Serve ed autisti – hostess e piloti – gli unici a conti fatti che prendono stipendi spaziali, incuranti dei colleghi a terra, hanno fatto il possibile, spalleggiati dalle associazioni sindacali, comportatesi peggio della più infima sinistra ormai extraparlamentare, pur mandare a monte la trattativa.
Va detto che a questi buffoni, dei colleghi a terra e dei problemi reali, sepolcri imbiancati, da cadaveri putrefatti, non è, interessatp in questa vertenza, mai meno di nulla. Facchini, addetti ai servizi, coloro che rispetto alle serve del cielo e i guidatori delle corriere volanti, non sono altro che feccia, fetecchia, bassa manovalanza con compiti – a loro avviso – ininfluenti, e che potevano essere tranquillamente licenziati,mentre loro, i baroni dei cieli, escort con appartamenti in ogni aeroporto – e forse anche stalloni – a loro avviso, devono essere trattati coi guanti bianchi, con l’inchino e servi in livrea che li seguono anche durante l’espletamento delle loro funzioni fisiologiche, pronti ad aiutarli, in caso d’abbisogna, onde evitare che si sporchino i loro ditini santi.
Il bello è che i topi e le tope volanti, se da una parte pubblicamente sbraitando e si sbracciano per il fallimento delle trattative, poi in privato, nel chiuso delle loro abitazioni, volano in rete alla ricerca di nuovi posti di lavoro, pronti ad espatriare, come un esercito di cavallette bibliche piaghe d’Egitto, felici d’andare a mangiare e depredare in casa d’altri. Questi plaudenti del fallimento italiano, sventurati con la rogna, arrabbiati neri se al posto delle serve e degli autisti del cielo, arrivano lavoratori – specializzati più di loro, che senza problemi parlano diverse lingue – stranieri, non esitano, visto che il libero mercato dovrebbe valere solo per i loro interessi, ad inviare, come accattoni affamati, come cloachard col cappello calato e la mano tesa i curricula a compagnie straniere, e le tanto vituperate, mentre sono fighetti Alitalia, compagnie low cost.
Sembrerebbe che per mantenere anche i privilegi di questi qua, queste sanguisughe abbiano pesato, stando ai calcoli degli ultimi giorni, per 75 euro a testa, all’anno, ad ogni cittadino, arrivando poi a vedere cosa: scene di giubilo quando una trattativa, per colpa loro, fallisce e la cordata si ritira.
La Cai ha fatto bene a sbattere a questi la porta in faccia, in quanto non hanno capito, che quando l’Alitalia porterà i libri in tribunale, per avviare le pratiche di fallimento, le speranze d’aver gli stessi privilegi dai nuovi padroni che rileveranno – a prezzo stracciato – i loro posti di lavoro, si ridurranno ad un nulla, in quanto la nuova società, fregandosene dei vecchi dipendenti, metterà – in base alle normative dell’Unione Europea – sul piatto i contratti che a loro aggraderà, senza possibilità di mediazione, ergo: prendere o lasciare.
Ora i sindacati, dopo il ritiro della Cai, premono affinché il governo venda Alitalia a qualche compagnia straniera – forse Air Botswana o Air Mozambico – come se tedeschi o francesi fossero dei fessi, ad acquistare a scatola chiusa il vermaio italiota, accollandosi l’onere di sfamare i vermi. Le maggiori compagnie aeree straniere, nel caso che Epifani non l’avesse capito, saggiamente come sciacalli stanno alla porta, volteggiando come avvoltoi sopra le nostre teste, lasciando che si scannino, azzannandosi alla gola tra di loro, dissanguandosi senza pietà, salvo poi, come dopo una guerra, camminare godenti sui cadaveri in rapida via di decomposizione.
Naturalmente i media, attaccano solo autisti e cameriere del cielo, praticamente i vertici mediatici della protesta, ma come ha dimostrato l’ingresso della Guardia di Finanza nella sede dell’Alitalia, e probabile che nei prossimi mesi, molti ex amministratori delegato, nominati – grazie alla classica lottizzazione – dai politici, ricevano qualche avviso di garanzia, per difendersi, nel caso si volesse approfondire veramente i motivi del dissesto economico della compagnia di bandiera, dallo spolpamento della medesima, mettendo sotto la lente d’ingrandimento decenni di sprechi, mancanze, lassismo e contratti faraonici, che continuano tutt’oggi a ricadere come costi sulle tasche dei cittadini.
La crisi Alitalia, non è politica, ma economica, dove tutte le parti in causa stanno lanciando gatti morti addosso all’altro, un po’ come i bambini piccoli quando si fanno la guerra con gli escrementi.
L’unica via d’uscita? Il fallimento, con i relativi licenziamenti e chiusura di tutte le società satelliti, il licenziamento di tutti i dipendenti,, visto che quelli di bassa professionalità, le cosiddette maestranze, possono essere riassunte da subito nella nuova società, mentre facinorosi, riottosi, cercatori di catastrofi, come le serve dei cieli, pardon hostess ed gli autisti d’autobus con le ali, pardon piloti, possono, come già hanno iniziato a fare, cercarsi lavoro all’estero.
La nuova compagnia, col mercato del lavoro libero nell’Unione Europea, non avrà problemi a reperire, specie nei paesi dell’est piloti ed hostess altamente qualificati, e sicuramente con pretese economiche meno ladrocinanti, perché imposte in passato dai sindacati , e avvallate dagli amministratori delegati, che del denaro altrui, in quanto di nomina politica se ne fregavano, e sicuramente più elastiche in base proprio alla deregolamentazione voluta dall’Unione Europea con la famosa direttiva dell’ex commissario Bolkestein, che permette – finalmente – di non essere in ostaggio di autisti e serve del cielo italiane, che stanno contribuendo fortemente a mandare a ramingo, se mai ci fosse bisogno anche del loro inestimabile contributo, l’Alitalia.
Marco Bazzato
20.09.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/
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