venerdì 5 settembre 2008

Schedatura dei Rom. Via libera U.E.


Come per l’uomo Del Monte,, anche l’Union Europea ha detto si, ma in questo caso, alla schedatura e tracciabilità degli zingari clandestini, pardon Rom, presenti in Italia, che come transumanti stanziali, quando si insediano in una città, un paese, in riva ad un fiume, senza averne i necessari requisiti, richiesti non solo dalle amministrazioni cittadine, ma anche dalle stessi leggi europee, si comportano, secondo la loro cultura, come dei novelli Attila, come dei razziatori nelle case altrui, come dei papponi che mandano i figli ad accattonare lungo le strade e le mogli, come fattucchiere dai capelli unti, a cercare di leggerti la mano, fingendo d’essere delle portatrici di buone novelle.

Ora, naturalmente, una certa sinistra, geneticamente sinistroide, la sinistra che vive nei piani nobili, nei palazzi sorvegliati, la sinistra che, come a
Venezia, alla Ca Foscari, detiene il monopolio della multiculturalità, dove un direttore di dipartimento, dallo stipendio stratosferico, ha l’ardire d’incazzarsi con una candidata ad un master che cerca di spiegare le problematiche che gli zingari, generano anche nel suo Paese, e che proprio per questo non viene ammessa, e tacciata di razzismo, inizia a sbraitare, a fare – come d’abitudine – il diavolo a quattro, specie quando si tratta di difendere gli indifendibili.

Se prendere – come estrema ratio – le impronte digitali agli zingari nei campi non autorizzati, se censire i minori che per volontà familiare o “culturale” non vanno a scuola, ma a delinquere, se si fanno controlli approfonditi su come, certi di questi, possano guidare vetture degne di un sottosegretario con autista, lavorando, come spesso dichiarano, il ferro battuto o raccogliendo stracci, allora qualcuno dovrebbe spiegare come la politica, e soprattutto le amministrazioni comunali presenti sul territorio, le forze dell’ordine, dovrebbero fare, viste le frontiere aperte nell’Unione, per capire chi entra, chi rimane, e chi in nome della sua cultura etnica, geneticamente delinque?

Non va dimenticato però, la sostanza di questo provvedimento, che non mira a colpire indiscriminatamente i Rom in quanto tali, anzi. Questo è un passo necessario, di rispetto proprio nei loro confronti, in quanto solo la scrematura delle persone, che per scusante etnico.-culturale, utilizzano, in quanto minoranza – giustamente tutelata – l’appartenenza a queste etnie il furto, l’accattonaggio, lo sfruttamento dei minori, riguardante non tutte le comunità rom, legali od illegali.
Va ricordato, per non cader
e nel bieco razzismo che porta alla memoria infami vicende del millennio passato, che la maggioranza dei Rom vorrebbero vivere in un modo migliore, e che nonostante, spesso ci sia un diffuso senso d’omertà all’interno delle loro comunità, fermo restando il principio d’appartenenza culturale, devono essere guidati verso una maggiore integrazione, inserendosi nella società civile.
Tutto ciò non può essere fatto solo con strumenti atti censire l’immigrazione, e tenori di vita superiori alle reali possibilità, ma attraverso un percorso che porti ad una scolarizzazione più ampia, ma soprattutto ad una loro maggiore accettazione dei meccanismi che regolano il vivere civile.

La discriminazione, è inutile nascondersi dietro al solito dito di ipocrisia, pelosamente politica, esiste da parte degli italiani, ma non solo. Esiste da parte di tutti popoli europei, tanto è, che indipendentemente da quello che
Bruxelles dice, nessuno vuole avere un accampamento nomadi, non importa se autorizzato o peggio se illegale, sotto casa. Non li vogliono nelle periferie, dove i problemi sono già molti, figuriamoci nei centri delle città – perché diciamolo onestamente: deturpano il paesaggio e allontanano i turisti – dove pontificano i politici d’alto rango, basta che non siano sotto il loro naso.

Riusciamo ad immaginare un campo rom al centro di Roma in
Piazza San Pietro, davanti al Campidoglio, oppure sotto il naso del presidente della Repubblica, al Quirinale? Oppure sotto la Torre Eiffel, o meglio ancora alla Reggia di Versailles ? O nelle immediate adiacenze della Casa Rosada, in Spagna? O meglio ancora nella sede dei Democratici di Sinistra, da dove il cinematografo Walter Veltroni pontifica di coesistenza pacifica?

Eppure sono loro, i nostri politici, che pontificano al popolo il dovere dell’accoglienza, dell’integrazione, del non aver paura, del diritto dei Rom a vivere secondo la loro cultura e tradizioni. Ma se non li vogliono loro come vicini di casa scomodi, come dirimpettai, e non danno il buon esempio, perché dovrebbero farlo gli abitanti delle periferie, già degradate abbastanza dall’incuria, già alle prese con problemi enormi che la politica nazionale e locale, per interessi elettorali, non vuole affrontare energicamente?

I rom, piaccia o no, devono essere i primi a voler fare il salto culturale, per far si d’essere accettati, devono imparare che un campo, non può essere trasformato, nel giro di poche settimane, in una discarica a cielo aperto, in un letamaio preda di topi, acque putride – aspettando che altri vadano a far pulizia – quant’altro lesivo per la stessa dignità umana, e non possono continuare a nascondersi dietro la loro cultura, per non voler aprire gli occhi, vedendo che il mondo attorno a loro si muove in maniera diversa, rispetto a due secoli fa.

Ma se questo sforzo d’integrarsi non lo fanno loro per primi, non possono avere la pretesa d’essere accettati, così come sono, nel mondo contemporaneo, in una società si aperta, ma che anche loro, visto che quando vogliono si dicono cittadini europei, devono imparare a rispettarne le regole minime del vivere civile.

Marco Bazzato
05.09.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/

2 commenti:

  1. Ho di recente adottato due bambini Rom e sono Calabrese, dovrei preoccuparmi in quanto ho mischiato due "etnie" che "geneticamente delinquono"?
    ..Non parliamo di barbarismo espressivo, per cortesia.

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  2. Egregio signore,
    Persone come Lei sono solo da prendere come esempio, non tanto per il fatto dei bimbi rom che ha adottato, ma proprio perchè si è portato a casa due esseri umani che hanno bisogno d’amore vero paterno e materno. Non posso fare altro che inchiarmi . e l scrivo col cuore, innanzi al gesto della sua famiglia.
    Con profonda ammirazione e rispetto

    Marco

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