lunedì 29 settembre 2008

Opus Dei, quante ombre


Domenica 28 settembre durante lo “Speciale Tg1” è andato in onda un lungo servizio dedicato al famigerato Opus Dei,sapientemente descritto, seppur con vari errori ne “Il codice da Vinci” di Dan Brown e nel mio romanzo “Progetto Emmaus” del 2006, tradotto e pubblicato anche in Bulgaria.

Ma quello che anche ad un profano, balzava immediatamente all’occhio, era che l’Opera – non certo di Dio – ma di disinformazione attuata dalle alte gerarchie del medesimo, come i concetti, senza mai entrare nel merito, siano stati sapientemente elusi, puzzando di zolfo in maniera infernale.

L’opera si prefigge, contravvenendo paradossalmente smentendo le regole elementari del catechismo, insegnato in Italia, sin dalla più tenere infanzia, di cercare Dio. Ma come, uno dei semplici dettami del catechismo stesso è che “Dio è in cielo, in Terra, in ogni luogo, egli è ovunque”. Si parlava di santificazione quotidiana, del donare a Dio, tramite il lavoro, ogni momento della giornata, come se questo fosse possibile, e qui il messaggio era contraddittorio, solamente all’interno dell’opera.

Ma quello che risulta strano, addirittura oscuro, è come un associazione diffusa in tutto il mondo, che stando alle cifre date nel servizio andato in onda domenica, conti solo 85.000 accoliti, suddivisi in vari gradi. E come questa “Prelatura” personale del Papa possa disporre di case, scuole, università, una sede faraonica, in un anonimo palazzo al centro di Roma, arredato in modo tale che il tutto sembrava uscito dalla Grotta di Alì Babà e i quaranta ladroni”, può risultare strano anche al Cristiano più fanaticamente integralista.

L’Opera, fondata da
Josemaría Escrivá de Balaguer, sembra godere di fondi e stanziamenti non indifferenti. Sarebbe utile sapere da dove arrivano questi denari? Da donazioni private, da lasciti testamentari, da sgravi fiscali, dall’ 8 per mille, che erroneamente gli italiani, continuano a versare ad uno Stato straniero, grazie agli accordi del concordato tra Italia e Stato Città del Vaticano?

Il servizio, anziché togliere i dubbi, non ha fatto altro che aumentarli, visto che della cosiddetta “povertà di Cristo” nominato ad ogni piè pari, a sproposito, non se ne intravedeva nemmeno una pallida ombra sfocata. Famiglie che figliavano come conigli, che vivevano non certo in miseria, ma in una relativa agiatezza, ingegneri, una professoressa universitaria che lavorava – a termini di legge – in due facoltà, avendo stando a quanto dichiarato, anche il tempo per seguire l’incompleta squadra di calcetto, avendo solamente cinque pargoli, ma di poveracci, di morti di fame, di persone che potrebbero avere veramente bisogno di un sostegno economico, nel servizio, non se ne è visto nemmeno una. Forse sono figli bastardi, in quanto come ha detto il contadino guatemalteco “dopo che sono entrato all’opera, il denaro mi avanza”. Chissà come mai.

Ha fatto una certa impressione, l’opinione stessa che il fondatore del movimento integralista, che ha della donna. Nel servizio, questi parlava della donna, non in tenore cristiano, o cattolico romano che dir si voglia, ma l’idea medioevale che questi aveva, sembrava presa pari pari dall’Islam più talebano. Infatti nella visione di Josemaría Escrivá de Balaguer, il ritratto che questi faceva della donna, non era di una creatura creata da Dio, avente pari dignità e diritti con l’uomo, ma di un essere inferiore, sottomessa al marito, che deve attendere il povero tapino, quando rientra a casa dal lavoro, sorridente, truccata come una
Geisha per la gioia del maschio dominante. Il pensiero espresso dal “Santo”, per assurdo, non faceva nemmeno onore a Maria, la madre di Gesù, sempre che sia esistito un Gesù storico, ove le fonti indipendenti, citate nelle varie prefazioni della Bibbia Cei, sono alquanto striminzite, se non palesemente quasi assenti., il che porta a pensare ache Luigi Cascioli, autore de “La Favola di Cristo”, abbia molte ragioni – inascoltate – anche dai vari tribunali italiani ed internazionali.

