a queste etnie il furto, l’accattonaggio, lo sfruttamento dei minori, riguardante non tutte le comunità rom, legali od illegali.
Va ricordato, per non cader
Tutto ciò non può essere fatto solo con strumenti atti censire l’immigrazione, e tenori di vita superiori alle reali possibilità, ma attraverso un percorso che porti ad una scolarizzazione più ampia, ma soprattutto ad una loro maggiore accettazione dei meccanismi che regolano il vivere civile.
La discriminazione, è inutile nascondersi dietro al solito dito di ipocrisia, pelosamente politica, esiste da parte degli italiani, ma non solo. Esiste da parte di tutti popoli europei, tanto è, che indipendentemente da quello che Bruxelles dice, nessuno vuole avere un accampamento nomadi, non importa se autorizzato o peggio se illegale, sotto casa. Non li vogliono nelle periferie, dove i problemi sono già molti, figuriamoci nei centri delle città – perché diciamolo onestamente: deturpano il paesaggio e allontanano i turisti – dove pontificano i politici d’alto rango, basta che non siano sotto il loro naso.
Riusciamo ad immaginare un campo rom al centro di Roma in Piazza San Pietro, davanti al Campidoglio, oppure sotto il naso del presidente della Repubblica, al Quirinale? Oppure sotto la Torre Eiffel, o meglio ancora alla Reggia di Versailles ? O nelle immediate adiacenze della Casa Rosada, in Spagna? O meglio ancora nella sede dei Democratici di Sinistra, da dove il cinematografo Walter Veltroni pontifica di coesistenza pacifica?
Eppure sono loro, i nostri politici, che pontificano al popolo il dovere dell’accoglienza, dell’integrazione, del non aver paura, del diritto dei Rom a vivere secondo la loro cultura e tradizioni. Ma se non li vogliono loro come vicini di casa scomodi, come dirimpettai, e non danno il buon esempio, perché dovrebbero farlo gli abitanti delle periferie, già degradate abbastanza dall’incuria, già alle prese con problemi enormi che la politica nazionale e locale, per interessi elettorali, non vuole affrontare energicamente?
I rom, piaccia o no, devono essere i primi a voler fare il salto culturale, per far si d’essere accettati, devono imparare che un campo, non può essere trasformato, nel giro di poche settimane, in una discarica a cielo aperto, in un letamaio preda di topi, acque putride – aspettando che altri vadano a far pulizia – quant’altro lesivo per la stessa dignità umana, e non possono continuare a nascondersi dietro la loro cultura, per non voler aprire gli occhi, vedendo che il mondo attorno a loro si muove in maniera diversa, rispetto a due secoli fa.
Ma se questo sforzo d’integrarsi non lo fanno loro per primi, non possono avere la pretesa d’essere accettati, così come sono, nel mondo contemporaneo, in una società si aperta, ma che anche loro, visto che quando vogliono si dicono cittadini europei, devono imparare a rispettarne le regole minime del vivere civile.
Marco Bazzato
05.09.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/
Ho di recente adottato due bambini Rom e sono Calabrese, dovrei preoccuparmi in quanto ho mischiato due "etnie" che "geneticamente delinquono"?
RispondiElimina..Non parliamo di barbarismo espressivo, per cortesia.
Egregio signore,
RispondiEliminaPersone come Lei sono solo da prendere come esempio, non tanto per il fatto dei bimbi rom che ha adottato, ma proprio perchè si è portato a casa due esseri umani che hanno bisogno d’amore vero paterno e materno. Non posso fare altro che inchiarmi . e l scrivo col cuore, innanzi al gesto della sua famiglia.
Con profonda ammirazione e rispetto
Marco