domenica 8 ottobre 2006

Nuove riflessioni su Maria, la piccola Bielorussa




Gli echi del ritorno in patria di Maria, la piccola bielorussa riportata in patria con un bliz notturno che ha lasciato sconvolto l’Italia intera, non si sono ancora spenti.
Poochi giorni fà i coniugi Giusti, i genitori affidatari erano ospiti di Bruno Vespa a Porta a Porta, assieme a loro c’era il collegamento l’ambasciatore Bielorusso Aleksei Skripko, che con la granitica esperienza di chi sa che non può recedere di un passo dalle posizioni ufficali del suo Paese, è riuscito a parlare molto, senza dire praticamente nulla di nuovo.
Ma non è sulla dialettica delle parti in causa che bisogna soffermarsi, ma su un’altro aspetto che in tutte le trasmissioni televisive sembra sia stato deliberatamente omesso: il fratelllino di Maria, che come un oggetto in ombra, un soggetto evanescente in questa triste vicenda, non e’ mai entrato in nessuna discussione. A prosposito del fratello, un articolo del quotidiano ilTempo “ha poi ipotizzato che la bambina in Bielorussia potrebbe andare in un Istituto o in una casa famiglia insieme al fratello più grande, di 13 anni. I coniugi Giusto hanno detto: «Maria e suo fratello si sono incontrati per la prima volta nel 2003 in Sardegna, ma per nostra iniziativa. Siamo venuti a conoscenza che Maria aveva un fratello durante il primo soggiorno in Italia della bimba, ma Maria non lo ricordava. Noi allora abbiamo organizzato l'incontro con il Fratello che si trovava in Italia presso una famiglia sarda. Ed è stato emozionantissimo». (1)
In queste vicende di viaggi ferie i piccoli orfani sono sballottati per mezza Euorpa, specialmente in Italia, visto che nel Bel Paese arrivano annualmente circa ventisettemila bambini per soggiorni curativi che possono arrivare fino a centoventi giorni all’anno, e nel caso di Maria, sembrerebbe che la piccola sia stata divisa dal fratello sempre per lunghissimi periodi, fino a dimenticarlo come se il legame di sangue che dovrebbe legarla a lui dovesse andare diluito fino ad essere dissolto completamente nel tempo, complici anche i lunghi periodi di lontananza, e forse del lassismo da parte Bielorusso, che non ha saputo vigilare correttamente sullo stato di famiglia della piccola.
Balza alla mente il totale silenzio anche da parte degli ospiti presenti in studio, psicologi e giudici del tribunale dei minori che hanno copletamente ignorato questa circostanza.
Ora , nonostante il gesto d’amore fatto dai coniugi Giusti che hanno cercato in tutti i modi di tutelare la piccola, forse ora che la bamibina è tornata in patria, non è completamente sbagliata la posizione di rigidità delle autorità bielourusse, che resosi conto anche dei numerosi errori compiuti in questa vicenda, dovrebbero avere come imperativo il riunire i due fratelli in un legamene affettivo e fraterno che per troppi anni è stato lentamente reciso.
Forse le autorità bieorusse vista l’apertura dimnostrata verso i coniugi Giusti, dovrebbe chiedere a quest’ultima se sono disposti ad addottali entrambi, in caso contrario sarebbe corretto per i due bambini che venissero recisi tutti i rapporti con la famiglia in questione, dandoli in adozione ad una coppia pronta ad adottarli entrambi.
Ora da esterni, è impossibile conoscere tutti i risvolti della vicenda, fermo restando tutti gli atti umanitari compiuto dalla coppia, sia nei confronti di Maria, sia nei confronti del fratello per riunirli nel 2003, tutti dovrebbero fare molti passi indietro, e che in primo luogo si pensasse al benessere di questi due piccoli, affinchè il dolore per la perdita della madre, l’abbandono, i soggiorni in orfanotrofio, le violenze denunciate dalla piccola, i lungi mesi e/o forse anni separati, diventassero in futuro ricordi da lasciarsi alle spalle, recuperando quel rapporto di fratellanza, che indipendentemente dal paese e dalla famiglia d’eventuale adozione deve essere tenuto in considerazione.

Marco Bazzato
08.10.2006
http://marco-bazzato.blogspot.com/
Note
(1) iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=1043127

1 commento:

  1. Anch'io mi sarei comportata come i coniugi Giusti.
    Se non avessi cercato di salvare questa bimba da altre violenze, mi sarei sentita un verme.
    Ammiro queste persone,perchè hanno dimostrato con i fatti, cosa significa "amare".
    Pure i medici hanno dichiarato che sul corpo di questa bimba, c'erano segni evidenti di violenze e sevizie.
    Purtroppo, Maria non è stata ascoltata, forse perchè si trattava di una "patata bollente" che era meglio dimenticare.
    Un caro saluto
    Stellina

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