venerdì 15 febbraio 2013
Cosmogonia della ragione tra fede e religione
Molti mi accusano d’essere un
nemico della religione cattolica, un mezzo ateo, un senza Dio perché sovente
nei miei articoli mi scaglio contro la parte deviata e deviante della religione
Cattolica, e questo mi è costato l’inimicizia di persone dal pensiero
diversamente aperto, figli di analfabetismo storico scientifico e culturale e
di un settarismo che nemesi della Ragione e dell’intelletto che la Divinità, se
mai esiste, perché il dubbio permane, visto che nessuno a memoria d’uomo, a parte il Cristo della
tradizione messianica vetero e neo testamentaria, ma fa discorso a se – e in altre religioni relegate da duemila anni
al ruolo di miti sbiaditi, amati solo dai topi di biblioteca e da scrittori in
cerca di ispirazioni, leggesi scopiazzature malfatte, – non è mai tornato indietro a raccontare come e
se, esiste un qualcosa dall’altra parte, che non riesce ad andare oltre al
costrutti riduttivo e ridondante degli insegnamenti dottrinali, imposti e
imparati in modo acritico, senza avere il coraggio di ampliare i propri
orizzonti limitati, per provare ad afferrare una parte più ampia in cui sta
racchiuso il tutto.
L’uomo è il qui, adesso. L’uomo
vive all’interno di un eternità finita, con un inizio e una fine. Fine e inizio
dettati dalla biologia che diventa anima, coscienza e materia e solo
all’interno di questo durante finito che egli è presente nella storia. Il resto
è illusione, idea salvifica di una promessa o di una cambiale che potrebbe
essere onorata, oppure finire in protesto, perché di là, non ci sta nulla
pronto a onorarla.
Il Dio dell’uomo, è un qualcosa
di intangibile, intoccabile, etero, che vive fuori dal tempo, eppure presente
dentro il tempo, assieme e/o presente entro l’uomo stesso tramite la coscienza,
il suo essere - anima, il pesare e agire, pro o contro se stesso.
Il mio anticlericalismo nasce dal
fatto in quanto mi sento nemico di un’Istituzione umana che nulla a che fare
con il pensiero di un Dio, perché troppo spesso all’intero della Chiesa, il
nome di Dio è stato usato, violentato, manipolato, stuprato, le sue Parole sono
state interpretate contro l’Uomo stesso, in nome di un mercimonio, di un
interesse personale, privato, che va a vantaggio dei pochi a discapito di tutti.
Lo vediamo quotidianamente aprendo i giornali, guardando la tv, vedendo come le
immagini sacre siano usate per annichilire il pensiero e la ragione non dei
semplici, ma dei sempliciotti, che ancora oggi, cadono preda di regole
religiose e schemi di pensiero che legano l’uomo alla materia stessa e non
viceversa, ossia elevandolo verso mete apparentemente irraggiungibili.
La Chiesa è come un drago composto
da più di un miliardo di teste, ma le gerarchie ecclesiastiche non sono più di
qualche milione, cifra che presumo per eccesso, che alla fine tirano le fila di
un complesso economico-finanziario che va a circuire la maggioranza dei fedeli,
che anche vedendo, perché condizionati dalla storia e dalla tradizione, mettono
la testa sotto la sabbia, sovente affermando: “tanto anche se so le cose, il
mondo gira così”.
Sicuramente hanno ragione loro,
dal loro punto di vista. Ma i salmoni per deporre le uova risalgono la corrente
dei fiumi, andando non verso la foce, dove l’acqua, man mano che ci si avvicina
al mare, diventa sempre più torbida e carica di detriti, si muovono verso la
fonte, verso dove l’acqua è più limpida, ricca di ossigeno, elemento vitale per
la vita, per poter dar vita a nuova vita. E infatti ci sta una frase di
Giovanni Paolo II che si dice abbia pronunciato poco prima di
morire:”Lasciatemi ritornare alla Casa del Padre”, per risalire, proprio come i
salmoni, verso la fonte dell’acqua pura e dell’acqua di vera vita.
