giovedì 11 settembre 2008

Alitalia, o accordo o tutti a casa


Non c’è che dire, piloti e hostess dell’omai defunta compagnia di bandiera, affossatasi per debiti e sprechi oltre ogni ragionevolezza umana, forse perché hanno il cervello strafatto d’ossigeno e voli d’alta quota, non sanno camminare, o non vogliono camminare con i piedi per terra, continuano ad avere l’insana voglia di pretendere contratti separati per mantenere intatti tutti i loro disumani benefit, colpevoli i sindacati che in passato si sono battuti per queste separazioni, alla faccia della solidarietà tra lavoratori.

La nuova cordata d’imprenditori, persone probe ed integerrime come un porcai che campano del loro misero lavoro – o per dirla alla Dick Cheney prima e Barack Obama: “"Si può anche dare il rossetto a un maiale, ma resta pur sempre un maiale” – stanno facendo l’affaraccio italico del secolo: La fondazione di una compagnia nuova, usando, pardon rilevando quasi a costo zero la flotta di aeromobili e servizi, lasciando l’ingrato onere ai tontoloni italiani di pagare per l’ennesima volta decenni di amministrazioni scimmiesche, di concertazioni che hanno spolpato la compagnia di bandiera, un tempo fiore all’occhiello del Bel Paese, in un ammasso moribondo di interessi, veti crociati e quanto di peggio il commistione politica-affari-sindacati possano concepire come frutto avvelenato, malformato e deforme.

Piloti, autisti di autobus con le ali e hostess, cameriere dei cieli, non hanno capito che musica e orchestra, se Dio vuole, sono cambiati. Evidentemente vivono ancora aggrappati all’utopia che tutto possa continuare come prima, con signorini e signorine che fanno il bello e cattivo tempo, pronti a bloccare un aereo, scioperando, nel caso di un semplice attacco diarroico, oppure se femmine, perché colpite da crampi mestruali,facendo elevare ai viaggiatori imprecazioni al cielo.

La nuova società sta sbagliando completamente modus operandi nei confronti di queste due caste di privilegiati. Non doveva nemmeno andare a sedersi al tavolo delle trattative con i sindacati. Doveva lasciare che la vecchia compagnia licenziasse in tronco piloti e hostess, in quanto geneticamente più interessati ai privilegi che non allo spirito di servizio.

La nuova compagna farebbe meglio rivolgersi alle agenzia di lavoro interinale, stipulando contratti Co.Co.Co, voluti dalla sinistra, della durata massima di sei mesi rinnovabili, tenendo come quasi ogni imprenditore fa, perennemente sulla corda, sulla graticola, infischiandosene dei sindacati, divenuti una palla al piede in certe aziende, da tempo trasformatisi in uffici “casta”, vedi giornalisti, politici, avvocati e quant’altro, sbattendosene delle categorie di dipendenti, pubblici o privati a basso reddito, in quanto guarda caso, per questi il massimo che ad ogni trattativa portano a casa è un pugno di mosche che non possono volare, nemmeno con la fantasia.

D’altronde piloti ed hostess, quando sono fatti e finiti, non sono come gli apprendisti che devono essere addestrati, anche per mesi, su come si lavora su una manovia, e le procedure, sia in cabina, sia tra i passeggeri i soliti quatto gestacci codificiati – per indicare le uscite di sicurezza, come bestemmiare in silenzio nel caso di depressurizzazione, o il modo d’affidarsi a qualche divinità se per sfiga l’aeromobile si dovesse schiantare a terra, o in mare, per poi dopo che l’aereo è in quota, trasformarsi nelle serve più pagate della storia – grazie a rigidi standard internazionali, uguali in tutti i paesi industrializzati. Senza contare che anche la lingua di comunicazione tra piloti e torre di controllo, quando non è in italiano, si fa in inglese standard. Lingua che ogni pilota, che indipendentemente voli all’interno del proprio Paese, o fuori dai patri confini, entro i confini dell’Unione Europea, o verso paese extracomunitari, quasi in bancarotta, come gli Stati Uniti, è sempre quella.

D’altronde Augusto Fantozzi, che non è il figlio bastardo del ragionier Ugo Fantozzi, matricola 7829/bis, senza giri di parole ha praticamente fatto capire che o piloti ed hostess firmano, oppure se ne andranno in mobilità, il che equivale ad aerei a terra, un’altra vagonata, ma piccola di milioni di euro al diavolo, ma con questi in astinenza da cieli, amanti o stalloni sparsi, come i marinai, ad ogni porto.

Non va dimenticato che con la liberalizzazione del mercato del lavoro, alla nuova compagnia, nessuno vieta d’andare assumere piloti ed hostess dalla Polonia, dall’Ungheria, dalla Romania, Bulgaria, o quant’altro. Tutti, autisti e cameriere dei cieli, che al pari degli italiani, sono prima che lavoratori, cittadini dell’Unione Europea, e con uno schiocco di dita, potrebbero andare alle dipendenze della nuova compagnia italiana, con buona pace della casta dei piloti ed hostess, che evidentemente, a terra, non hanno capito che il mondo è cambiato e possono facilmente essere rimpiazzati con personale di pari professionalità, meno esoso e con più voglia di lavorare dei nostri italioti.

Marco Bazzato
11.09.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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