Il tutto accade in un Paese lontano, molto lontano, quasi dimenticato dagli eventi e dalla storia, un Paese amante delle teste ghigliottinate e delle Bastiglie assaltate al grido di Libertè, Egalitè e Fraternitè.
Il tutto accade in un Paese dove per paura di perdere una banale finale di calcio del Campionato del Mondo, il loro – ex – miglior elemento, come un ariete inferocito, prende ad incornate il primo calciatore italiano che in quell’attimo gli passava a fianco, forse perché reo d’esplicitare ad alta voce, fantasie erotiche nei confronti della madre o della sorella.
Ma questo Magno Paese, un tempo – come gli i Paesi dell’Africa nera – gran tagliatore di teste, assiste all’oblio della Repubblica, all’accattonaggio presidenziale che per andare in ferie con la sciaquetta di turno, una non più italianotta, ma convertita alla nazionalità di questo staterello – ex modella – ora quasi stagionata formaggia d’origine torinese, strimpellatrice di chitarra a tempo perso, che sembrerebbe – con l’aiuto della madre – aver adescato il presidenzal-scroccone, tanto che l’indomita nonnetta, si fece trasportare a Roma – poverina non poteva pagarsi il viaggio a spese proprie – quando il futuro genero – secondo i ben informati – doveva essere ricevuto dall’imperatore Vaticano.
Ma si sa, i poveri accattonano, mentre i ricchi ricevono sempre, affermando di non voler o dar nulla poi in cambio. Bravi i citrulli che ci credono. Chissà perché solo agli altri, ai ricchi, accadono sempre queste fortune. Per dirla parafrasando una vecchia filastrocca: sopra la panca il ricco campa. Sotto la panca il povero diavolo, crepa!
Accade in questo Paese lontano, che il piccolo e povero presidente, non potendo permettersi di pagar per se e per la nuova – seppur ormai un po’ incartapecorita – fiammetta mediatica, una vacanza in Egitto, località dove oggi è più facile trovare il bidello o il netturbino, in compagnia della cucitrice di turno, che non veri Vip con la V maiuscola, che questo sia costretto – visto il magro appannaggio presidenziale, a chiedere – cappello in mano – aiuto al povero e mugnifico miliardario, che con pietismo e disinteressato amore nei confronti delle povere classi lavoratrici, mette a disposizione dei due cloachard l’aeroplanino privato, pagando poi al disgraziato, ora soggiornante in una vecchia bicocca, piena di spifferi e fredda come le rivoluzionarie celle francesi, edificato nel lontano 1718 del millennio passato, la vacanza ai due poveri tapini, e cortigiani al seguito.
D’altronde basta guardare le immagini trasmesse da tutte le tv, per farsi l’idea che la coppia – forse perché troppo smielata – puzza un po’ da fotoromanzo alla Gabriel Portello di bassa lega. Basta guardarli questi amanti – dei paparazzi – così attenti nel vivere privatamente in pace e tranquillità, non facendo nulla, anzi, alimentano la pornografica curiosità mediatica sullo zingarelli d’origine ungherese – come il salame – e l’ex reginetta delle passerelle, abbigliata come l’ultima delle contadinotte, con capellini che nemmeno Heidi, mentre andava a mungere le caprette che fanno ciao, avrebbe mai utilizzato.
Per fortuna l’ex Presidental Lady, stando sempre ai ben informati, si appresterebbe a pubblicare un libro, per lavare in piazza i panni sporchi familiari, mettendo alla berlina il novello Cardinal Richelieu, che sembrerebbe – per la rabbia dei suoi sudditi – più intenzionato a far politica da gossip, che non vera politica con la P maiuscola, trasformando l’Eliseo in una soap opera in salsa gallica di Beatiful, o in un nuovo Dallas in salsa d’oltralpe.
Marco Bazzato
27.12.2007