Sovente quando leggo qualche
notizia clericale in rete o la vedo in tv, lo confesso, non riesco a rimanere
indifferente, mi sale il sangue alla testa e iniziano a formarsi domande a mille
perché o iniziano a venirmi in mente i testi letti e riletti nella Bibbia,
visti ogni volta con luce e coscienza diversa, man mano che la maturità e la
conoscenza, sempre un nulla innanzi al Tutto, si evolve di qualche frazione di
miliardesimo rispetto all’immensità. Ma è già all’interno di quell’Universo
piccolissimo di conoscenza che sento il sangue ribollirmi, perché la parola, anzi
la Parola, il Verbo parla, facendomi muovere l’indignazione che non riesco a
trattenere e allora, come un vulcano che erutta lava, cenere e lapilli, le
parole mi salgono da quella che spero sia la profondità più vera del mio
essere. Non posso cambiare il mondo, ma non posso nemmeno rimanere indifferente
a ciò che mi ferisce dentro come uomo, scollando le spalle, e dicendomi
sottovoce:«Tanto il mondo funziona così, fottetene!» , tornando a rinchiudermi
dentro un bozzolo, aspettando che la tempesta di pensieri passi.
Una volta un sacerdote mi disse:
«Marco tu pensi troppo!», ma l’uomo che non si pone domande e non cerca
risposte, a mio avviso è un cadavere puzzolente che deambula senza meta,
aspettando che la vita gli scorra sotto la pelle, nell’attesa che la morte lo
colga. Un uomo così non è diverso da un tavolo di marmo o di acciaio, dove si
dissezionano carcasse umane, dove i brandelli di intelligenza, materia,
cervello e frattaglie autoptiche gli scorrono sopra e vengono lavate a fine
giornata, senza intaccarlo minimante. L’uomo, se è persona, non è né un
cadavere che cammina, né un blocco di marmo senza vita che non si evolve, ma
solo deperisce nell’attesa della morte.
So benissimo e lo dissi anche a
una persona che mi cancellò dalla lista amici proprio per le mie idee
anticlericali, che andavano a cozzare, non contro la sua Fede, ma contro i suoi
valori religiosi, che esistono centinaia di migliaia di ecclesiastici e di
laici che si dedicano al prossimo tra mille difficoltà. Io stesso avevo un
cugino, non so se sia morto, visto contatti con il parentando in Italia non ne ho da tempo, a
parte qualche ciao via pc, che come missionario ha speso la vita per la sua
Fede e non per convertire, ma per dare ciò che ai suoi parrocchiani necessitavano maggiormente, perché il suo primo compito, secondo ciò che
mi diceva, non era imporre, ma proporre. E fa più rumore un albero che cade
rispetto a una foresta che cresce secondo i propri tempi e i propri modi, verso
il cielo. Però questa persona non si rende conto che quell’albero che cade con
grande fragore uccide anche la terra e l’humus circostante, rendendo arido e
secco il terreno per mesi, se non per anni o decenni e fingere che così non
sia, equivale negare o rimuovere il problema. Ma non posso esimermi dallo
sbeffeggiare e insultare quanti all’interno anche del Corpo Mistico del
cattolicesimo romano, perché costoro in primis, come al tempo delle Crociate,
hanno mentito a Dio, all’uomo, alla comunità dei fedeli e quindi perché si
dovrebbe mostrare indifferenza, porgendo in eterno l’altra guancia, rischiando
alla fine danni non solo allo spirito, ma anche fisici. sulle cervicali e sulla
faccia?
L’abito non fa il monaco, ma il
“monaco” che lorda la propria veste non merita alcun tipo di pietà umana e rispetto
da parte del probo. Certo, Dio giudicherà la sua colpa, ma esiste anche il
dovere di smascherare, anche a costo di distruggere l’integrità psicofisica del
colpevole, sempre dopo l’accertamento oltre ogni ragionevole dubbio, senza
avere paura, perché se è anche vero che Dio condanna il peccato e non il
peccatore, il peccatore, nel mondo della materia, anche se questa materia è
ispirata da Dio, ha l’obbligo di scontare le proprie pene e le proprie colpe,
in ragione decuplicata,in virtù del l ruolo che ricopriva in seno alla
comunità.
