martedì 19 marzo 2013
19 Marzo: festa del papà
ggi, come ogni anno, si festeggia
in tutta Italia la festa del papà.
Ma chi è papà?
Uno sputatore di seme dal tubo
che ingravida una femmina? Un uomo amorevole che ama la moglie e/o compagna e i
figli? O semplicemente un bastardo senza arte né parte, buono a sfruttare
moglie e figli come animali da soma, salvo poi riempirli di pugni e calci,
quando gli schiuma la bava dalla bocca, gli occhi si infiammano di furia cieca
e il respiro inizia a puzzare peggio di un cadavere avvolto dallo zolfo?
Esistono tanti tipi di babbo. In
percentuale, la maggioranza dovrebbero essere dei buoni diavoli, degli
eccellenti genitori, persone degne d’avere una progenie e degne d’essere figli
dei lombi dei loro genitori.
Ma ci sta un’esigua minoranza, rabbiosi cani
sciolti, infami peggio delle malattie veneree che sono stati messi al mondo dai
loro padri, perché quelle vacche delle loro madri hanno apertole gambe,
facendosi riempire come bignè alla crema, espellendo dopo nove mesi i frutti
malati dei loro coiti primitivi e primordiali, dove entrambi, all’apice
dell’amplesso, ululavano come lupi affamati, con zanne imbrattate di sangue e
carne umana, alla luna, pregando che le divinità e i folletti dei boschi li
proteggessero in eterno.
Un’ esigua minoranza dei padri di
oggi sono identici a quel Dio cattivo e
punitivo dell’Antico Testamento, sputatori di sperma e sentenze, aridi di cuore
e tardi di mente, che si sono accoppiati con baldracche sfracicate che prima
prendevano piselli anche dagli elefanti. Questi sovente sono i padri che
avevano i genitori che hanno combattuto nella “Grande Guerra”, figli di una
cultura malata , figli di rubagalline della seconda metà del 1800. Ma la
malvagità, l’infamità si perpetua entro la linea del tempo, in un eterno
presente che non ha storia, perché facente parte della storia umana.
Non tutti i padri sono dei San
Giuseppe. Padre putativo, cornuto da Dio stesso, che gli ha ingravidato la
futura moglie, anche senza compiere il coito completo. Ma “Bepi”, a differenza
di altri padri che hanno avuto progenie, puciando il biscotto, almeno, secondo
la tradizione cattolica, si è comportato da uomo, avendo due coglioni grandi
come una casa, ma soprattutto un cuore e un cervello altruistico, funzionati.
Padre, papà, babbo…genitore
maschio…parole senza più significato, quando nei cuori di questi non ci stava e
non ci è mai stato una fava, cruda o cotta. Genitori lo si è per grazia
ricevuta e non per aver violentato, tramite lo spermatozoo, un ovulo che si
stava facendo bellamente gli stracazzi propri suoi nel grembo della donna, che
si è visto arrivare un tubo da irrigazione quasi in gola. A questi bastardi
deve andare il massimo del disgusto, devono essere trattati come putride fosse
biologiche della società, perché non sono altro che germi infetti e infettivi
che appestano il creato, figli di un coito malato. Padri degeneri nati e
cresciuti nel furto e nella disonestà morale e materiale, pronti a rubare a
figli e/o figlie senza pietà, dandosi alla macchia come bestie codarde, con la
femmina che li segue docile e remissiva, perché pronta, alla morte del
compagno, d’appropriarsi dei suoi averi.
Questi sono una parte dei papà,
quelli marci, malati di potere e assetati di ingiustizie, che hanno vissuto la
vita nell’arsura dell’amore, nell’arsura del vuoto e della menzogna. Ma a tutti
gli altri papà, quelli onesti, altruisti, quelli che, giovani o anziani, si
strapperebbero il cuore per i figli, perché sono la continuazione della vita
stessa, a quei papà biologici o adottivi che si dannano per i figli, ma che sanno
educare senza menare anche se non sono mai stati pugili professionisti o
dilettanti, picchiando selvaggiamente come bestie impazzite per un voto
negativo a scuola, ma sanno educare all’altruismo, al rispetto del fratello,
non seminando zizzania, perché una volta morto il padre i figli si debbano
scannare tra di loro. A tutti i padri veri, a tutti i genitori che sanno amare
con la A maiuscola, senza condizioni e senza restrizioni, vanno i migliori
auguri. Perché il padre vero non è colui
sputa lo sperma dentro il grembo di una femmina feconda. Il padre vero è colui
che sa seminare terreno fecondo in ogni attimo della sua vita, altrimenti
questi che in fallito moralmente e socialmente, anche se con il ha il
portafogli gonfio di denaro, ma un uomo morto che cammina verso la vecchia
scintillante. La cosa migliore che costui dovrebbe fare? Riempirsi la vasca
d’acqua, immergersi e poi far cadere una serie di cavi elettrici, da 220 V,
avendo cura di togliere i salvavita, folgorandosi. Perché la nascita e
l’esistenza di questi padri sono solo state un insulto a Dio e all’umanità.
A tutti gli altri papà:: buona
festa e tanti auguri, perché siete padri per Grazia ricevuta, per sempre.
Marco Bazzato
19.03.2013
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