giovedì 2 ottobre 2008

Borse: tracollo mondiale


La mandria tonante, come si usa dire tra i broker, continua a correre, a fuggire dai mercati mondiali che stanno collassando. Il governo degli Stati Uniti prima, ed ora altri Stati europei, stano collettivizzando le banche, in preda ai debiti dovuti dal dentiere in cassaforte i cosiddetti fondi degli Edge Found, praticamente fondi spazzatura, le quali, peggio dei topi che sento l’odore del veleno, fuggono per paura di rimanerne vittime.

Tutte le banche mondiali, di riflesso fondi d’investimento, assicurazioni, fondi pensione, che hanno acquistato a scatola chiusa merce che gli operatori di borsa, tutti, sapevano essere carne morta, avariata, eppure presi dalla smania del guadagno facile, del guadagno speculativo, hanno riempito i forzieri nell’illusione che questi potessero crescere in eterno, eppure ora tutti hanno il sacro terrore d’avere il cerino in mano. Banche e assicurazioni, americane ma non solo, che sono state maggiormente esposte, hanno dovuto portare i libri in tribunale, dichiarando fallimento, chiedendo l’amministrazione controllata e di conseguenza la nazionalizzazione o collettivizzazione di stampo comunista, cosa impensabile nell’ultra liberista America fino a poche settimane fa,dove le varie banche nazionali, prima tra tutte la Federal Reserve statunitense si vedono costretti ad immettere denaro nel circuito borsistico mondiale pe placcare la fame e l’ira degli speculatori internazionali, confidando che questo non porti comunque al collasso il sistema finanziario internazionale.

Ma cosa può fare il cittadino, l’uomo della strada?

In primo luogo rendersi conto che le banche, anche quelle italiane, hanno gestito – tramite i fondi – i risparmi dei clienti in maniera fraudolenta, acquistando prodotti finanziari senza il dovuto controllo preventivo, fidandosi delle società di certificazione, che come nel caso anche del crak Parmalat erano fraudolenti e falsi, avendo de facto la responsabilità anche penale di ogni singolo operatore bancario che ha proposto – a dei profani – incauti acquisti ai clienti, senza averne loro per primi adeguate conoscenze, o fidandosi delle parole o degli bilanci altrui.

Il cliente di una banca, non può essere il pollo da spennare, scaricando ancora su di lui le responsabilità anche economiche di eventi che nè i broker delle banche, nè le banche, né le istituzioni monetarie internazionali non hanno saputo, voluto arginare, bloccando sul nascere la speculazione che per anni si è autoalimentata e che oggi si sta sgonfiando come un palloncino bucato, con l’elio che esce nell’atmosfera.

I clienti oltre a rimetterci i guadagni, rischiano di perdere il capitale, dovrebbero rivolgersi alle associazioni dei consumatori, facendo causa ai dipendenti bancari che hanno proposto certe forme d’investimento, e successivamente le banche stesse, con cause collettive, le Class Action.

Le banche italiane, dice Mario Draghi, sono solide. Dice, eppure Unicredit continua a perdere in borsa, questo la dice lunga che le parole sono parole, ma la fuga degli investitori da questa banca, è un’altra cosa.

Ma in America, nonostante il silenzio dei media italiani, montano le proteste dei risparmiatori davanti a
Wall Street, questo rende l’idea di come la situazione sia drammatica, e senza soluzione di continuità.

Per fortuna qualche banchiere, pochi per ora, ha avuto il coraggio dei gesti estremi, scegliendo l’onorevole via – secondo la cultura giapponese – del suicidio. “È il caso di
Kirk Stephenson si è buttato sotto un treno in un elegante sobborgo di Londra”, l’auspicio è che questa presa di coscienza colpisca anche altri esponenti, non importa se di alto livello, o semplici impiegati costringendoli ad uscire di scena con onore, colpiti dalla vergogna per aver tradito la fiducia dei risparmiatori.

Il punto essenziale non è quello di salvare i mercati internazionali, quelli sono problemi che al piccolo risparmiatore, per assurdo devono interessare relativamente poco, in quanto questi dagli speculatori e dal mondo borsistico, sono definiti il “parco buoi”, che guarda caso, spaventa moltissimo se d’improvviso decidessero di non dare più nessun assenso a stipulare fondi comuni d’investimento,ma questi schiavi del risparmio, che mettono via Euro su Euro a costo di sacrifici e privazioni finanziarie familiari, sono il vero bacino dove speculatori, complici broker e banche, che invece di comportarsi come bravi padri di famiglia, si comportano come un papponi, sfruttando il lavoro ed il risparmio altrui, per speculare nei mercati internazionali, con gli esisti che oggi vediamo, non solo in tv, ma soprattutto nei risparmi, che sono stati investiti nei fondi,che si stanno vaporizzando, senza che nessuno risponda in sede civili e penale di nulla. “È il mercato” dicono.

D’altronde le banche ed i fondi, hanno le “mani pulite” visto che fanno firmare carte e scartoffie, dove se da una parte prendono denaro, dall’altra scaricano sul cliente le colpe per aver investito – in fiducia – in determinate speculazioni. Ma se una banca, un fondo d’investimento, un broker non ha la possibilità pratica di controllare dove investe il denaro altrui, come può poi alla fine, quando tutto va a rotoli, essere solo l’investitore finale, il risparmiatore a pagare?