Non credo e non crederò mai nella
supremazia di un pensiero di fede rispetto a un altro – lo trovo un
ragionamento fraudolentemente orgoglioso e impossibile da dimostrare – o anche
nell’assenza di una fede ben precisa o di una cultura religiosa strutturata.
Nel corso degli anni ho conosciuto una quantità di persone, a iniziare dalla
mia famiglia biologica, ma non solo loro, che si dicevano fedeli in qualcosa,
solo perché si comunicavano regolarmente, partecipavano esteticamente alle
funzioni durante le feste comandate, ma poi…. Mentre ho conosciuto persone che
pur totalmente prive di alcun insegnamento religioso o dottrinale che erano
dotate di valori etici e morali molto più elevati dei cosiddetti “credenti”,
segno tangibile, che se esiste una Divinità assoluta, non opera nell’uomo
attraverso le istituzioni e la “caltura” religiosa , strutturata attraverso
libri più o meno dogmatici o testi
riconosciuti come ispirati da Dio, frutto della mediazione culturale dei vari
Sinodi che si sono svolti in tempi ormai remoti, ma direttamente attraverso la
coscienza dell’essere e dell’esistere, attraverso la coscienza dell’Io sono, in
quanto esisto, penso e ragiono.
La cosa più aberrante del
pensiero di derivazione giudico cristiano della dottrina cattolica romana è la cosiddetta
supremazia occidentale religiosa, che altro non è che una forma di relativismo
assolutista che danneggia l’altra parte del genere umano che crede in modo
diverso da quello comunemente conosciuto in occidente e in gran parte delle
Ameiche e dell’Oceania.
Ma allargando la percezione del
pensiero verso la Cosmogonia, che secondo i modelli più comunemente accettati
dalla comunità scientifica internazionale, porta a postulare entro la fisica e
la matematica quantistica una serie di multi universi interconnessi tra loro,
entrando direttamente anche in quello che abbiamo la percezione di vivere,
risulta logicamente impossibile che all’interno di questi multi universi
quantistici, Dio abbia deciso di manifestarsi proprio nel nostro, duemila anni
fa, ad una promessa sposa di un falegname di Nazareth, facendosi Carne, dopo
l’Annunciazione, tramite l’Immacolata Concezione, partorito da una Vergine priva del Peccato Originale,
in seguito morendo e risorgendo sotto Ponzio Pilato, segno che il costrutto
religioso è frutto del bisogno dell’uomo di trovare risposte a domande che sin
dall’inizio della Storia, lo tormentano e lo turbano, cercando un appiglio
entro una trascendenza che sicuramente può essere utile e necessaria nel Qui, Ora,
ma che non fornisce risposte certe e assolute, non solo sull’origine
dell’Universo e/o dei multi universi, della vita sul terzo Pianeta del Sistema
solare, che si trova nel margine esterno della Via Lattea, per ora l’unico
abitato da creature senzienti, non perché non esistano altri pianeti e altre
culture fuori dal Sistema solare, ma perché ad oggi, l’uomo, non è diverso da
un neonato che ha appena messo fuori la testa dal grembo materno – la Terra – e che non riesce a muovere alcun
passo, che piange, defeca e lorda il suo spazio abitabile, sperando che ci sia
un Padre Celeste pronto a perdonargli tutte le malefatte che commette verso se
stesso, verso i suoi simili e verso il Sasso speso nel Cosmo che lo ospita,
pulendogli eternamente il culo dalle feci che emette in ogni istante, credendo
che basti una manciata di borotalco per farlo sentire pulito e lindo, pronto
per la prossima deiazione .
La conoscenza è un viaggio senza
fine che termina con la morte, mentre la religione, essendo dogma imposto è viaggio
giunto al termine, privo di ogni attrattiva, perché si vive nell’illusione
d’avere una risposta a tutto.
Marco Bazzato
15.02.2013
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