85.000 affiliati nel mondo, dicono. E un potere mediatico, in Italia, così forte. Eppure i cattolici, ormai seconda religione nel Pianeta Terra – e non si sa se Cristo si sia manifestato in altre galassie al di fuori della terzo pianeta del sistema solare, nella Via Lattea – battuta dall’Islam, sono “solamente” 1.200.000.000, eppure 85.000 persone, sparse nei cinque continenti, riescono ad avere un influenza nella manipolabile opinione pubblica, non indifferente. Qualcosa non quadra. Naturalmente sarebbe interessante poter accedere ai bilanci dell’Opus Dei, ma questi in quanto prelatura del Papa, ed essendo questo Capo di Stato straniero, sono inaccessibili, il che contribuisce a far sorgere dei legittimi dubbi sulla provenienze economiche. Va ricordato che lo Stato Città del Vaticano, per i normali fedeli è la Sede del Vicario di Cristo in Terra, eletto – secondo tradizione – grazie allo Spirito Santo, ma nei fatti, frutto, durante il
Conclave – a porte chiuse come nelle Logge Massoniche – di scambi di cortesie, favoritismi, veti incrociati e quant’altro ogni politicante da strapazzo usa per giungere al potere, mentre si arrocca sapientemente dietro i trattati internazionali, non rispondendo mai alle rogatorie, erigendo muri di gomma, quando le istituzioni chiedono lumi sui suoi affari, trincerandosi dietro la sovranità – terrestre – di Stato indipendente, foraggiato dagli italiani, che non hanno il diritto di sapere nulla. Forse perché hanno scritto che un tizio 2000 anni fa disse “che la tua mano destra non sappia mai ciò che fa la sinistra” e la sinistra, secondo il cattolicesimo, guarda caso, è proprio la mano del Diavolo.

La religione, non solo quella cattolica, dall’inizio della storia ha perso quell’alone di misticità ed ascesi, che anche secondo i grandi Padri della Chiesa, che dovrebbe – in teoria – avere, essendo nei fatti una grande forza politica occulta, nascosta dietro la nomea di questa o quella religione, e l’Opus Dei è uno degli esempi più calzanti.

I detrattori, tra cui anche molti ecclesiastici, per così dire di campagna, molto più vicini alle reali necessità dell’uomo, sentono il calore del “
della Geenna di fuco”, sentono quell’aroma infernale ma, costretti al voto d’obbedienza, non possono sputare sul piatto ove mangiano e bevono, a spese dei fedeli, che si fanno ingannare dalle promesse, impossibili da dimostrare, di vita eterna.

La leggenda nera dell’Opus Dei – al pari della “
Compagnia di Gesù”, meglio conosciuti come “Gesuiti”, fondati guarda caso da un altro spagnolo, Ignazio di Loyola, che costrinse quasi forzatamente i nativi alla conversione, rendendo oggi l’America Latina, la fonte più forte degli integralismi religiosi di matrice cattolica – è più che meritata visto quello che comunque anche gli spagnoli in passato hanno commesso.

Non si può per l’Opus Dei, parlare di opera di Dio, sarebbe un insulto a Dio stesso, in quanto se, indipendentemente dai dogmi di Fede, fosse dimostrata la sua reale esistenza, questi sarebbe furioso con questi figuri, che sfruttando il Suo nome, continuano ad arricchirsi, e lo Stato Città del Vaticano ne è un chiaro esempio, alle spalle dei poveri di spirito, soggiogati dalle Beatitudini, ove a questi è stato promesso il Regno dei Cieli, intanto le ricchezze in Terra vengono fagocitate da”qualcun” altro. Alla faccia dei diritti degli oppressi. I poveri, anche dentro la Chiesa diventano più poveri, mentre i ricchi hanno il volto florido, paonazzo e lo stomaco satollo, gravante sulle spalle altrui, che nel caso dell’Italia, paga anche se non è né cristiano, né tantomeno cattolico.

Marco Bazzato
29.09.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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