D’altronde, oggi, come ci si può ancora fidare del sistema bancario e speculativo, quando questi sono completamente disarticolati dalle reali realtà micro e ,macroeconomiche, dove il tutto si basa su proiezioni – teoriche – di crescita eterna, bilanci truccati, artifizi contabili che tendono a nascondere le perdite, scaricandole in modo diverso e sempre più creativo sul parco buoi, ed incassando gli utili, distribuiti agli azionisti, che nulla hanno a che fare con i risparmiatori.

La borsa, da decenni è diventata come una chiromante ciarlatana, come le zingare che predicono a prezzi salatissimi maledizioni, se non si versa l’obolo per togliere le fatture. La borsa è il ricettacolo dove tutto è mescolato, triturato in blocchi, chiamati fondi comuni d’investimento, dove entrano prodotti all’apparenza buoni, ma i fatti lo dimostrano che questi prodotti scaduti. Prodotti finanziari che se fossero cibo commestibile nessun essere umano dotato di un minimo d’intelligenza si metterebbe coscientemente nello stomaco.

Oggi la borsa è come il latte cinese alla melanina, come la mucca pazza, come i prodotti firmati contraffatti; basta vedere la guerra che giustamente si instaura contro i venditori abusivi e le relative multe anche ai clienti che li acquistano, mietendo quotidianamente vittime, ma sempre pesci piccoli, disgraziati, siano essi venditori sfruttati, sia acquirenti “del vorrei ma non posso” e si rifugiano nel falso.

Ma col sistema finanziario no. Quello è un mondo intoccabile, e i risultati si vedono. Quello è un mondo, una zona grigia e morta, dove i comuni mortali non possono alzare la voce, non possono reclamare trasparenza, sono costretti a subire, anche coloro che non investono in borsa a rimetterci.

Gli investitori internazionali tremano, hanno paura del tracollo. I governi – complici – perché hanno deregolamentato, non hanno vigilato sulla trasparenza, col denaro ancora dei contribuenti, cercano di mettere un dito sulla diga che si sta disgregano, confidando che le macerie del tutto non li travolta. Ma naturalmente, come sempre gli amici degli amici, che si sono disinteressati per anni degli altri, e continuano a farlo, ora cercano d’arginare l’onda anomala, confidando che come uno tzunami, questa si arresti prima d’arrivare alle zone abitate, spazzando via la popolazione, in questo caso ancora i piccoli risparmiatori.

La musica deve cambiare, i pianisti dovrebbero cambiare, i musicisti dovrebbero essere liquidati senza buonuscita, non importa che essi siano finanzieri, politici locali o nazionali, le banche centrali dovrebbero tornare a vigilare, non sul debito solamente, ma soprattutto sul risparmio, cambiando le regole nazionali e globali, altrimenti, vista l’abilità della finanza creativa nel camuffarsi, peggio di un camaleonte, ogni volta in spoglie diverse, ma sempre mortali, all’uscita da questa crisi, se ci sarà a breve un uscita, nel medio e lungo periodo si riassesterà alla partenza del mercato finanziario globale con le stesser regole drogate di quelle attuali. Ma è difficile pensare che si possa nel volgere di pochi mesi ad un ritorno coi piedi per terra da parte dei governi, delle istituzioni e dei grandi interessi finanziari internazionali. Quest’ultimi faranno il possibile affinché a bocce ferme, terminata al tempesta, il tutto cada nel dimenticatoio, nell’’oblio per consentire nuovamente al parco buoi, ai piccoli risparmiatori a tornare ad avere fiducia nel sistema finanziario e bancario locale, nazionale ed internazionale, facendo attività di lobbismo in modo che eventuali aggiustamenti siano di facciata, ma praticamente minimi, altrimenti i desideri d’arricchimento facile e speculativo potrebbero essere, se le regole fossero etiche e valide per tutti, praticamente impossibile, visto che lo sanno anche i muri che in borsa ci si quota solo esclusivamente per raccattare denaro altrui, altrimenti nessun imprenditore serio, senza il fiato alla gola, non andrebbe a far l’accattone, con proposte pubbliche d’acquisto d’azioni, se non fosse con le spalle al muro e non mirasse, una volta piazzato il prodotto finanziario morto, passare all’incasso, quando i titoli salgono e guadagnando senza ritegno sulle plusvalenze, e lasciando come oggi accade l’osso coi vermi al parco buoi, cioè gli ignari risparmiatori di turno che si sono fidati dei fondi fantasma.

Ora in Italia, dopo le rassicurazioni del presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, bisogna vedere cosa effettivamente accadrà alle banche di casa nostra, e se effettivamente lo Stato, salvaguarderà i risparmiatori, usando per l’ennesima volta il denaro, al pari degli americani, dei cittadini, per salvare dal tracollo risparmiatori incauti e non, e grande speculazione internazionale, che ha ormai compromesso seriamente il nostro sistema creditizio.

Marco Bazzato
02.10.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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